Cosa vedere a Orvieto in un giorno

Dal nostro primo viaggio nella provincia di Terni è stato amore a prima vista. Questa zona dell’Umbria è uno scrigno tutto da scoprire e si ha solo l’imbarazzo della scelta: una natura incontaminata (non a caso l’Umbria è definita “il cuore verde d’Italia”), borghi e città da perdere la testa, specialità da far venire l’acquolina in bocca al solo sentirle nominare.

Una delle tappe da non perdere se state programmando un viaggio in Umbria è sicuramente Orvieto, una città dalle antichissime origini, abbarbicata su una rupe di tufo, una città “alta e strana”, come la definì Fazio degli Uberti nel ‘300. Una città strategica sia in epoca etrusca, quando si chiamava Velzna, e in epoca romana, quando cambiò il suo nome in Volsinii.

Per non perdersi nulla, ma proprio nulla, di Orvieto, vi consigliamo di dedicarle due giorni. Il centro storico, in particolare, è davvero ricco di angoli da scoprire. Tuttavia, se come noi avete un solo giorno a disposizione, con la giusta organizzazione e un piccolo aiutino di cui vi parleremo, possiamo garantirvi che riuscirete a godervi e a non perdervi gran parte delle sue meraviglie.

Itinerario a piedi nel centro storico di Orvieto

Orvieto, complice la sua posizione, non può che essere visitata a piedi. Camminando si possono raggiungere facilmente tutti i luoghi turisticamente più importanti, quindi basta munirsi di scarpe comode e fare qualche sosta ogni tanto per riposarsi e gustarsi un piatto di umbrichelli con un ottimo bicchiere di Orvietan.

Il nostro itinerario attraversa da est a ovest la città, toccando i luoghi e quartieri iconici di Orvieto. Ecco le nostre tappe in ordine di visita:

  • Pozzo di San Patrizio e Tempio del Belvedere;
  • Torre del Moro;
  • Duomo e M.O.D.O.;
  • Orvieto Underground;
  • Museo civico-archeologico ed etrusco “C. Faina”;
  • Quartiere medievale con Pozzo della Cava, sotterranei di Sant’Andrea;
  • Fortezza Albornoz.

Pozzo di San Patrizio

Un simbolo della città di Orvieto, il pozzo di San Patrizio è un’opera di ingegneria rinascimentale unica. Voluto da Clemente VII, che a Orvieto si era rifugiato in seguito al “sacco di Roma” nel 1527, per garantire l’approvvigionamento di acqua della città in caso di assedio, fu costruito da Antonio da Sangallo il Giovane.

Che cosa lo caratterizza? Un sistema elicoidale (lo stesso della scala regia di Palazzo Farnese a Caprarola) di due scalate indipendenti e sovrapposte per non generare “ingorghi”: chi scende, infatti, non incontra mai chi risale. Per raggiungere il fondo del pozzo, profondo 54 metri, occorre scendere 248 scalini, illuminati da ben 72 finestroni.

▶︎ Curiosità: inizialmente il pozzo di San Patrizio era detto “della Rocca”, per la sua vicinanza alla Rocca Albornoz. Prese il nome attuale grazie ai frati del convento di Servi. Secondo la leggenda del santo patrono irlandese, dei quali i frati erano a conoscenza, Patrizio era custode di una grotta senza fondo, così profonda da essere considerata la porta di accesso al Purgatorio e persino al Paradiso. Il Santo, infatti, invitava i fedeli a raggiungere il fondo per espiare i propri peccati. Solo dopo “aver visto le pene dell’Inferno”, questi avrebbero ottenuto l’accesso al Paradiso. In pratica, un luogo per espiare i propri peccati.

▶︎ Curiosità n.2: quando vi troverete in prossimità del fondo, noterete una porticina. Se la si attraversasse (è chiusa al pubblico), percorrendo un cunicolo molto stretto si raggiungerebbe la fontana di San Zeno, collegata all’emissario che fornisce l’acqua al pozzo. Si narra che questa porta, in origine, fosse anche una sicura via di fuga per il Papa in caso di pericolo.

  • Biglietti: intero €5 (ridotto €3,50). Ingresso incluso con Orvieto Carta Unica.
  • Orari di apertura: dalle 10 alle 16.45 nei mesi di novembre, dicembre, gennaio, febbraio; dalle 9 alle 18.45 nei mesi di marzo, aprile, settembre e ottobre; dalle 9 alle 20 da maggio ad agosto.
  • Quanto dura la visita: la visita dura circa 30 minuti. La durata varia, ovviamente, dalla quantità di foto che farete e da quanto affollato può essere il sito in quel dato orario.
  • Consigli: indossate scarpe comode, soprattutto in caso di pioggia, poiché l’acqua rende gli scalini un po’ scivolosi. I finestroni, ad eccezione dei primi, non hanno alcun tipo di protezione, pertanto, in caso di bambini (o Instagrammini), occorre fare doppiamente attenzione.
  • A due passi dal pozzo di San Patrizio si trovano i resti del Tempio Etrusco del Belvedere, visibili dall’esterno e i cui fregi sono custoditi all’interno del Museo Civico Archeologico Faina.

Il Duomo di Orvieto

Se siete rimasti affascinati dal pozzo di San Patrizio, aspettate di trovarvi di fronte al Duomo. Senza peccare di modestia, la si può definire una delle cattedrali più affascinanti d’Italia, un capolavoro in grado di unire stile gotico e romanico. Soprannominato “Il Giglio d’oro delle cattedrali” per la presenza dei suoi mosaici dorati che risplendono sulla facciata, il duomo vide la posa della prima pietra nel 1290, quando Chiesa e Comune decisero di costruire una cattedrale che sostituisse le due chiese preesistenti, ormai in cattivo stato.

La sua facciata, in stile gotico con le sue guglie, attira sicuramente l’attenzione ed è il risultato della perfetta collaborazione di numerose maestranze, quali orafi, vetrai e pittori. I mosaici policromi narrano scene della vita della Vergine, dall’Assunzione alla Natività, dallo Sposalizio all’Incoronazione. Con la luce del sole, l’effetto luccicante è ancor più spettacolare e vi sarà molto difficile non rimanere a fissarli ed ammirarli.

Il rosone, opera di Andrea di Cione, detto l’Orcagna, presenta al centro il volto di Cristo, attorniato da quattro mosaici negli spicchi raffiguranti i quattro dottori della chiesa: Sant’Agostino, San Gregorio Magno, San Girolamo e Sant’Ambrogio. Al suo esterno, statue degli apostoli e dei profeti. Le sculture in bronzo, al contrario, rappresentano simbolicamente gli Evangelisti: l’angelo, il leone, l’aquila e il toro, rispettivamente San Matteo, San Marco, San Giovanni e San Luca. Alla base delle guglie, infine, vi sono quattro bassorilievi in marmo raffiguranti scene tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento (il Giudizio Universale è sul fianco destro).

Dopo aver visto ammirato la facciata, l’interno della cattedrale potrebbe sembrarvi – a prima vista – deludente. Questo perché lo stile è decisamente più sobrio. Tuttavia il duomo riserva decisamente alcune sorprese. Prime fra tutte, sul lato sinistro, la Madonna in trono con Bambino e Angeli, opera di Gentile da Fabriano e, nella navata centrale, il ciclo scultoreo degli Apostoli e dei quattro Santi protettori.

Ai lati dell’altare si trovano la cappella del Corporale (a sinistra) e la cappella Nova o di San Brizio (a destra). La cappella del Corporale è dedicata alla preghiera, pertanto non è consentito fare foto. Al suo interno, oltre agli affreschi di Ugolino di Prete Ilario, si trovano la reliquia del Miracolo Eucaristico e il tabernacolo del Corporale contenente il Sacro lino macchiato del sangue di Cristo, entrambi relativi al miracolo di Bolsena del 1263. Entrando nella cappella di San Brizio vi sembrerà di essere avvolti dagli affreschi, come in un abbraccio. Realizzati da Beato Angelico e Luca Signorelli, sono un capolavoro del Rinascimento e rappresentano il Giudizio Universale. Pare addirittura che Michelangelo ne fu influenzato per la realizzazione della Cappella Sistina. Credeteci quando vi diciamo che non saprete dove posare lo sguardo tanta è la loro bellezza.

  • Biglietti: intero €5 (include la visita al Duomo e le sedi del Museo dell’Opera del Duomo (MODO). Biglietti acquistabili con prevendita online sul sito ufficiale o direttamente presso la biglietteria antistante il duomo. Ingresso incluso con Orvieto Carta Unica (presentarsi direttamente all’ingresso a tornello del Duomo).
  • Orari di apertura: dalle 9.30 alle 17 da novembre a febbraio; dalle 9.30 alle 18 nei mesi di marzo e ottobre; dalle 9.30 alle 19 da aprile a settembre.
  • Quanto dura la visita: per quanto ci riguarda, tra interno ed esterno, abbiamo dedicato al duomo circa un’ora.
  • Consigli: munitevi della brochure all’entrata, in questo modo sarete in grado di identificare tutte le scene raffigurate negli affreschi, le statue e le opere presenti all’interno.
  • All’ingresso della piazza si trova la Torre di Maurizio. Se capitate a Orvieto in occasione, per esempio, delle giornate FAI, potreste trovarla aperta e riuscire a salire fino in cima per godervi un panorama mozzafiato. Pensate che, in origine, il suo orologio serviva a scandire gli orari delle maestranze che lavoravano alla costruzione del duomo.

Musei dell’Opera del Duomo (MODO)

Questo complesso museale comprende il Duomo e altre quattro sedi:

  • I Palazzi Papali, adiacenti al duomo, nelle cui stanze sono esposte opere di Simone Martini, affreschi, sculture, mosaici, oreficeria e i bozzetti preparatori degli affreschi della cappella del Corporale.
  • La Libreria Albèri, collegata al duomo, risalente al 1500, ricca di affreschi e ospitante il reliquiario creato per custodire il Sacro lino. Fu edificata per custodire la biblioteca dell’arcidiacono Antonio Albèri che dispose, nel suo testamento, di lasciare al duomo la sua raccolta di volumi, manoscritti e incunaboli.
  • Palazzo Soliano, ospitante il Museo Emilio Greco di arte moderna, dove si può ammirare un’ampia collezione di sculture bronzee e opere grafiche di Emilio Greco, colui che realizzò i tre portali in bronzo del duomo e che donò alla città le sue opere. Si trova sulla destra del duomo.
  • La Chiesa di Sant’Agostino, situata nel quartiere medievale della città, ospita esposizioni temporanee.

▶︎ Gli orari e i giorni di apertura seguono solitamente quelli del Duomo ma vi consigliamo sempre di verificare sul sito ufficiale eventuali cambiamenti.

Orvieto Underground

Ormai la nostra passione per grotte e sotterranei la conoscete. Vi abbiamo portato con noi a Narni, nelle Marche, nella nostra Santarcangelo di Romagna, solo per fare alcuni esempi. E potevamo mai farci scappare l’opportunità di scoprire la Orvieto sotterranea? Ovviamente no.

Visitare i sotterranei di Orvieto, scoperti negli anni ’80 da un gruppo di speleologi, significa fare un viaggio indietro nel tempo fino all’epoca etrusca. Sì perché furono proprio gli Etruschi a creare inizialmente queste grotte artificiali dopo essersi insediati sulla rupe, perfetta per difendersi in quanto fortezza invalicabile. Perché quindi furono scavate? Perché questo popolo si rese subito conto che mancava l’acqua e, in caso di assedio, questo si sarebbe rivelato un enorme problema.

Fu così che scavarono pozzi, cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e cunicoli per collegare i vari ambienti, tutto a suon di picconi, di cui si notano ancor oggi i segni. Un lavoro meticoloso svoltosi nel corso di 2.500 anni e che ha creato un vero e proprio labirinto, un dedalo di grotte (ad oggi ne sono state individuate ben 1.200) che si sviluppa sotto l’odierno tessuto urbano e che permette di reperire informazioni storiche e archeologiche sul loro utilizzo non solo in epoca etrusca, ma anche medievale e rinascimentale, fino allo scorso secolo.

Le due grotte comunali oggi visitabili, situate sul versante meridionale della rupe, permettono di fare un tuffo nell’antichità, un viaggio che stimola curiosità e immaginazione attraverso ambienti rimasti intatti per secoli. Le grotte furono utilizzate principalmente come:

  • fonte di reperimento di acqua: grazie ai pozzi etruschi, tutti di dimensione 120x80cm e completi di scalette (“pedarole”) scavate nella roccia, e alle cisterne, l’autosufficienza idrica fu garantita per secoli;
  • frantoi: in una delle prime sale si trova il mulino di Santa Chiara, di epoca medievale, con ancora le macine in basalto e un camino per riscaldare l’acqua piovana e aumentare la temperatura. Questi ambienti erano perfetti per la produzione dell’olio perché la temperatura era costante (15°) tutto l’anno;
  • luogo di culto;
  • luogo di estrazione: per anni fu estratta la pozzolana (da cui deriva il nome della cava), compattatasi nel tempo a seguito dell’eruzione del vulcano di Pozzuoli, facile da scavare e che servì per costruire la città in superficie;
  • colombari: a Orvieto i colombi erano allevati a scopo alimentare perché considerati prelibatezze e a costo zero in termini di allevamento (non era necessario dar loro di mangiare, uscivano attraverso le finestrelle per cercare cibo e tornavano la sera nei loro nidi);
  • rifugio antiaereo: nel corso della Seconda guerra mondiale, le grotte si rivelarono il luogo ideale per rifugiarsi durante i bombardamenti. Quello oggi visibile apparteneva all’ex ospedale della città, l’edificio ad archi situato di fronte alla biglietteria;
  • cantine, luoghi di lavoro, allevamenti di animali: ancora oggi numerose grotte private sono utilizzate come cantine. L’unica funzione che non ebbero mai fu quella abitativa a causa dell’eccessiva umidità (90%).

Orvieto Underground è una visita suggestiva, che ti rapisce con i suoi racconti e ti ammalia con le sue curiosità. Un percorso che conferma la leggenda metropolitana che vede Orvieto “tutta vuota, sotto”.

  • Biglietti: intero €7 (ridotto €5). Biglietteria in piazza Duomo. Vi consigliamo di prenotare il vostro posto via email o telefonicamente. Ingresso incluso con Orvieto Carta Unica (prenotazione comunque obbligatoria).
  • Orari di apertura: le visite si svolgono tutti i giorni alle 11, 12.15, 16 e 17.15 ma tenete d’occhio il sito ufficiale perché nei giorni festivi vengono aggiunti turni di visita extra.
  • Quanto dura la visita: la visita è esclusivamente guidata e dura circa un’ora. Non è consentito fare video, solo foto.
  • Consigli: indossate scarpe comode, niente infradito né ciabatte o tacchi.

Vista sulla città dalla Torre del Moro

Costruita nel XIII secolo con il nome di Torre del Papa, fu ribattezzata Torre del Moro solo nel XVI secolo in relazione a Raffaele di Sante, detto “il Moro”, il quale aveva già dato il proprio nome al palazzo adiacente la torre e alla contrada, o al fatto che qui si appendesse il Moro durante la manifestazione della giostra del Saracino.

Tra le cose da fare a Orvieto, salire in cima alla Torre del Moro, alta 47 metri, è sicuramente da non perdere. Il panorama a 360° sulla città e sul territorio circostante che si gode da lassù lascia senza fiato. Occorre salire oltre 200 scalini ma fidatevi, ne vale la pena.

Pensate che è orientata quasi perfettamente secondo i quattro punti cardinali e divide i quattro quartieri cittadini. Era il simbolo del potere comunale, sulla sua campana sono ancor oggi impressi i simboli delle arti e il sigillo del popolo e nel 1866 vide installato l’orologio meccanico.

▶︎ Curiosità: il palazzo adiacente, chiamato Palazzo dei Sette, oggi ospita mostre ed eventi ma in epoca medievale, al posto dei quadri, accoglieva i sette magistrati rappresentanti le corporazioni più importanti della città.

  • Biglietti: intero €3,80 (ridotto €3). Ingresso incluso con Orvieto Carta Unica.
  • Orari di apertura: dalle 10.30 alle 16.30 da novembre a febbraio; dalle 10 alle 19 nei mesi di marzo, aprile, settembre e ottobre; dalle 10 alle 20 da maggio ad agosto.
  • Consigli: l’ascensore vi condurrà solo fino alla sala dell’orologio (2° piano). Per salire in cima è obbligatorio salire le scale (fate attenzione in caso di pioggia perché l’acqua tende a filtrare e rende il pavimento un po’ scivoloso).

Museo civico-archeologico ed etrusco “Claudio Faina”

Dirimpetto al Duomo, il museo Faina nacque dalla volontà di Claudio Junion, nipote del conte Claudio Faina, proprietario del palazzo in cui si trova il museo a metà Ottocento. Nel 1954, infatti, il testamento del nipote rivelò la decisione di lasciare alla città tutte le sue proprietà per creare una fondazione con relativo museo.

Il museo civico si trova al piano terra e ospita numerosi reperti antichi collezionati nel corso del XIX secolo. La sezione archeologica vanta svariati reperti etruschi (tra cui spicca “La Venere di Cannicella”), greci (con vasi a figure nere e rosse) e romani (con un ricco monetiere). Non perdetevi anche una vista privilegiata sul Duomo di Orvieto dal piano superiore.

  • Biglietti: intero €6 (ridotto €4). È possibile acquistare i biglietti online. Ingresso incluso con Orvieto Carta Unica.
  • Orari di apertura: dalle 9.30 alle 18 da aprile a fine settembre; dalle 10 alle 17 da ottobre a fine marzo.
  • Sito ufficiale

Passeggiata nel quartiere medievale: Pozzo della Cava e sotterranei di Sant’Andrea

Il quartiere medievale di Orvieto è la parte più antica della città, la prima ad essere popolata, sul versante occidentale della rupe. Questa zona regala scorci e panorami molto suggestivi, abitazioni attaccate l’una all’altra costruite a ridosso degli speroni di tufo, ampie piazze e piccoli vicoli dove infilarsi per scoprire cosa si cela dietro l’angolo.

Visitare il quartiere medievale di Orvieto è come immergersi in un borgo all’interno della città, dove si perde quasi l’orientamento perché passare da un vicolo all’altro senza meta diventa quasi un gioco e ti ritrovi a dover prendere in mano la mappa per capire dove si è andati a finire.

Via della Cava è senza dubbio una delle arterie principali poiché via da accesso alla città una volta attraversata Porta Maggiore, l’ingresso più antico della città. Probabile parte del decumano romano, su di essa si affacciano diversi edifici del ‘200 e del ‘300 sia in tufo che in basalto con le tipiche porte ogivali.

Una volta usciti da Porta Maggiore, è possibile tornare verso il centro città passeggiando lungo le mura esterne a sud fino a raggiungere Porta Romana e, successivamente, intrufolarsi lungo i piccoli vicoli per raggiungere Piazza del Duomo.

mura orvieto
Le mura

Pozzo della Cava

Su via della Cava si trova uno dei siti più interessanti da vedere a Orvieto, il Pozzo della Cava. Un ulteriore viaggio nei sotterranei di Orvieto, sotto le vie e le case del quartiere medievale. Prima di parlarvene, tuttavia, vi faremo una piccola confessione che forse non troverà tutti d’accordo ma tant’è: il pozzo della Cava ci è piaciuto molto di più di quello di San Patrizio.

Meno noto rispetto al suo “gemello dal nome irlandese”, il pozzo della Cava fu scoperto solo nel 1984 grazie al proprietario della trattoria che ancor oggi è presente nei locali adiacenti. Notando una sorta di cedimento nella muratura nella cantina, decise di rimuovere un piccolo di tufo e scoprì che al di là del muro non vi era nulla. Intervennero gli speleologi i quali, calandosi, scoprirono un pozzo di circa 36 metri di origine etrusca (era presente il tipico pozzetto con le pedarole), sul cui fondo furono ritrovati non solo detriti ma anche butti, resti di cisterne e fornaci, oltre all’acqua sorgiva.

Ciò che più ci ha colpiti del pozzo della Cava è l’essere stato messo in sicurezza e la presenza di pannelli esplicativi in ogni sala del percorso. In questo modo, si ha una visione più completa dei locali riportati alla luce, dalla fornace (per la produzione delle famose ceramiche orvietane) ai butti (come nel caso di Celleno), dalla cantina alla cisterna, dalla necropoli alla muffola (la fornace rinascimentale per la terza cottura della ceramica) fino al secondo pozzo, più piccolo del principale e senza acqua, di cui non si conosce l’uso.

Il pozzo della Cava è suddiviso in due parti, la prima con un diametro di circa 3 metri, la seconda più piccola con le pedarole etrusche. La visita di questo sito archeologico è davvero molto interessante e affascinante ed è organizzata in modo tale da permettere di godere di questo tesoro ipogeo in tutta libertà. Un piccolo viaggio attraverso l’epoca etrusca, medievale e rinascimentale nelle viscere della rupe orvietana.

  • Biglietti: intero €4 (ridotto €2,50). È possibile acquistare i biglietti online. Ingresso incluso con Orvieto Carta Unica.
  • Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 20. Controllate il sito ufficiale per aperture e chiusure straordinarie.

▶︎ Curiosità: dirimpetto al pozzo della Cava si trova la piccola chiesetta barocca della Madonna della Cava, uno dei più piccoli santuari mariani d’Italia.

Chiesa di Sant’Andrea e i suoi sotterranei

La chiesa dei SS Andrea e Bartolomeo risale al VI secolo e si trova a fianco del palazzo comunale, in Piazza della Repubblica. I suoi sotterranei, visitabili previa prenotazione, rappresentano un ottimo spaccato di quattro epoche diverse: dall’età del Bronzo all’epoca etrusca, dall’epoca romana al periodo in cui nacque la prima comunità cristiana della città.

Sono visibili alcune pavimentazioni a mosaico appartenenti alla preesistente basilica paleocristiana dell’Alto Medioevo, resti di pozzi ed edifici sacri.

  • Biglietti: intero €5. La visita è esclusivamente guidata e su prenotazione (contattare il 328/1911316).
  • Orari di apertura: la chiesa è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9 alle 17, la domenica dalle 14 alle 17.

Fortezza Albornoz

Una volta completato l’itinerario all’interno del quartiere medievale, tornate in Piazza del Duomo per godervi la facciata della cattedrale baciata dai raggi del sole del tardo pomeriggio che illuminano al meglio gli splendidi mosaici dorati e, dopo esservi rifatti gli occhi di bellezza, percorrete via Soliana prima e via Postieria poi per tornare alla funicolare.

Prima di tornare al parcheggio, tuttavia, fate una sosta alla Fortezza (o Rocca) Albornoz, oggi sede dei giardini pubblici della città. Voluta dal Cardinale Albornoz, come nel caso di Narni, Viterbo e Cesena, questa fortezza risale al XIV secolo. Della fortificazione originale, oggi, è rimasta parte delle mura con i torrioni.

Nata con funzione difensiva, fu trasformata anche in un anfiteatro dove venivano organizzate sia manifestazioni pubbliche sia corse di cavalli.

Essendo giardini pubblici, l’ingresso è gratuito. Da qui si gode il panorama sulla Valle di Orvieto e, se si ha tempo e voglia, si può iniziare il percorso a piedi dell’Anello della Rupe, 5km di sentiero che si sviluppa, come dice il nome, tutto intorno alla rupe.

Orvieto Carta Unica

Avendo un solo giorno a disposizione, è stato logisticamente e umanamente impossibile riuscire a visitare tutto, ma proprio tutto ciò che Orvieto ha da offrire. Tuttavia, se quello che vi abbiamo descritto finora vi sembra tanto, è stato possibile ottimizzando i tempi utilizzando la Orvieto Carta Unica.

Avendo visitato la città di sabato, giorno in cui i flussi turistici sono più intensi, Orvieto Carta Unica ci ha reso la vita molto più semplice, permettendoci di risparmiare rispetto ai singoli biglietti di ingresso, prenotare in anticipo alcune attrazioni e di saltare le file sia in biglietteria che all’ingresso. Il tempo che avremmo perso in fila per acquistare il biglietto o per entrare lo abbiamo dedicato al goderci di più ogni singolo luogo e questo, siamo certi concorderete con noi, è un aspetto da non sottovalutare.

Orvieto Carta Unica include l’accesso a nove siti turistici di Orvieto:

  • Duomo e Museo M.O.D.O.;
  • Museo Archeologico Nazionale;
  • Museo C. Faina;
  • Necropoli del Crocifisso del Tufo;
  • Orvieto Underground;
  • Pozzo della Cava;
  • Pozzo di San Patrizio;
  • Torre del Moro.

Ecco alcune informazioni utili:

  • Quanto costa la Orvieto Carta Unica: €25 (ridotto €20, gratuito per bambini sotto i 10 anni).
  • Validità: 1 anno dalla prima attivazione. Se come noi vi ritroverete a non poter visitare qualche sito, avrete tutto il tempo per riprogrammare una gita o un weekend a Orvieto e dintorni e completare il giro.
  • Come e dove acquistarla: è possibile acquistare Orvieto Carta Unica online. Non è necessario stamparla, è sufficiente mostrare il QR code all’ingresso.
  • Orvieto Underground: si tratta dell’unico sito dove è obbligatorio prenotare anticipatamente precisando che si possiede la carta. Questo perché ogni turno di visita ha un numero limitato di partecipanti.
  • Pozzo di San Patrizio: i possessori di Orvieto Carta Unica devono passare dalla biglietteria, saltando la fila, per ritirare l’apposito pass per l’ingresso.
  • Vantaggi extra: la carta vi permetterà di avere sconti presso ristoranti, strutture ricettive, negozi e altri siti turistici come il Labirinto di Adriano.

Dove parcheggiare gratuitamente a Orvieto

A meno che non arriviate a Orvieto in treno, i principali parcheggi a disposizione sono tre. Per le auto, due di questi sono coperti e a pagamento, rispettivamente in via Roma e Campo della Fiera (€1,50 all’ora fino alle 22.00). Per parcheggiare gratuitamente a Orvieto dovrete recarvi al terzo parcheggio, quello di Orvieto Scalo, in Piazza della Pace.

Noi abbiamo optato proprio per quest’ultima soluzione: una volta lasciata l’auto, è stato sufficiente prendere la funicolare (€1,30 a tratta) per raggiungere, in appena due minuti, Piazza Cahen, a due passi dal pozzo di San Patrizio.

Cosa vedere nei dintorni di Orvieto

La nostra tappa a Orvieto rientrava in un piccolo on the road tra Umbria e Tuscia viterbese. A meno di un’ora di auto, infatti, è possibile raggiungere numerose destinazioni tra cui è difficile scegliere, lo sappiamo. Ecco alcune idee:

Prodotto fornito da Orvieto Carta Unica

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2 commenti

  1. Orvieto è un mio rimpianto perchè purtroppo non siamo riusciti a vederla nel nostro viaggio in Umbria, era un po’ fuori zona. Ma di sicuro ci andremo. Grazie per questa guida, tornerà utile 😉

    1. La provincia di Terni è una vera chicca, ti auguro davvero di tornare in Umbria e dedicare a questa zona alcuni giorni, sono sicura che ti conquisterà.

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