Che l’Emilia Romagna fosse ricchissima di luoghi straordinari da scoprire, beh, quello lo sapevamo già. Tra borghi che sembrano uscire dalle fiabe, paesaggi da togliere il fiato dove riscoprire il contatto con la natura e organizzare trekking adatti a tutti, un patrimonio storico e tradizioni secolari, la nostra regione è un forziere colmo di tesori per scoprire i quali, tuttavia, non serve alcuna chiave.
Uno di questi tesori si trova nei dintorni di Bologna, la Rocchetta Mattei. Un castello sicuramente fuori dal comune, estremamente diverso da quelli che solitamente si trovano in Italia, soprattutto per la sua architettura e le sue decorazioni. Per non parlare del suo proprietario. Ma andiamo con ordine perché tra atmosfere andaluse, stile Liberty ed Elettromeopatia si può effettivamente andare in confusione.
Indice
Breve storia di Rocchetta Mattei: il conte Cesare Mattei e l’Elettromeopatia
Il castello oggi chiamato Rocchetta Mattei prende il nome dal conte Cesare Mattei che decise di edificarlo sulle rovine dell’antica Rocca di Savignano, risalente al XIII secolo. Bolognese di nascita, ricevette il titolo di conte nel 1847 da papa Pio IX e, tre anni dopo, acquistò i terreni dove sorgevano le rovine della rocca per iniziare la costruzione del castello, modificandone la struttura numerose volte, aggiungendo torri, scalinate, sale e camere dagli stili più svariati.
Una volta trasferitosi in pianta stabile, iniziò a studiare e sviluppare quella che, dal 1870 al 1930, fu considerata la medicina alternativa più praticata al mondo, l’Elettromeopatia. Che cos’è? Una terapia medica basata sull’abbinamento di granuli medicati e liquidi cosiddetti “fluidi elettrici”. I rimedi erano creati usando ingredienti non tossici per l’organismo umano e andavano a “ristabilire l’equilibrio fra le due cariche elettriche del corpo e ricondurre la parte dolente allo stato neutrale”. Una pratica sicuramente affascinante che viene spiegata nel dettaglio sul sito dell’archivio-museo Cesare Mattei.
Come in tutte le belle storie, tuttavia, arrivò il momento in cui qualcosa inizia ad andare storto. Nel caso di Cesare Mattei fu la gestione finanziaria. Non potendosi occupare di tutto, il conte affidò la gestione del patrimonio al nipote Luigi, il quale non doveva essere un manager di prim’ordine vista la crisi economica che causò alla famiglia. Ora, per il famoso “quieto vivere”, in tanti avrebbero perdonato il parente mascalzone. Cesare Mattei, al contrario (e con tutta la nostra stima), diseredò i familiari coinvolti e cedette l’incarico al suo collaboratore Mario Venturoli, il quale salvò la situazione e, per questo, fu adottato dal conte.
Cesare Mattei portò grande benessere economico con le sue attività e riuscì anche a far ottenere a Riola la costruzione della stazione ferroviaria. Alla sua morte, Venturoli continuò sia i lavori che le pratiche curative fino al 1959, quando la Rocchetta venne venduta alla moglie di un commerciante locale che la gestì quasi fosse un parco divertimenti, per poi abbandonarla negli anni Ottanta.
Fortunatamente, nel 2005, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna acquistò il castello e, in seguito a restauro, ne ha permesso la riapertura al pubblico nel 2015.
Visitare Rocchetta Mattei: un salto in Andalusia
La visita guidata a Rocchetta Mattei non solo permette di scoprire tanti aneddoti legati al castello e alla figura di Mattei, ma anche di approfondire le caratteristiche delle varie sale del castello. Gli stili di Rocchetta Mattei, infatti, sono molteplici e spaziano dal neomedievale al Liberty, dal neorinascimentale al moresco. Tre sono le stanze che sicuramente colpiscono noi visitatori: la Sala dei Novanta, la Cappella e il cortile dei Leoni.
La Sala dei Novanta, voluta inizialmente dal conte come mausoleo dedicato alla Regina Vittoria, fu trasformata dopo la sua morte in una sala da ballo in stile Liberty. Perché si chiama così? Perché Cesare Mattei avrebbe voluto festeggiare lì i suoi 90 anni con altri 89 novantenni. Peccato se ne sia andato tre anni prima del grande evento, siamo sicuri sarebbe stata una gran bella festa.
La Cappella è la vera icona di Rocchetta Mattei, la stanza senza alcun dubbio più fotografata. Tuttavia, se dalle foto in rete sembra una sala enorme, dal vivo ci si rende conto che le sue reali dimensioni sono decisamente più ridotte.
Che abbiate o meno visitato Cordova, è impossibile non pensare alla Mezquita, con i suoi archi a righe bianche e nere e gli elementi arabo-islamici. Tuttavia, non mancano elementi della “tradizione” italiana, come gli apostoli dipinti e le decorazioni sui lati della tomba del conte. Situata nella loggia sopra l’altare della Cappella, presenta una croce (simbolo della fede cattolica), una pigna (simbolo dell’eternità), il bulbo del papavero (simbolo del sonno) e iscrizioni che ricordano la grandezza del Creato e dell’Universo rispetto alla fragile condizione dell’uomo.
Se gli archi della Cappella non sono sufficienti per farvi fare un salto in Andalusia, basta raggiungere il Cortile dei Leoni per sentirsi all’Alhambra di Granada. Con il suo stile moresco, le piastrelle sivigliane, il suo portico ricco di stucchi e di archi sopra i quali recita la scritta “Allah solo è il conquistatore”, nel Cortile dei Leoni si respira aria di Andalusia. Al centro, la fontana con quattro leoni, dalle cui fauci fuoriesce acqua che confluisce in una vasca ottagonale a simboleggiare il contatto tra dimensione terrena e spirituale.
Ci permettiamo anche di sottolineare la bellezza della Sala Rossa (o Studio del Conte), dove Cesare Mattei visitava i suoi pazienti, con un soffitto in parte coperto da piramidi ricavate da carta pesta ottenuta dai giornali dell’epoca, in parte diviso a spicchi e decorato con motivi arabeggianti.
Prenotare la visita: biglietti, orari, parcheggi
La Rocchetta Mattei si trova nel territorio comunale di Grizzana Morandi e si può raggiungere in auto o in treno. Se si vuole arrivare in treno, la stazione più vicina è quella di Riola. Da lì, il bus 963 vi porterà fino a Rocchetta Mattei. In alternativa, la distanza a piedi dalla stazione è di soli 1,5km. Personalmente, consigliamo di raggiungerla in auto così da avere la libertà sia in termini di orari che di spostarsi per visitare i dintorni. Non vi sono dei veri e propri parcheggi, quindi l’unica possibilità è parcheggiare lungo la strada.
Il biglietto d’ingresso costa €10 (€7 se si presenta il biglietto ferroviario fino a Riola, €5 per bambini dai 6 ai 12 anni) a cui aggiungere le commissioni di PagoPA, unica forma di pagamento disponibile. La prenotazione è obbligatoria e deve essere effettuata sul sito ufficiale. Una volta acquistato, il biglietto non è rimborsabile ma è cedibile a terzi inviando una email 2-3 giorni prima della data scelta per la visita.
Rocchetta Mattei, salvo aperture eccezionali, è aperta solo il fine settimana. Gli orari di apertura sono 9.30-17.30 (ultimo accesso). La visita è esclusivamente guidata e dura circa un’ora.
Cosa vedere vicino Rocchetta Mattei
La Rocchetta Mattei è una meta ideale per una gita fuori porta sia nei dintorni di Bologna che di Rimini. Se dal capoluogo di regione dista solo un’ora in auto, da Rimini ne serviranno solo due. Una volta conclusa la visita, trovandovi nell’Appennino bolognese, avrete solo l’imbarazzo della scelta quanto a luoghi da visitare e scoprire.
Se Grizzana Morandi, fatta eccezione per la casa museo di Giorgio Morandi, non abbia granché da offrire al visitatore, il borgo La Scola, al contrario, deve rientrare nell’itinerario.
Il borgo La Scola è un gioiellino risalente al XV-XVI secolo arrivato praticamente integro fino ai giorni nostri. Nato come quartiere militare e luogo di difesa e resistenza, fu teatro di lotte tra Franchi e Longobardi. Fra torri ed edifici collegati tra loro da corridoi pensili, il borgo si presenta come un gioco di volumi ben integrato con l’ambiente circostante.
I suoi deliziosi scorci e la tranquillità che si respira sono preziosi. Si tratta di una piccola bomboniera medievale che si visita in meno di un’ora ma che può essere un buon punto di partenza (e di passaggio) per trekking favolosi: tanti, infatti, sono i sentieri CAI che attraversano questo borgo. Per visitare il borgo, lasciate l’auto nel parcheggio (improvvisato) a poche decine di metri (questo il link Maps).
Infine, fate una breve tappa a Riola per ammirare l’inusuale chiesa di Santa Maria Assunta, progettata dall’architetto finlandese Alvar Aalto. Una chiesa che stupisce per la sua architettura semplice, le sue linee pulite e l’utilizzo di materiali quali cemento armato e pietra naturale. Un vero esempio di architettura sacra moderna dove la luce naturale, a seconda delle condizioni meteorologiche, contribuisce a creare atmosfere completamente differenti.