Cosa vedere a Vignola, tra ciliegie e aceto balsamico

Se state cercando un’idea per una gita fuori porta in Emilia Romagna e volete esplorare la parte emiliana della regione, Vignola è senza alcun dubbio una destinazione da prendere in considerazione.

Vignola dista solo 25km da Modena ma è raggiungibile facilmente anche da Bologna e da Rimini. Ai piedi delle colline dell’Appennino emiliano e adagiata sul fiume Panaro, Vignola, come tante altre città e paesi italiani, ha visto il susseguirsi di dominazioni diverse, dagli Etruschi ai Romani, dallo Stato Pontificio alla signoria dei Contrari di Ferrara, solo per citarne alcune. Qui risedette persino Matilde di Canossa.

Oggi si presenta come una cittadina dal centro storico particolarmente curato dove è piacevole passeggiare alla scoperta delle sue due zone principali: Castelvecchio, ossia l’area più antica circondata da mura fortificate con un fossato sui lati settentrionale e occidentale, e Castelnuovo, sviluppatasi nel ‘400.

Cosa vedere e fare a Vignola in un giorno

Il modo migliore per scoprire il centro storico di Vignola è passeggiare lungo le sue vie, in particolar modo sotto i suoi portici alla bolognese, che rendono la passeggiata decisamente più affascinante. Se poi riuscite a visitarla in primavera, quando i ciliegi sono in fiore, tanto meglio. L’occhio, d’altronde, vuole la sua parte, no?

Giustamente vi chiederete “ma oltre alla passeggiata cosa si può vedere a Vignola?“. Ebbene, i luoghi di interesse storico-artistico principali della città si trovano a pochi metri l’uno dall’altro, quindi non sarà necessario camminare chilometri per raggiungerli.

La Rocca di Vignola

Per i Vignolesi si tratta del simbolo della città. Della Rocca di Vignola non si conosce l’esatta data di fondazione ma si può supporre risalga al periodo successivo alla fine della dinastia carolingia, eretta per contrastare le invasioni degli Ungari. La rocca vide il susseguirsi di diversi domini che hanno contribuito a renderla un piacevole mix di stili con influenze sia italiane che europee. Tra le sue mura, inoltre, ospitò anche Matilde di Canossa, che soggiornò a Vignola nel 1109.

La rocca è altresì detta dei Contrari. Questo perché la famiglia omonima, che ricevette l’investitura del feudo dagli Este nel 1400, risiedette qui (fino all’estinzione della dinastia) trasformando la rocca in una dimora degna della corte ferrarese.

Nel corso dei secoli, la rocca ebbe una funzione prettamente militare e residenziale. Sede del Comune, della biblioteca e della Cassa di Risparmio di Vignola nel 1800, nel 1900 ospitò anche la Pretura, fornì rifugio alle famiglie rimaste senza tetto durante la Prima guerra mondiale e, con la Seconda guerra mondiale, le sue mura si trasformarono in carcere per i partigiani prima e i gerarchi fascisti poi.

Oggi, il percorso di visita si snoda su cinque piani:

  • i sotterranei, con le meravigliose sale “dei Contrari e Grassoni”;
  • il piano terra, con le sue sale ricche di simbologia (la sala delle Colombe e degli Anelli sono uno spettacolo);
  • il primo piano con le stanze nobili, con la Cappella affrescata e lo studiolo di Uguccione Contrari;
  • il secondo piano, dove si trovavano i locali delle truppe e il personale di servizio;
  • l’ultimo piano, occupato dai camminamenti di ronda.

Informazioni utili per la visita:

  • La visita alla Rocca di Vignola è gratuita con prenotazione obbligatoria (l’ingresso è consentito a gruppi di non oltre 30 persone).
  • Giorni e orari di visita: la rocca è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, sia mattino che pomeriggio. Il venerdì si svolgono visite guidate gratuite. Gli orari variano a seconda dei giorni e del periodo dell’anno, pertanto vi consigliamo di controllare sul sito ufficiale tutti gli orari aggiornati.
rocca di vignola
Rocca di Vignola – esterno

Palazzo Barozzi

Nella piazza antistante la Rocca si trova Palazzo Barozzi, anche detto Palazzo Contrari-Boncompagni. Eretto tra il 1560 e il 1567 come dimora signorile per volere di Ercole dei Contrari, questo palazzo rinascimentale fu progettato dall’architetto vignolese Jacopo Barozzi, detto, appunto, “Il Vignola”.

▶︎ Curiosità: il 18enne Ercole dei Contrari passò alla storia per essersi innamorato della nipote di Lucrezia Borgia, Lucrezia d’Este, la quale, oltre ad avere 20 anni più di lui, era sorella di Alfonso II d’Este e sposata con Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino. Una tresca nota a tutti, tranne ai diretti interessati (come sempre, d’altronde). Quando il duca lo scoprì se ne tornò a Urbino, anche a seguito del terremoto che nel 1570 colpì Ferrara e distrusse tutto. Il fratello di Lucrezia pensò bene, dunque, intimare ai due di porre fine alla storia. Gli amanti acconsentirono – ufficialmente – ma di fatto continuarono a vedersi. Scelta poco saggia, visto il periodo. Infatti, la notte del 2 agosto 1575, mentre i due erano a letto, Ercole fu preso e consegnato ad Alfonso II, il quale lo strangolò con una sciarpa di seta (per non lasciare il segno). La mattina seguente, il corpo fu trovato esanime nella stanza degli ospiti e fu dichiarato morto “di goccia”, ossia di infarto.

Per la sua costruzione, ben 12 case vennero distrutte, compresa quella del padre di Barozzi, calzolaio di professione. Con la morte di Ercole dei Contrari, la famiglia rimase senza eredi e la stessa sorte toccò al palazzo, che tornò in mano agli Este. Papa Gregorio XIII, due anni dopo, lo acquistò per suo figlio Giacomo Boncompagni, pagando 75.000 scudi. Questa famiglia rimase proprietaria del palazzo fino al 1949, quando fu ceduto alla parrocchia di Vignola.

Il palazzo, nel tempo, fu occupato da truppe spagnole e francesi, che fecero razzia di tutto ciò che era all’interno e, durante la Seconda guerra mondiale, ospitò 20 famiglie, che qui vissero fino al 1986, dando “il colpo di grazia” alla struttura.

Oggi, grazie ad lavoro di restauro, sono tornati fruibili al pubblico il seminterrato e la scala a chiocciola. Il piano nobile è parzialmente visitabile: il suo stato attuale, infatti, fa piangere il cuore.

I seminterrati ospitano gli ambienti un tempo adibiti a cantine, magazzini e cucina, con due pozzi e un antico forno. Tuttavia, la vera chicca del palazzo è la scala a chiocciola. Perché è così speciale? Perché è l’unica al mondo autoportante. Questa scala, infatti, ha un unico pilastro di sostegno situato nel seminterrato. Tutti i suoi 106 gradini sono autoportanti e presentano un’inclinazione che varia man mano che si sale (fino a 12,33m), creando un effetto vortice.

Si tratta di un vero e proprio capolavoro architettonico, una struttura completamente aerea dalla forma elicoidale progettata da Jacopo Barozzi e decorata con motivi geometrici e grotteschi. Un’opera che l’architetto vignolese riprodusse, in scala maggiore, a Caprarola.

Informazioni utili per visitare Palazzo Barozzi:

  • la visita al palazzo è esclusivamente guidata e dura circa 45 minuti;
  • la visita costa €2 ed è a cura di volontari della parrocchia;
  • per prenotare potete inviare una mail a palazzo.barozzi@gmail.com o presentarvi direttamente al palazzo prima degli orari delle visite guidate;
  • giorni e orari: Palazzo Barozzi è aperto il fine settimana e nei giorni festivi secondo turni di visita (10.30, 11.30, 15, 16 e 17).

Perché è famosa Vignola?

Ci sono tre specialità che rendono la città un territorio unico e che sono già, da sole, un ottimo motivo per visitare Vignola:

  • la Torta Barozzi;
  • l’aceto balsamico D.O.P.;
  • le ciliegie.

Assaggiare la famosa Torta Barozzi

Dopo aver visitato Rocca e Palazzo Barozzi, una pausa merenda è proprio quel che ci vuole. E se ci si trova a Vignola, c’è solo un luogo dove andare per gustarsi un momento di dolce piacere, la storica Pasticceria Gollini. Questo storico locale è famoso per la produzione di due dolci tradizionali di Vignola, la torta Barozzi e la torta Muratori.

La torta Barozzi è il dolce storico di vignola, inventata nel XIX secolo da Eugenio Gollini. Nata con il nome di torta Nera, prese il nome attuale in occasione del 4° centenario della nascita di Jacopo Barozzi. A base di cioccolato fondente, mandorle e arachidi, la torta Barozzi è senza glutine e si taglia capovolta, senza togliere la carta stagnola che la avvolge.

La torta Muratori, dedicata allo storico vignolese Ludovico Antonio Muratori, è a base di mandorle bianche.

Qual è la più buona? Non vi è una risposta unanime, dipende tutto dal palato di ciascuno di noi. Personalmente, le abbiamo provate entrambe e la preferenza è andata alla torta Muratori.

Visitare un’acetaia

La zona di Vignola è nota per la produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Visitare un’acetaia è senza alcun dubbio un ottimo modo per scoprire come questo nettare venga prodotto, a quale disciplinare sia sottoposta l’azienda che intende avvalersi del marchio D.O.P., la storia di questo prodotto – la cui ricetta viene tramandata da secoli.

Noi siamo appassionati di aceto balsamico, lo utilizziamo spesso nei nostri piatti. Per questo motivo, visitare l’acetaia ci è sembrata un’occasione da non perdere per valorizzare ulteriormente questo prodotto così particolare e prezioso.

La nostra scelta è caduta sull’Acetaia dei Bago, fuori dal centro storico della città. Scelta a dir poco azzeccata perché la visita con la proprietaria, la signora Patrizia, è stato un vero e proprio viaggio dei sensi. La degustazione finale un’armonia di gusto di cui le vostre papille gustative non potranno che esservi riconoscenti.

Fare una scorpacciata di ciliegie

Amanti delle ciliegie venite a noi, anzi venite a Vignola! Tra fine maggio e fine giugno, Vignola è “invasa” dalle sue famose ciliegie I.G.P., il “Durone” e la “Moretta” (solo per citarne alcune), raccolte manualmente e dalla polpa piuttosto croccante. Celebrate in aprile con la “Festa dei ciliegi in fiore” e nel mese di giugno con “Vignola … è tempo di ciliegie”, il loro sapore, così dolce e fruttato, fa sì che si ripeta nei secoli il famoso detto “una ciliegia tira l’altra”.

▶︎ In primavera, per ammirare al meglio i ciliegi in fiore, percorrete la “Via dei ciliegi”, un sentiero semplice di circa 10km con dislivello praticamente nullo che attraversa la campagna vignolese punteggiata di fiori bianchi.

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