Una giornata a San Patrignano

copertina post San Patrignano

È stato difficile riuscire a trovare le parole giuste per esprimere le fortissime emozioni provate durante la mia giornata in visita a San Patrignano.

Non si è trattata della mia prima volta all’interno della comunità, ci ero già stata per lavoro un paio di volte ma non avevo mai avuto l’opportunità di visitarla, quindi quando ho ricevuto la mail con le date disponibili non ci ho pensato due volte. Dovevo andarci.

Non entrerò nei dettagli della visita (per avere maggiori informazioni sull’organizzazione di questa comunità vi consiglio di visitare il loro sito). Vi lascio poche foto perché la mia intenzione non era quella di fare un reportage fotografico quanto di godere di questa opportunità al 100%.

Cercherò di comunicarvi quello che si prova durante la visita, le emozioni nell’ascoltare i ragazzi che ti accompagnano e che con una naturalezza talvolta spiazzante ti raccontano parte della loro vita, quella parte della loro vita che li ha portati fino alle colline di Coriano, a San Patrignano, la comunità fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978.

E nel cercare di fare questo mi farò aiutare da quanto raccontato da questi splendidi ragazzi che si sono duramente ripresi la loro vita, che sono letteralmente rinati e hanno maturato una nuova consapevolezza della vita.

Per questo ringrazio ovviamente la comunità e in particolare i miei (nostri – considerato che eravamo circa 20 persone) accompagnatori: Bianca, Alessia, Alessio e Gusalia, quattro persone davvero splendide e che spero di rivedere presto, magari a percorso terminato.

ragazzi San Patrignano
I miei accompagnatori

Visitare la comunità di San Patrignano: la mia esperienza

A San Patrignano si respira un vero senso di comunità, di ordine, di famiglia, ma soprattutto di rinascita, di grande forza di volontà. A Sanpa si percepisce sacrificio e tanta fatica. Perché percepisce? Perché rinascere costa fatica e noi esterni possiamo solo provare vagamente ad immaginare quanti sacrifici siano costati loro per arrivare dove sono adesso.

Non dimenticherò mai la mia prima esperienza a Sanpa: lavoravo come hostess in occasione di un convegno internazionale e non ero affatto preparata emotivamente a reggere (sì, reggere) il peso delle parole che scorrevano come fiumi in piena dai racconti dei ragazzi. Il risultato? Un pianto in un angolo del bagno che sembrava non terminare mai. Sì perché se per loro condividere questa parentesi negativa della loro vita è “normale”, ascoltare le loro storie – come potrete immaginare – non ha esattamente lo stesso effetto di un caffè con l’amica al bar. Ti spiazza, ti lascia senza parole, ti fa scattare in testa una miriade di domande e ti fa venire una gran voglia di abbracciarli forte. Ti fa anche sentire un po’ piccola di fronte a una tale forza.

Per certi aspetti mi ritengo molto fortunata, non sono mai stata attratta dalle droghe. Ero la tipica sfigata del gruppo da giovincella proprio perché non volevo “provare almeno una volta”: forse ho semplicemente avuto un po’ più forza di loro e ho detto no. Ascoltandoli, tuttavia, ti chiedi, anche se solo per un secondo, se avresti avuto la loro stessa forza di volontà, il loro coraggio nell’intraprendere questo percorso se avessi fatto la loro stessa scelta sbagliata.

Una scelta fatta per i motivi più svariati, perché la droga è una scelta facile, perché era difficile affrontare le emozioni e prendersi le proprie responsabilità, perché fuori non avevo più niente, perché così non sarei stata più una persona anonima.

Qualunque sia stato il motivo che li ha portati ad assumere droghe, la cosa importante è che a San Patrignano il (tuo) passato non conta, non sei giudicato per quello che hai fatto.

colline di San Patrignano
Le colline di Sanpa

Provi una sensazione di immensa felicità nel vedere ragazzi, spesso molto (troppo) giovani riprendersi la loro vita, far loro quei valori fondamentali che permettono di essere una persona migliore, guadagnarsi giorno dopo giorno quelle piccole cose che per noi sono scontate (tornare a studiare per esempio), ma soprattutto riuscire ad ottenere fiducia in se stessi e nei propri mezzi.

Ed è per questo che sono grata che esista una comunità come quella di San Patrignano perché, checché se ne dica, quando una cosa è buona, puoi impegnarti finché vuoi per opporti, però è buona.

Foto di copertina Pexels

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16 commenti

    1. Grazie mille, è stato molto emozionante nonostante non fosse la prima volta, ma quando si lavora non si riesce mai ad avere la stessa percezione delle cose…
      Grazie per essere passata
      Erica

  1. Non sapevo si potesse visitare San Patrignano! Questi sono i viaggi che mi piacciono, i viaggi pieni di emozioni ed esperienze, i viaggi che ti restano dentro!

    1. Solitamente Sanpa è aperta alle visite delle scuole e dei gruppi. Da quest’anno hanno stilato una serie di date in cui – tramite prenotazione – è possibile visitarla da “privato”. Se capiti dalle mie parti….
      Un abbraccio
      Erica

  2. Caspita che esperienza forte, ci credo che ti abbia segnata! Comunque non sapevo che Sanpa fosse visitabile, lo tengo presente! Ma la zona scuderie le hai viste? So che si allevano cavalli di razza che gareggiano in concorsi internazionali! (sono un’appassionata) *_*

    1. Normalmente è aperta alle scuole e ai gruppi, da quest’anno hanno fissato delle date dove anche i privati – prenotandosi – possono visitarla. Ovviamente è impossibile vedere tutto se si considera che si estende per oltre 400 ettari….
      Le scuderie le ho viste, non ho fatto molte foto, ero talmente immersa nella visita che la macchina fotografica è rimasta per lo più nella borsa ? I cavalli sono a dir poco stupendi, ne rimarresti estasiata! Se ti interessa http://visite.sanpatrignano.org/ qui trovi le date ancora disponibili.
      Un abbraccio Orsa 😉
      Erica

  3. Non credevo si potesse visitare la comunità. Dare l’opportunità anche ai privati di entrare in contatto con questi ragazzi e con le loro storie deve essere un’esperienza forte, come leggo dal tuo racconto, ma tanto emozionante!!

    1. E’ un’opportunità meravigliosa e ti scombussola completamente. Sono sempre più convinta che la conoscenza di un luogo, delle persone non possa che abbattere i muri dei pregiudizi e della becera ignoranza.
      Un abbraccio
      Erica

  4. Non vorrei confondermi ma se non sbaglio una mia amica ha visitato la cantina e poi ha cenato nel ristorante gestito dai ragazzi. In ogni caso, quello che fanno a San Patrignano è utilissimo per i ragazzi (sono giovanissimi a vedere dalle foto!) non solo perché li libera da una dipendenza, ma anche perché attraverso i progetti possono imparare un lavoro e questa cosa sicuramente li aiuterà ulteriormente quando dovranno riprendere la loro vita quotidiana.
    Buona serata ❤️

    1. Le cantine sono un qualcosa di unico! Anche io ho pranzato con loro (e si mangia pure bene…). Quanto al lavoro, vengono inseriti in uno degli oltre 50 settori sin dal 2° giorno in comunità, è uno dei modi migliori per farli tornare nella realtà!
      Buona serata ?
      Erica

  5. Che botta Erica. Sconvolgente ed emotivamente forte il tuo post. Un articolo su cui riflettere, profondo e intenso. Mi hai commossa fino alle lacrime, ho sentito tutta la forza delle tue parole.
    Non sono mai stata a visitare San Patrignano. Non c’è mai stata l’occasione, anche se mi sarebbe tanto piaciuto.
    Ma con te oggi ho affrontato una visita ricca di riflessioni, che va oltre la sola curiosità di scoprire un luglio nuovo. Qui si scoprono persone e storie toccanti, vere e fortissime, che devono far pensare.
    Grazie per questa testimonianza.
    Claudia B.

    1. Una botta davvero! Sono contenta di essere riuscita a trasmettere quelle forti sensazioni, si esce un po’ destabilizzati ma più consapevoli di una realtà che – purtroppo – va ben oltre i confini di Coriano.
      Un abbraccio
      Erica

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