Una delle cose da non perdere durante una visita a Santarcangelo di Romagna è senza dubbio la visita alla grotta monumentale pubblica. Se avete letto il nostro post sul borgo di Santarcangelo, saprete già che questo borgo gioiello della provincia di Rimini sorge su una vera e propria città sotterranea composta da oltre 160 grotte, in passato unite da un numero tale di cunicoli e gallerie da far stimare la loro lunghezza totale a 6km.
In realtà si tratta di ipogei artificiali e non di grotte tufacee. I materiali con i quali sono state creati, infatti, sono arenaria e argilla, non il tufo, di cui non vi è mai stata alcuna traccia. Sviluppatesi su ben otto livelli, costituiscono un vero e proprio mondo sotterraneo che, nel corso dei secoli, fu sfruttato per gli usi più molteplici.
Ricerche e documenti hanno infatti dimostrato che queste cavità sono state utilizzate:
- come granai, ghiacciaie e neviere;
- come cantine per la conservazione del vino;
- per conservare derrate alimentari;
- per nascondere i cereali;
- come luoghi di culto;
- come vie di fuga e rifugi in caso di assedio e bombardamenti.
Leggende legate alle grotte
Come tutti i luoghi di cui non si conosce appieno la storia, anche le grotte di Santarcangelo sono ancora avvolte parzialmente nel mistero. Ed è in questi casi che nascono le leggende e le storie più bizzarre, quelle che ti strappano un sorriso e che, allo stesso tempo, scatenano la fantasia perché in fondo c’è sempre quel dettaglio che ti fa pensare che non si tratti poi di una leggenda… Vediamone alcune legate alle grotte di Santarcangelo.
- La nascita del Sangiovese. Si narra che i frati francescani presenti a Santarcangelo fossero gradi produttori di vino rosso. In occasione della visita di un noto personaggio, i frati decisero di offrirgli il loro vino migliore. L’illustre ospite, rimasto estasiato dal vino, ne chiese il nome e uno dei frati gli rispose: “Sanguis Jovis” (Sangue di Giove, dal nome del colle su cui sorge Santarcangelo). Le due parole con il tempo vennero unite, formando la parola Sangiovese e iniziò a diffondersi. La passione dei Romagnoli per il Sangiovese è ben nota, tanto da far affermare al cardinal Tonini, che i Romagnoli mostrassero devozione solo per un santo, San Giovese!
- Vie di fuga. Un’altra leggenda narra che la famiglia Malatesta avesse ordinato la costruzione di un passaggio sotterraneo che permettesse la fuga in caso di assedio. Tale passaggio, lungo 1km, avrebbe collegato la Rocca alla Pieve di San Michele. Pare che Sigismondo Malatesta riuscisse a percorrerlo a cavallo in pochi minuti. Che dite, ci crediamo?
- I telai d’oro. Questa è senza dubbio la leggenda più bizzarra. Si narra che, in una grotta non ancora scoperta, siano custoditi dei telai in oro massiccio messi in funzione di notte grazie a dei tessitori-fantasma, antichi possessori di questi strumenti.
Le grotte monumentali
Nel sottosuolo di Santarcangelo di Romagna si trovano ben 5 grotte monumentali, due di queste pubbliche e visitabili. Si tratta di ipogei piuttosto estesi e dal grande fascino: lunghi corridoi ricchi di sale e nicchie che creano una sorta di labirinto dove è possibile cogliere lo spirito profondo di questo territorio.
Grotte dove le famiglie trovavano rifugio (ad eccezione delle grotte monumentali, quasi ogni abitazione del borgo possedeva una grotta), dove le nicchie ospitavano le botti di Sangiovese, dove le stanze a volta si alternano a sale circolari e gallerie a pettine.
Visitare la galleria monumentale pubblica significa, in realtà, vederne due. Infatti, la visita inizia entrando nella grotta Amati e termina uscendo dalla grotta Contradina. All’ingresso si inizia subito con una chicca: un colonnato e i resti del chiostro appartenenti alla chiesa francescana del XIV secolo che, fino alla Seconda guerra mondiale, si trovava in quella che oggi è Piazza Ganganelli dove ci sono le scuole elementari. Si tratta di una pre-grotta, in pietra.
La visita continua alla scoperta delle sue nicchie, delle stanze circolari dall’acustica perfetta dove, con l’aiuto della fantasia, si possono immaginare i riti legati al culto del Dio Mitra o i monaci Basiliani trovare il silenzio scegliendo le grotte come luoghi di ritiro.
▶︎ Curiosità: il primo documento attestante l’acquisto di una casa con grotta annessa risale al 1496.
Organizzare la visita alla grotta monumentale
- Le visite alla grotta monumentale sono esclusivamente guidate e organizzate dall’ufficio IAT. Sul sito ufficiale troverete tutti gli orari e giorni di apertura aggiornati.
- La temperatura interna è intorno ai 12°-13°, con un tasso di umidità che si aggira sull’80-90%. Tenete conto di questi due elementi quando aprirete l’armadio per decidere cosa mettervi. Scarpe da trekking non sono necessarie ma nemmeno le infradito e i sandali sono un’ottima idea!
- Il punto di incontro e di inizio della visita è l’ufficio IAT, a pochi metri dall’ingresso della grotta.
- Se siete un gruppo di almeno 8 persone, contattate l’ufficio e inserite anche la visita ad una delle grotte private.