Le Gole del Nera: Stifone e le Mole di Narni

Una vera oasi che sa regalare a chiunque la visiti paesaggi fiabeschi, una natura incontaminata e colori che variano dal verde smeraldo, il blu zaffiro, l’azzurro fino all’acquamarina. Crederete di essere alle Maldive, invece siete in Umbria, più precisamente lungo le Gole del Nera, tra il Monte Maggiore e il Monte Santa Rosa.

Dei colori così, in tutta onestà, non te li aspetti. Così come ti stupisci nel sapere che della sorgente che contribuisce a creare questo spettacolo, ricca di sali di potassio, magnesio e cloruro di sodio, ad oggi non se n’è ancora scoperta l’origine. Data l’alta concentrazione di minerali l’acqua non è potabile e, ovviamente, non vi vedrete nemmeno un pesce!

Al contrario, il fiume di persone ne ha viste parecchie, soprattutto in epoca romana. Lungo la riva sinistra del fiume Nera, infatti, sorgeva il porto dell’antica Narnia, utilizzato dai Romani per trasportare legname, cibo e laterizi dall’Umbria fino alla capitale dell’impero.

Le due località principali delle Gole del Nera sono Stifone e le Mole di Narni: solo una camminata di mezz’ora o appena 5 minuti di auto le separano, ma l’incredibile bellezza che riescono a sprigionare è sicuramente un elemento in comune.

Stifone, il borgo sull’acqua

Stifone è un borgo insolito, se non addirittura anomalo. Quando si pensa ai borghi, la prima cosa che viene in mente è un paese abbarbicato su una collina o una montagna. Ecco, nel caso di Stifone occorre scendere. C’è un piccolo parcheggio che può contenere circa una decina di auto e si procede lungo i piccoli sentieri o scalinate che dalla strada principale scendono verso il borgo. Dalla strada nessuno sarebbe in grado di immaginare quali meraviglie si celano a pochi metri.

Stifone era un porto. Sì, un porto in Umbria, avete capito bene. Qui i Romani costruirono le loro navi e trasportavano merci verso Roma. In questo piccolo borgo abitato da poche anime, infatti, il fiume Nera crea un’ansa e la particolare concentrazione di minerali nell’acqua le dona colori brillanti che vanno dal turchese al blu cobalto. I suoi stessi abitanti sono i primi ad affermare, visti i minerali presenti, che “manca solo l’oro”.

Questa meraviglia è diventata negli ultimi anni un cosiddetto Instagram spot: gli amanti di questo social devono tuttavia ringraziare non solo i colori dell’acqua, ma anche la presenza dei resti dell’abbandonata centrale idroelettrica. In quella che su Google Maps viene chiamata “Vasca profonda” si trova un luogo che richiama molto la Laguna blu.

Di fronte ad un’acqua del genere, la tentazione di fare un bagno è alta, anzi altissima. Tuttavia occorre fare attenzione: la balneazione è vietata a causa del pericolo di improvvisi aumenti del livello delle acque dovuti al rilascio di importanti quantità di acqua da parte della centrale idroelettrica. È vero che questo rilascio è segnalato dal suono di una sirena ma, in caso di blocco delle turbine, questo fenomeno avviene senza alcun preavviso.

⚠️ Aggiornamento 2023: l’accesso alla Vasca profonda è da quest’anno soggetto a fasce orarie e a pagamento. Sul sito ufficiale trovate le indicazioni per acquistare i biglietti in base all’orario scelto.

Passeggiando nel borgo sono ancora visibili alcuni degli antichi lavatoi, ancor oggi alimentati dall’acqua sorgiva delle sorgenti che scorrono sotto il livello dell’invaso. Proprio questa abbondanza di acqua ha fatto sì che a Stifone, sin dal Medioevo, vi fossero numerosi mulini. Il più famoso? Mola Alberti, presente praticamente in ogni scatto di Stifone.

Il borgo, con le sue case in pietra, custodisce la chiesa di Santa Marina, sfortunatamente chiusa al pubblico perché inagibile. Il ponte nuovo collega il borgo al percorso ciclopedonale, ricavata sul un tratto ferroviario dismesso Roma-Ancona, unendo Narni Scalo a Nera Montoro, vicino alle Mole di Narni.

▶︎ Il percorso è lungo 12km circa, andata e ritorno. Lungo il tragitto non vi sono né servizi igienici né servizi di ristoro.

Quando si cerca cosa vedere a Stifone, uno dei risultati indica il Monastero di San Giovanni (o Eremo di Santa Betta). Questo luogo si trova sull’altra sponda del fiume Nera ma ne sono rimasti pochi ruderi.

A circa 1km, in direzione Mole di Narni, si arriva al sito con i resti dell’antico cantiere navale romano. Rinvenuto nel 1969, si trova a ridosso di quello che era il porto fluviale dell’antica Narnia. Il sito non è accessibile e si pensa sia sorto durante la prima guerra punica, quando i Romani ebbero bisogno di organizzare una grande flotta per fronteggiare Cartagine.

Le Mole di Narni

A poca distanza dai resti del cantiere navale si trovano le Mole di Narni. Nonostante il nome plurale, si tratta di una piscina naturale dall’acqua turchese e verde smeraldo, così cristallina da non sembrare vera, creata dal fiume Nera. Nonostante vi siano spesso parecchie persone intente a fare il bagno, come nel caso di Stifone (e per le stesse motivazioni), anche qui la balneazione è vietata.

Si tratta di un luogo che riesce a stregarvi tanta è la bellezza dell’acqua. Complice anche l’ingresso libero e la recente creazione di pedane (chiamate solarium) dove prendere il sole, è ideale per godersi una giornata in mezzo alla natura (selvaggia) e rinfrescarsi (solo i piedi eh?) nelle sue gelide acque. Qui, infatti, la temperatura si aggira intorno ai 10°-15°.

▶︎ Come arrivare alle Mole di Narni: impostate il navigatore su “Solarium fiume Nera” (Via dello Stabilimento). Parcheggiate lungo la strada e scendete lungo la breve stradina che porta alle Mole.

⚠️ Aggiornamento 2023: la strada di accesso, causa lavori di manutenzione, è ad oggi chiusa. Inoltre, non siamo riusciti a trovare conferma di un possibile pagamento per l’accesso.

▶︎ Il giorno della nostra visita, nel piccolo spiazzo che precede la strada per le Mole abbiamo trovato un chiosco che prepara panini molto sfiziosi. Non sappiamo, tuttavia, se sia presente tutti i giorni. Nel dubbio, portatevi acqua e qualcosa da mangiare perché, in assenza di questo, non vi sono altri punti ristoro in zona.

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