Uno dei borghi più belli della Valconca, Gemmano è famoso per le sue splendide grotte di Onferno e per un patrimonio naturalistico unico nel suo genere, ben conservato e caratterizzato anche dalla presenza dei calanchi. Un territorio dove il tempo scorre lentamente e dove pare che Dante Alighieri, nel suo viaggio (o meglio fuga) da Firenze per raggiungere Ravenna, abbia trovato rifugio nelle grotte di Onferno, diventando fonte di ispirazione.
Anche la Seconda guerra mondiale ha lasciato a Gemmano il suo segno indelebile su questo territorio. Avamposto importante lungo la Linea Gotica, il paese era presidiato dal 100° Reggimento Gebirgsjäger tedesco, incaricato di rallentare l’avanzata degli Alleati.
Tra il 4 e il 15 settembre 1944, Gemmano fu soggetto ad uno dei combattimenti più pesanti di tutta la campagna d’Italia. Gli contri con l’esercito britannico portarono alla distruzione del paese e a numerose perdite, sia civili che militari. Ancora oggi sono visibili i segni in quella che fu definita la “Cassino dell’Adriatico”, in particolare i rifugi di guerra, cavità scavate nella roccia dove la popolazione – non solo gemmenese – trovò rifugio durante gli attacchi.
Il sentiero della memoria
I luoghi legati alla Linea Gotica sono diventati i punti principali di interesse del sentiero della memoria, un giro ad anello suggestivo tra memoria storica e natura, un trekking adatto a tutti che si sviluppa tutto all’interno del territorio gemmanese. Alcuni dati tecnici:
- Segnaletica CAI: il sentiero è ben tracciato – seguire sempre le indicazioni per Gemmano/Sentiero della Memoria/019.
- Traccia gpx
- Dislivello: 220m
- Lunghezza: 7km
- Durata: circa 2h30
- Difficoltà: E (il dislivello non è eccessivamente impegnativo, pertanto chiunque abbia un minimo di allenamento può percorrere questo tracciato. Scarpe da trekking obbligatorie).
Il sentiero inizia da piazza Roma, il cuore del borgo di Gemmano. Seguendo la segnaletica, si raggiunge in poco meno di 10 minuti il primo punto di interesse, un rifugio di guerra, uno dei più grandi del territorio, proprio sotto le mura, in grado di ospitare fino a 84 persone. Scavato nel tufo, ciò che si può ammirare oggi è una parte di quella che doveva essere la sua originale estensione. Il deflusso dell’acqua piovana dal versante superiore della collina deve averne causato il crollo parziale.
Risalite lungo lo stesso sentiero e riprendete la strada asfaltata che vi condurrà, costeggiando il cimitero, fino alla croce del Monte Gardo. Denominato “Quota 449” durante la guerra, qui si scontrarono gli alpini tedeschi e l’esercito inglese e qui, nella terra circostante, furono sepolte le vittime.
Dal Monte Gardo si prosegue in discesa, attraverso un sentiero che attraversa campi coltivati e da cui si gode una vista mozzafiato su San Marino e la costa. Terminato il tracciato su strada agricola, si prosegue su quella asfaltata per un breve tratto che vi condurrà ad un bivio. Tenete la destra. Noterete una chiesa, chiusa al pubblico, con annesso parcheggio. Entrate nel parcheggio e prendete il sentiero in discesa che vi condurrà al rifugio Lamacce.
Risalite e tornate indietro fino al bivio, proseguendo questa volta a destra per raggiungere l’abitato di Zollara (via Giuseppe Verdi). Scendete a destra (la segnaletica CAI si trova sul muretto adiacente alla fermata del bus) e, dopo circa un centinaio di metri, proseguite lungo un sentiero di mezzacosta. Camminerete nel fianco della collina, su una strada di campagna, accompagnati dalla vista sui calanchi e sulla Valconca e dove incrocerete anche un antico lavatoio. La Rocca di Montefiore Conca sarà, inoltre, una presenza costante.
Al bivio tenete la destra e imboccate la discesa che vi permetterà di raggiungere l’ex chiesa di Farneto. Qui, durante la guerra, accadde un atto a dir poco eroico. Venuti a conoscenza del fatto che alcuni partigiani si stessero nascondendo in queste zone, i tedeschi individuarono sei civili che li avevano aiutati a scappare e minacciarono di fucilarli. Don Antonio Marcaccini, parroco di Farneto dal 1935 al 1956, si offrì al posto loro, evitandone la morte certa. Dato il suo ruolo (e l’avanzata degli Alleati che ormai erano alle porte del paese), anche lui venne risparmiato.
Tornate leggermente indietro e prendete il sentiero in discesa (attenzione al fondo fangoso che si può presentare in caso di pioggia nei giorni precedenti l’escursione) che vi porterà fino ad un piccolo bivio con una piccola edicola dedicata alla Madonna. Proseguite a sinistra per alcuni metri fino a trovarvi di fronte al tratto più impegnativo di tutto il sentiero. Vi aspetta una breve salita su fondo di pietra. Passi brevi e costanti e si farà senza particolari problemi. L’ultimo tratto è su strada asfaltata in leggera salita: in pochi minuti tornerete al parcheggio.
Il “sentiero della memoria” è solo uno dei numerosi percorsi ed escursioni che è possibile fare nel territorio di Gemmano e in tutta la Valconca. Provate anche il sentiero dei crinali e raggiungete la vetta del monte Croce, non ve ne pentirete. Un ulteriore modo e opportunità per conoscere meglio il cuore della Romagna.