La mia passione per i castelli è ormai nota, non riesco proprio a resistere. D’altronde, come si fa a non scatenare la propria immaginazione di fronte a passaggi segreti, botole, arredi e suppellettili a cui manca “solo” la tecnologia per essere considerati oggetti moderni? Fatta questa premessa, in occasione della Pasquetta, abbiamo colto l’occasione di visitare il Castello di Montefiore Conca, detto anche Rocca Malatestiana.
Una vera perla del nostro entroterra romagnolo, dalla forma piuttosto inusuale e da cui, specialmente nelle belle giornate primaverili, si riesce a scorgere addirittura Ancona. Montefiore Conca, oggi uno dei borghi più belli d’Italia, insieme a tutti i territori appartenenti alla famiglia Malatesta, in epoca medievale fu una zona di passaggio e confine fra Stato Pontificio, principati del Sud e Casati del Nord. Un territorio che, proprio per la sua posizione, doveva essere piuttosto instabile ma che così non fu, proprio grazie ai Malatesta.
Indice
Il Castello di Montefiore Conca: brevi cenni storici
Montefiore Conca divenne proprietà della famiglia Malatesta, signori di Rimini, nel 1322. È a Ungaro Malatesta, in particolare, che si deve l’abbellimento e l’ampliamento del castello. Pensate che la struttura era completamente autosufficiente, aveva persino un mulino eolico sul tetto per la macinatura (chi non ce l’ha al giorno d’oggi 😅). Vogliamo anche parlare del circuito di contenimento delle acque e delle fosse per i rifiuti? Ecco, magari non conoscevano ancora la raccolta differenziata ma, per l’epoca, i nostri cari (e anche un po’ pazzi) Malatesta non avevano granché da imparare quanto a gestione, non credete?
Il Castello attraversò un periodo di declino quando i Malatesta abbandonarono Montefiore nel XV secolo. I Cappuccini – prima – un sisma e la Seconda Guerra Mondiale – poi – lasciarono il segno del loro passaggio. I primi, in particolare, pensarono bene di portarsi via non solo mobili, arazzi e pezzi di stucchi ma anche le inferriate!
I restauri portarono alla luce non solo oggetti di uso quotidiano, quali vetri, bicchieri, vasellami ed ampolle, ma anche meravigliose ceramiche. A tal proposito, quando visiterete il Castello, vi sarà fatta notare la differenza fra le ceramiche di produzione locale – dai colori più tenui – e quelle di produzione veneziana – sfoggiate nelle occasioni speciali.
E questo piatto con lo stemma del Montefeltro? Cosa c’entra nel castello? Qual è la connessione? Nessuna, evidentemente era piaciuto molto e, di conseguenza, acquistato.
È ora arrivato il momento di accompagnarvi nelle due sale principali del castello. Pronti?
Il Castello di Montefiore Conca: la Sala dell’Imperatore
Commissionata da Ungaro Malatesta, in passato doveva presentare un soffitto a volta completamente affrescato a cielo e stelle d’oro (non vi ricorda molto la Cappella degli Scrovegni?) e altri affreschi nella parete destra. Questa sala doveva proprio essere imponente, con arazzi, mobili piuttosto ricercati e addirittura un ballatoio in legno, usato dai musicisti durante le feste. Sono ancora visibili i fori nella muratura dove si trovavano le travi.
Per questa sala, affrescata da Iacopo Avanzi (pittore che lavorò in tutte le tenute di famiglia), i Malatesta spesero una follia. Dovevano proprio amare tanto questo castello!
Il Castello di Montefiore Conca: la Sala del Trono
Situata al piano nobile, questa sala priva di affreschi veniva utilizzata come sala di rappresentanza. Qui si firmavano trattati ed accordi, si svolgeva la vita politica. Qui furono anche alzate le volte durante la fase di ampliamento del castello e qui è custodito un affresco che doveva trovarsi nella cappella privata, dedicata a Sant’Agata, di cui non si conosce l’esatta posizione.
Ma soprattutto, è qui che si è palesato per la prima volta il fantasma di Costanza Malatesta d’Este.
Costanza Malatesta d’Este
Figlia di Malatesta Ungaro e Violante d’Este, è lei la protagonista della leggenda legata a questo castello. E secondo voi potevamo non volerne sapere di più?
Unica figlia legittima di Ungaro, Costanza fu data in sposa allo zio Ugo D’Este, il quale la rese vedova dopo soli sei anni di matrimonio (immaginatevi la sua disperazione 😂). Perché Costanza era così particolare? Alla morte del marito, Costanza, già benestante di suo e con una bella eredità, tornò in Romagna per non essere costretta a sposare un discendente dei Malatesta (gli usi dell’epoca volevano che non potesse rimanere vedova). Presso la corte dello zio Galeotto, riprese la sua vita all’insegna delle feste, al non rispetto dei doveri di corte e di alcuni dettami tipici della donna medievale. Non era proprio incline all’ubbidienza, vero?
Proprio questo suo comportamento poco convenzionale portò la bella Costanza ad innamorarsi e avere una storia d’amore con un soldato tedesco, tale Ormanno. Storia d’amore che venne scoperta dallo zio il quale, dall’alto della sua comprensione, decise che entrambi avrebbero meritato la morte. Mai avrebbe permesso che l’onore della famiglia si macchiasse di un tale scandalo!
Fu così che, grazie a due sicari, lo zio riuscì a liberarsi dei due amanti. Sì, avete capito bene, furono necessari due killer. Questo perché il primo tentativo portò alla morte – con amputazione della mano prima – del solo Ormanno (pare che il sicario non si sia sentito di portare a termine la missione – che la bella Costanza lo abbia convinto in qualche modo?). Tuttavia, Costanza venne uccisa alcuni giorni dopo da un secondo sicario il quale, evidentemente, si fece meno scrupoli.
Si narra che i fantasmi dei due amanti siano rimasti nel castello per far conoscere la loro storia d’amore. La Compagnia di Ricerca, nello specifico, durante delle rilevazioni, vide due forme: una raffigurante una donna dall’abbigliamento tipico dei nobili medievali e una di un uomo con la mano mozzata.
Resta “solo” un mistero: l’effettivo anno di morte di Costanza. Non si spiega, infatti, la discrepanza fra l’anno ufficiale di morte, 1378, e un atto notarile in cui se ne decreta la scomparsa redatto nel 1384, sei anni dopo. Dite che prima o poi si scoprirà la verità o rimarrà un mistero legato a questo castello come il tesoro di Sigismondo Pandolfo Malatesta che si dice lo abbia nascosto proprio qui?
Informazioni utili
- Orari e giorni di apertura (2020): martedì – domenica, dalle 10 alle 19.
- Visite guidate ogni ora (prenotazione obbligatoria)
- Per info, calendario eventi e prenotazioni chiamare 0541/980179 o consultare la pagina Facebook.
In collaborazione con Castello di Montefiore Conca
14 commenti
Ciao ti ho nominato a gli Liebster Awards. Guarda il mio ultimo post in http://www.veneziaeilveneto.com
Grazie mille, sono appena passata sul tuo blog 😉
Anche io sono innamorata dei castelli e delle leggende che animano alcuni luoghi. Non sapevo di questo castello. Lo visiterò sicuramente nella mia prossima vacanza di agosto in quel di Riccione.
Ti aspettiamo molto volentieri e se vorrai un paio di ciceroni romagnoli doc non dovrai fare altro che chiedere 😀
Anche io mi sto appassionando ai castelli! devo essere passata una volta per questo borgo, ricordo una strada stretta a senso unico alternato…può essere?
Ricordi benissimo! La strada è ancora così ma il borgo è migliorato molto, è diventato molto più carino!
Bellissimo castello, neanche troppo lontano da noi, un’ottima idea per una gita domenicale ( la mia principessina 5enne adora anche solo la parola CASTELLO!)
Se adora la parola allora sono convinta che si sbizzarrirebbe in un posto così. Quando abbiamo noi la visita c’erano dei bimbi che non smettevano di fare domande super curiose alla guida 🤣
Ciao! È un vero peccato che certe residenze d epoca siano spesso abbandonate. I lavori di restauro spesso richiedono tanto tempo e investimenti importanti. Per questo spesso non si riesce a recuperarela vera essenza di.un luogo. Ed è un vero peccato!
Sì, lo è. In questo caso anche la guerra mondiale ci ha messo del suo 😔 Per fortuna sono intervenuti prima che fosse troppo tardi e, a detta di molti esperti del settore, i restauri sono stati fatti in modo eccellente rispettando i criteri dell’epoca. Magra consolazione…
Sai che anche io ultimamente comincio ad appassionarmi a castelli, botole, passaggi segreti e quant’altro? E comunque devo dire che i Malatesta era decisamente moderni e non me lo immaginavo proprio io!
Era una famiglia molto particolare, in parte capisco perché noi romagnoli siamo così, a volte un po’ pazzi 😂
Non lo conoscevo! Lo aggiungo assolutamente dai posti da visitare. Grazie per avermelo fatto conoscere.
è un piacere far conoscere realtà così belle e di nicchia! Ti auguriamo di poterlo visitare presto!