Montalto delle Marche si trova in una sorta di “terra di mezzo”: abbarbicato sulle verdeggianti colline marchigiane, è equidistante sia dal mare che dalla montagna. Volete andare a farvi un bel bagno al mare? In mezz’ora raggiungerete Cupra Marittima e Grottammare. Avete voglia di fare un bel giro in montagna, magari con trekking incluso? In meno di un’ora troverete i Monti Sibillini ad attendervi in tutto il loro splendore. Montalto delle Marche è uno dei borghi della provincia di Ascoli Piceno da non perdere.
Nonostante i suoi insediamenti risalenti all’epoca protostorica, romana e medievale, Montalto delle Marche è oggi famosa soprattutto per aver dato i natali a due personaggi storici importanti: Felice Peretti, futuro Papa Sisto V, e Giuseppe Sacconi, progettista del Vittoriano (o Altare delle Patria) a Roma.
▶︎ Per dovere di cronaca, Sisto V non nacque a Montalto ma vi visse dall’età di 9 anni. Questo non gli impedì di avere un ruolo significativo, nel bene e nel male, nello sviluppo della città: vi istituì la Zecca (che rimase attiva fino alla fine del suo pontificato), il mercato settimanale e il servizio di medico condotto. Pensate che nel 1587, il Pontefice aveva progettato di trasferire il Santo Sepolcro di Gerusalemme nella Cattedrale di Montalto, sua “patria carissima”, un progetto talmente imponente che per fortuna fu abbandonato.
Se oggi l’ammirazione per Sisto V da parte dei cittadini di Montalto è ancora presente tanto da dedicargli un cocktail, il “Papa tosto” è altresì noto per aver “dato il via” ad un detto molto particolare, “meglio un morto in casa che un marchigiano sulla porta”. Lo avete mai sentito dire? Spiace ammetterlo ma noi in Romagna lo conosciamo molto bene, anche se è stato solo dopo aver visitato Montalto delle Marche che siamo venuti a conoscenza della sua origine. Sì perché Sisto V scelse come esattori dello Stato Pontificio proprio dei suoi concittadini marchigiani, i quali non ebbero proprio un compito ambito da tanti! È facile intuire che al tempo fosse preferibile avere un lutto invece di pagare le (esose) tasse.
Noi preferiamo ricordare Montalto delle Marche non per il suo essere stata una filiale seicentesca dell’Agenzia delle Entrate made in Vaticano, quanto per i luoghi preziosi che ancora conserva dentro e fuori le mura del suo centro storico. Questo borgo della Valdaso, infatti, cela dei tesori che mai vi aspettereste di trovare!
Indice
Cosa vedere nel centro storico
Montalto delle Marche ci ha accolti con in una soleggiata giornata primaverile che ci ha permesso di godercela con calma, assaporando tutte le sue sfumature. Il borgo storico trasuda aneddoti che attendono solo di essere raccontati: chissà cosa si cela dietro le porte di alcuni antichi palazzi di questo paese dove fu redatto il terzo più antico catasto delle Marche e i cui cittadini lottarono sconfiggendo numerosi mercenari che volevano conquistarlo, arrendendosi solo di fronte alla potenza degli Sforza prima, e dei Della Rovere poi.
Piazza Sisto V e le sue perle
Con un concittadino così famoso, Montalto delle Marche non poteva non dedicargli almeno una piazza. Ciò che più la rende affascinante, tuttavia, sono due edifici in particolare:
- la Cattedrale di Santa Maria Assunta;
- Palazzo della Signora.
Nel caso della Cattedrale di Santa Maria Assunta, Papa Sisto V ci mese lo zampino, nel senso che fu lui a volerla. Per costruirla fece addirittura spianare un colle per poi utilizzarne le pietre vive per riempire le fondamenta. Diciamocelo, il Pontefice non andava per il sottile ed era molto determinato ad ottenere ciò che voleva. Sisto V morì prima della conclusione dei lavori ma siamo sicuri sarebbe stato soddisfatto nell’ammirare una chiesa di ben 1.800mq e con sei campane.
Di fronte alla cattedrale si trova Palazzo della Signora. Chi è la Signora? Si tratta di donna Camilla, sorella di Sisto V. Ciò che si nota subito del palazzo sono le due scritte ai lati della torretta con l’orologio: “A.M. Il tempo è moneta” e “D.G. Prega e lavora”, dove A.M sta per Ad maioram e D.G. per Dei gloriam.
Oggi il palazzo è sede del Museo Sistino Vescovile di arte sacra. Purtroppo, a causa dei danni del sisma del 2016, il museo non è visitabile. Peccato, perché ci sarebbe piaciuto ammirare il famoso Reliquario di Montalto, capolavoro trecentesco di arte orafa francese donato da Sisto V alla città, interamente realizzata in oro, smalto e argento dorato, arricchito da gemme, perle e cammei.
Castello della Rocca: Palazzo Paradisi e il Belvedere R. Cacciamani
A pochi metri da piazza Sisto V si trova l’antico Castello della Rocca che include Palazzo Paradisi e la chiesa di San Pietro. Il palazzo nobile ospita oggi mostre ed eventi e prende il nome dalla famiglia proprietaria. A pochi passi dall’ingresso del palazzo si trova la chiesa di San Pietro (ex cappella del palazzo dove si trovano le spoglie del primo vescovo di Montalto) e, a fianco, una delle terrazze panoramiche più belle di Montalto, il Belvedere Renato Cacciamani. Da qui vi potete godere una vista su piazza Sisto V e sulle colline circostanti.
Piazza Umberto I
Passeggiando (e risalendo) le vie del borgo si arriva a piazza Umberto I, su cui si affacciano diversi edifici importanti di Montalto:
- la storica sede del Municipio;
- la chiesa di San Nicolò;
- la Pinacoteca Civica, il Museo delle carceri e il Museo etnografico “L’acqua, la terra, la tela”, tutti attualmente chiusi a causa inagibilità della struttura post terremoto.
- il palazzetto della Torre Civica, oggi ospitante l’archivio storico comunale, nonché gli antichi statuti di Montalto, Porchia e Patrignone.
Cosa vedere fuori dal centro storico
Montalto delle Marche non ha solo un suo prezioso centro storico, con il suo antico incasato e gli affascinanti palazzi nobiliari. A pochi chilometri dal borgo, infatti, si trovano tre chicche da non perdere, due frazioni (in passato castelli) e un mulino.
Porchia e Patrignone
Questi due antichi territori, dal 1866 frazioni di Montalto, vantano origini che risalgono addirittura alle invasioni barbariche. Porchia fece parte dei castelli di Ascoli e diede i natali al primo vescovo di Montalto, Paolo Emilio Giovannini. Impossibile non notare, una volta arrivati, il torrione poligonale del ‘300, costruito a scopo difensivo.
▶︎ Curiosità: i fornaciai locali furono coloro che fornirono i mattoni per costruire la nuova cattedrale voluta da Sisto V
Patrignone, considerata la sua posizione su una rupe e il continuo saliscendi lungo le vie, viene soprannominata “la piccola Urbino”. A differenza di Porchia, Patrignone diede i natali alla famiglia Bonfini, i cui membri furono noti artisti e umanisti. Alcune delle loro opere sono ancor oggi conservate nelle chiese del paese.
Il mulino fortificato di Sisto V
Si tratta di un raro esempio di mulino fortificato nelle Marche, il cui nome è dovuto al fatto che nel 1567 i Priori di Montalto lo concessero per cinque anni al futuro Papa Sisto V e a sua sorella Camilla. Questi ultimo avrebbero goduto delle rendite del mulino a scomputo dei 600 fiorini che Camilla avrebbe prestato alla città.
Nel 1797, inoltre, sotto Pio VI, per alcuni mesi il mulino si trasformò in Zecca di stato. Oggi il mulino presenta ancora la sua antica struttura. Disposto su tre livelli, all’interno è ancora possibile osservare le macine utilizzate per lavorare il frumento, i locali utilizzati un tempo come dimora del mugnaio e quella che una volta era il cammino di ronda, poi piccionaia, oggi sala per conferenze, eventi e matrimoni.
▶︎ Per visitare il mulino, contattate la Pro Loco Lago ’93.
Dintorni di Montalto delle Marche
A meno di un’ora di auto da Montalto delle Marche ci sono numerosi borghi da visitare, molti dei quali facenti parte del territorio della Valle dell’Aso:
- Castignano;
- Offida;
- Montedinove;
- Ripatransone;
- Montottone;
- Montefiore dell’Aso;
- Moresco e Monterubbiano;
- Grottammare (30 minuti);
- Cupra Marittima (30 minuti);
- Ascoli Piceno (45 minuti).