Street art a Forlì: dove trovarla, mappa

Pensate all’estensione del territorio romagnolo. Fatto? Ora provate a pensare a quale sia la città più popolosa. Con tutta probabilità avrete detto Ravenna, Ferrara o Rimini. E in effetti oggi si contendono il primato ma in passato, per centinaia di anni, è stata Forlì la detentrice del titolo. “Furlè”, come viene chiamata da noi romagnoli, nel XIX secolo si era conquistata il nome di “zitadòn” (cittadone), a testimonianza della sua grandezza – soprattutto rispetto alle città vicine.

Abbiamo sempre avuto un rapporto particolare con Forlì: manager ha fatto la specialistica lì e anche io, se non ci fosse stata anche Roma in ballo, sarei finita lì a studiare. Lo ammetto, l’avevo sempre trovata una città grigia, senza tanti stimoli ma, con gli anni, mi sono dovuta ricredere. E la mia ultima visita ha ulteriormente confermato questa idea.

Forlì e la street art

La vera storia d’amore fra Forlì e la street art è nata nel 2018, con la creazione dello “Street Art Festival Forlì Murali”.

Due le edizioni realizzate finora, entrambe dal tema molto interessante e che ha, visti i risultati, stimolato non poco gli artisti.

Edizione del 2018

Nel 2018, la prima edizione è stata dedicata alla Costituzione della Repubblica Italiana. Un esordio con il botto vista la collaborazione di alcuni dei grandi del movimento della street art italiano:

  • Millo con “Pari dignità” e Eron, entrambi con opere dedicate all’art. 3 della Costituzione;
  • Moneyless;
  • Zed1, con un murale ispirato all’art. 1;
  • Gola Hundun, Sardomuto e Camilla Falsini, tutti e tre ispiratisi all’art. 9;
  • Hope, con un’opera sull’art. 33.

Le loro interpretazioni della Costituzione rispecchiano chiaramente, nell’esecuzione, i rispettivi artisti. Il risultato è un insieme di opere talvolta poetiche e sognanti, altre criptiche o piuttosto esplicite. Ad aiutarvi nella comprensione di ogni murale realizzato nelle due edizioni, un QR code che, se inquadrato, rimanda alla descrizione del muro, con storia dell’artista, esegesi e significato sociale, nonché alcuni curiosi aneddoti.

Quello che più ci ha colpiti? Il trompe l’oeil di Eron, non appena varcato il voltone di San Domenico, porta di accesso al ghetto ebraico di Forlì nella prima metà del ‘900.

Una serie di panni stesi tra cui spicca, tristemente, una divisa da prigionieri dei campi di concentramento. Se lo si guarda da lontano, il murale sembra tutto tranne che dipinto: un capolavoro non solo dal punto di vista tecnico ma in grado di esprimere a pieno il significato dell’articolo 3 della Costituzione:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

murale Eron Forlì costituzione
Murale di Eron

Nello stesso anno, grazie al festival, 80 giovani street artist locali (e non solo) hanno avuto l’opportunità di esprimersi. Per loro fu messo a disposizione il parcheggio di piazza Guido da Montefeltro, comunemente chiamato “la Barcaccia”, a pochi metri dai Musei San Domenico. Un contrasto, quello tra l’arte urbana e il museo, considerato il luogo della cultura “alta”, fortemente voluto e ben riuscito. Barcaccia Underground è una galleria di graffiti, murales e lettering che ricoprono le pareti e perfino le colonne di quello che prima di questo intervento, era un parcheggio decisamente squallido e in assoluto stato di degrado.

👉 A pochi metri dai Musei San Domenico, non perdetevi l’opera di Gomez, realizzata nel 2016. Il titolo, “Melodia del sogno e della realtà”, ben si addice al murale che rappresenta una donna stanca la quale, come rapita dalla magia della musica, riesce ancora a suonare le corde – vere – di un’arpa.

Edizione del 2019

La seconda edizione del festival, nel 2019, ha visto come tema quello del Rinascimento italiano, scelto anche per celebrare i 200 anni della nascita di Aurelio Saffi, politico repubblicano e accademico nato a Forlì e a cui è dedicata la piazza principale della città.

Ecco le opere realizzate:

  • Hyuro, con il suo murale dedicato all’invenzione della fotografia;
  • Ravo (un maestro nel riprodurre classici su pareti molto ampie) con “Allegoria del progresso”, dove una figura femminile rappresenta l’Italia nell’unità nazionale, appoggiata su un grande libro, simbolo del sapere, e circondata da putti, testimoni di modernità e progresso;
  • Basik, con il murale che rappresenta la combinazione del martirio di Santa Lucia e il ragionamento dei 15 minuti di popolarità di Warhol. Una “giovane santa” che si copre gli occhi per evitare la sovraesposizione alla luce a causa della diffusione dei social network e delle immagini pubbliche. La luce, tra i flash del periodo risorgimentale e degli schermi digitali di oggi.
  • Sema Lao con il suo murale raffigurante Aurelio Saffi e sua moglie Giorgina.
  • Associazione “Romagna in fiore” con un’opera collettiva in omaggio alla storia dei treni e alle ferrovie romagnole.

Non solo Festival Murali

Oltre al murale di Gomez, meritano di essere ammirati anche le due opere dedicate al golpe del 1973 in Cile in via Minardi e in viale Roma.

Infine, in attesa che possa essere organizzata una terza edizione del festival Murali, fate un salto alla palazzina Ex ATR e godetevi il murale creato da Andreco.

Mappa interattiva dei murales di Forlì

Come nel caso della street art a Ravenna, anche a Forlì la maggior parte dei murales si trova in pieno centro storico, in due zone in particolare, tutte raggiungibili con una comoda e piacevole passeggiata:

  • dietro l’Abbazia di San Mercuriale, più precisamente lungo via Nullo, via Maceri e via Fratti;
  • zona dei Musei San Domenico.

Nella mappa interattiva di seguito trovate tutti i murales di cui vi abbiamo parlato. Ringraziamo Informa Giovani Forlì per la sua realizzazione.

Numericamente parlando, Forlì non è (ancora) paragonabile a città come Berlino, Londra, ma anche Bordeaux o il piccolo borgo di Saludecio ma siamo sicuri che sempre più muri, in futuro, verranno ricoperti di splendide opere, ognuna con un proprio racconto, una storia che attende solo di essere raccontata.

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6 commenti

  1. Al primo sguardo il murale di Eron mi ha ingannata! Credevo si trattasse di veri panni a stendere!
    Bello che ci sia un filo comune in ogni edizione

    1. Devo dire che inizio ad apprezzare questa scelta di legare le opere ad un unico tema e a Forlì, per ora, hanno scelto due temi molto interessanti e difficili da interpretare.

    1. Concordo, avere un filo conduttore permette anche al visitatore di sentirsi meno “perso”. Il Murale di Millo è davvero splendido e rende appieno il concetto.

  2. Non sapevo di questa bellissima street art a Forlì! E’ una città che avevo valutato due anni fa. Ti ricordi quando ti avevo chiesto consigli su cosa fare vicino a Rimini? Tra le mete avevo pensato pure a Forlì. Poi alla fine ho scelto Santarcangelo, ma mi piacerebbe scoprire meglio la Romagna e le sue città!

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