Famosa per il suo Carnevale, Cento è anche soprannominata “la piccola Bologna” grazie ai suoi portici e al suo centro storico che ricordano tanto il capoluogo dell’Emilia Romagna (sebbene sia in provincia di Ferrara). È una delle tante cittadine da cui forse non ti aspetti tanto ma che, una volta lì, sanno sorprenderti. Il fatto di trovarsi a circa 40 minuti in auto da Modena, Bologna e Ferrara, la rende una meta ideale per una gita fuori porta, magari abbinata alla visita ai murales di San Giovanni in Persiceto.
La sua posizione le è valsa una storia piuttosto turbolenta. Nei secoli, solo per citare alcuni momenti importanti, passò sotto il controllo dello Stato Pontificio e degli Estensi (grazie al matrimonio tra Alfonso I d’Este e Lucrezia Borgia), con una breve parentesi di dominazione austriaca a fine ‘700. A Cento, nel 1543, Alberto Accarisio stampò il primo vocabolario della lingua volgare e, nel 1591, nacque il Guercino. Nel 1632, infine, per esorcizzare la fine dell’epidemia di peste che aveva stremato la popolazione, fu organizzato il primo carnevale.
Cosa vedere a Cento: passeggiata nel centro storico
Cento è una cittadina dal centro storico raccolto: è infatti visitabile a piedi in mezza giornata e con tutta tranquillità. I ritmi sono lenti, scanditi dal caffè al bar e dalla partita a carte al circolo. Tutti si conoscono e, se capitate nel fine settimana, riuscirete a sentire il profumo di sugo fuoriuscire dalle finestre, pronto per la pasta della domenica.
Non citeremo né la Pinacoteca di San Lorenzo (ex Chiesa di San Lorenzo attualmente chiusa ma dove è possibile ammirare numerose opere del Guercino), né la Pinacoteca civica “Il Guercino” (riaperta al pubblico a novembre 2023) né la Basilica Collegiata di San Biagio poiché non abbiamo potuto visitarle.
Il nostro itinerario toccherà le seguenti tappe:
- Castello della Rocca
- Convento Madonna dei Cappuccini (Santuario Madonna della Rocca)
- Corso del Guercino
- Piazza Guercino con la statua dedicata all’artista
- Casa Pannini
- Chiesa di Santa Maria Maddalena
- Il Giardino del Gigante
La nostra piacevole passeggiata nel centro storico di Cento inizia dal Castello della Rocca (o la Rocca). Il suo aspetto attuale si deve al cardinale della Rovere (futuro papa Giulio II), acerrimo nemico degli Estensi. Costruito nel 1378 per frenare le ambizioni di autonomia dei centesi, aveva una funzione prettamente repressiva e di carcere, spesso nei confronti degli stessi abitanti di Cento. Oggi è visitabile su richiesta.
A pochi metri dalla Rocca, proprio all’inizio di Corso Guercino, sulla destra si trova il convento Madonna dei Cappuccini (o Santuario Madonna della Rocca). La particolarità di questa chiesa sta nell’affresco della Madonna con Bambino situato dietro l’altare. La tradizione narra che fu realizzato da un soldato polacco nel 1460 nella Rocca (da cui è stato poi staccato) e che, colpito da una freccia di un commilitone del soldato-artista in un momento di rabbia, sia sgorgato del sangue dal naso della Madonna. Una versione diversa della tradizione vuole che l’artista sia il marchese Asus che si ispirò da un miracolo simile accaduto a Nola, causato dal lancio di un sasso. A questo affresco, dopo tre giorni di preghiere, si deve anche la fine dell’epidemia di colera del 1855.
Uscendo dal santuario, imboccate Corso Guercino, un temporaneo salto a Bologna con i suoi portici e con l’accento. Sì perché qui il dialetto tende più al bolognese che al ferrarese! Passerete di fronte allo splendido Teatro Borgatti per raggiungere Piazza Guercino con Palazzo del Governatore (sede della Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni) ed la statua dedicata al Guercino.
Proseguendo lungo il Corso, sulla sinistra è impossibile non notare Casa Pannini, un’antica dimora nobiliare caratterizzata da un porticato trabeato in legno al cui interno, in origine, il Guercino realizzò ben 140 affreschi, successivamente trasferiti su tela per il restauro e la conservazione. Una parte di questi si trovano oggi alla Pinacoteca Civica.
Tornando indietro, imboccato Corso Matteotti sulla destra e proseguite fino a raggiungere la chiesa di Santa Maria Maddalena (sulla destra). Fondata nel 1604 come ospizio per “donne convertite”, sette anni dopo vide l’ingresso di 12 “sacre vergini” centesi e divenne un convento di clausura.
Dalla chiesa, in circa 10 minuti raggiungerete il Giardino del Gigante, un must da non perdere in una visita a Cento. Questo parco, che ricorda molto il Giardino dei Tarocchi e Parc Güell di Barcellona, è una vera opera di arte ambientale ispirata alla fiaba scritta da Chiara, 9 anni, di Cento. Tante le colorate sculture abitabili in mosaico ceramico all’interno del giardino. Tra queste, meritano una menzione la lucertola di ben 33 metri e il merlo di 12 metri. Il giardino è aperto a tutti ed è la trasposizione artistica della storia di un gigante vagabondo che aveva fatto della natura il suo castello, lasciandolo in eredità a chi ne avrebbe saputo gioire. Passeggiando nel parco, come racconta Chiara, “se ascoltate attentamente riuscirete a sentire i suoi passi che vagano senza sosta di paese in paese, di continente in continente, di pianeta in pianeta”.
Cosa vedere nei dintorni di Cento
Tralasciando il fatto che meno di 40km separano Cento da Bologna, Modena e Ferrara, in pochi minuti potrete raggiungere due luoghi da non perdere nei dintorni: il Museo Magi ‘900 e il Bosco della Panfilia.
Il Museo Magi ‘900 si trova a Pieve di Cento, a 3km dal Cento (anche se siamo in provincia di Bologna). Il museo offre una ricchissima la collezione di dipinti e sculture legata agli artisti italiani del Novecento (tra cui De Chirico Carrà e Sironi) e a quelli contemporanei. Un’esposizione a dir poco eclettica.
👉 Il museo è aperto solo dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 18. Per prezzi e mostre speciali, consultate il sito ufficiale.
Il Bosco della Panfilia si trova nel comune di Sant’Agostino (FE), a soli 12km da Cento. Sorto nella zona golenale del fiume Reno, si tratta di una delle più importanti e antiche foreste planiziali (ossia in pianura) padane ancora esistenti. Formatasi circa 300 anni fa, si estende per ben 81 ettari ed è soggetta, in base alle piene del fiume, ad allagamenti. Per questo motivo, in caso di piogge abbondanti, la visita è fortemente sconsigliata.
“Il bosco che si allaga”, come viene definito, accoglie una ricca e fitta vegetazione composta da pioppi e salici bianchi, frassino, biancospino, sambuco, nonché il prezioso tartufo bianco. Variegata anche la fauna, con lepri, ricci, ghiri, merli e volpi. Si può tranquillamente passeggiare seguendo il sentiero principale o prendendo uno di quelli paralleli, come il “sentiero via Bassa”. Si può visitare il bosco anche in bici ma ai cani non è consentito l’accesso.
Passeggiare nel bosco della Panfilia è davvero piacevole, non solo perché si tratta di percorsi semplici e in pianura, ma anche per il fresco che si prova anche nelle giornate più calde grazie alla sua vegetazione che, a tratti, quasi non lascia passare un raggio di sole.
👉 L’entrata principale del bosco è su via del Cavo. Qui troverete un parcheggio, panchine e tavoli nel caso vogliate fare una sosta pranzo e una fontanella con acqua potabile.
📌 Se come noi andrete al bosco nel pomeriggio, fermatevi per pranzo all’Hosteria Al Gramet a Sant’Agostino. Pasta fatta in casa, personale molto simpatico (dalla confidenza molto facile) in un locale che oggi definiremmo vintage!