Un gioiellino incastonato tra il Monte Conero, i Monti Sibillini e il mar Adriatico, Recanati non è solo la terra natia di Giacomo Leopardi. Al contrario, è un borgo che vi stupirà per la miriade di luoghi da visitare, per la sua tradizione musicale, artigianale, artistica ed enogastronomica.
All’interno dell’antica cinta muraria, Recanati si presenta solo apparentemente come uno dei tanti borghi medievali italiani. Certo, non mancano i vicoli, le porte di accesso al paese e tutti quegli elementi che da sempre li caratterizzano, ma è nella sua storia, nell’intelligente varietà di proposte al visitatore che riesce abilmente ad ammaliare chi la visita.
Visitare Recanati in un giorno è possibile, tutti i luoghi di maggiore interesse sono raggiungibili a piedi e passeggiare attraverso i suoi vicoli, accompagnati dai versi leopardiani più celebri posizionati lungo la strada, non può che allietare la giornata.
Ed è proprio da lui, da Giacomo Leopardi, che iniziamo questo itinerario a piedi alla scoperta del suo “natio borgo selvaggio” e dei suoi luoghi da non perdere.
Indice
Visitare la casa di Giacomo Leopardi
Casa Leopardi è senza alcun dubbio la punta di diamante di questo borgo. Sì perché, se c’è una cosa che tutti ricordiamo dai tempi della scuola, oltre a “Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale”, è che Giacomo Leopardi nacque a Recanati.
Devo ammettere una cosa: Leopardi non è mai stato uno dei miei poeti preferiti, a scuola non riuscivo ad apprezzarne la profondità e non conoscerne a fondo la vita non mi aveva mai permesso di capirne i riflessi sulle sue opere.
Sarà la vecchiaia che avanza, fatto sta che era da tempo che volevo visitare Casa Leopardi, spinta dalla (vana?) speranza di far riaccendere quella fioca fiammella di passione verso le sudate carte del poeta (concedetemi questo adattamento). Beh, la visita guidata ha sortito il suo effetto anche se, come affermano molti studenti dalla notte dei tempi, Giacomo resta un poeta da non leggere nei momenti più tristi 😅.
Ma torniamo alla visita. Il museo è organizzato in sezioni storico-tematiche e ripercorre le tappe principali della vita del poeta. Si tratta di un misto di tradizione, con l’esposizione di oggetti e documenti appartenuti al Leopardi, e di tecnologia. Una piacevole “passeggiata” attraverso le luci e le ombre della sua vita.
Quanto alla casa, dal 2020 è possibile visitare autonomamente il piano nobile, riaperto dopo ben 190 anni. Il percorso include l’accesso ai saloni di rappresentanza, alla galleria con le collezioni d’arte, al giardino e agli appartamenti, in particolare alla camera da letto da cui Leopardi osservava “l’amata luna e le vaghe stelle dell’Orsa“.
Tuttavia, è la biblioteca il cuore della visita, il luogo fulcro della storia del poeta. Un po’ come Alessandro Gambalunga a Rimini, anche il Conte Mondaldo, padre di Giacomo, la creò e la arricchì con l’intenzione di renderla disponibile al pubblico analfabeta del borgo. Una collezione che vanta ben 20.000 libri, alcuni dei quali “proibiti”, molti considerati all’epoca costosi e introvabili, al punto che per acquistarli il conte rischiò seriamente di compromettere il suo patrimonio.
In un luogo così, il piccolo enfant prodige Giacomo non poté che alimentare la sua sete di imparare. Pensate che a 10 anni parlava già latino e imparò nel tempo numerose lingue, alcune antiche come il sanscrito. Tuttavia, sette anni di “studio matto e disperatissimo”, con una media di 1.700 libri all’anno, non possono non avere delle conseguenze sulla salute. La congiuntivite lo costrinse ad usare delle bende per poter continuare con il suo studio.
Ora, con queste brevi informazioni sulla vita del poeta, immaginatevi all’interno delle sale della biblioteca, inizialmente ala riservata alla servitù, prendere in mano (solo virtualmente, eh?) uno dei tanti volumi e iniziare a leggerlo vicino alla finestra protagonista della poesia “A Silvia”. Non male come immagine, vero?
Informazioni utili
- La prenotazione della visita a Casa Leopardi è fortemente consigliata, soprattutto nei fine settimana e nei mesi estivi, periodo di maggior picco turistico. Purtroppo non è possibile effettuare la prenotazione online ma solo telefonicamente allo 071/7573380 o al 339/2039459. Da tenere a mente che la prenotazione riguarda esclusivamente la visita guidata alla casa e alla biblioteca: il museo, infatti, è visitabile tranquillamente prima o dopo il percorso guidato.
- Tipi di visita (aggiornato gennaio 2021) – è possibile acquistare 3 tipologie di biglietti: “Casa e museo” (€15,00, ridotto €8,00), “Biblioteca, casa e museo” (€18,00, ridotto €10,00) e l’ultima novità nata a seguito dell’epidemia COVID, il percorso streaming (€20,00).
- Orari di apertura: martedì-venerdì su prenotazione, sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00 (orario continuato, chiusura della biglietteria alle 16.30). Per eventuali modifiche di orario, consultate il sito ufficiale.
- All’interno di Casa Leopardi è severamente vietato fare fotografie e video e portare con sé animali che non siano di piccola taglia (e comunque in braccio ai proprietari) e di ausilio a persone disabili.
- Nella piazzetta antistante Casa Leopardi, chiamata non a caso Piazzuola del Sabato del Villaggio, si trova la biglietteria, la Casa di Silvia (temporaneamente chiusa) e la chiesa di Santa Maria di Montemorello, da sempre parrocchia familiare della famiglia Leopardi.
Visitare l’Orto sul Colle dell’Infinito
A 150m da Casa Leopardi si trova il famoso Orto sul Colle dell’Infinito, bene FAI dal 2019. Non vi nascondiamo che la visita a questo luogo leopardiano ci ha emozionato non poco. Si inizia con un percorso multimediale in 5 atti attraverso, appunto, la poesia L’Infinito. Si tratta di una vera e propria visita dentro la poesia, dove vista, udito e olfatto si scatenano dando vita a sensazioni tra le più svariate (che sia questa varietà di sensazioni l’infinito?).
L’orto del cinquecentesco monastero di S. Stefano è curato dal FAI che si è posto come obiettivo quello di recuperare e continuare la coltivazione di frutti, piante e verdure antichi, una sorta di Orto dei Frutti Dimenticati di Pennabilli, voluto da Tonino Guerra.
Passeggiare nell’orto è una sensazione strana, la siepe “che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude” non c’è più ma il muro è ancora intatto e da lì è possibile ammirare gli “interminati spazi […] e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete”. Perdersi nell’infinito appaga l’animo, è un attimo di tranquillità che invita a riflettere, è un concetto che si presta a così tante interpretazioni da rendere questa poesia un’opera universale.
Informazioni utili
- Costo dei biglietti: la visita al solo orto costa €5,00, se intendete vedere anche il percorso multimediale il biglietto costa €8,00. Ingresso gratuito per i soci FAI. Per prenotare online, controllate il sito ufficiale: non appena riaprirà al pubblico, la piattaforma online tornerà disponibile.
- Percorrendo la strada che costeggia le mura del monastero all’interno del parco “Colle dell’Infinito”, arriverete prima al Sacello leopardiano (ricomposizione simbolica di elementi lapidei dell’antico sacello di Napoli), poi alla famosa scritta “Sempre caro mi fu quest’ermo colle” (Instagrammini questo il link su Maps, così siete contenti!).
- Giorni e orari di apertura: dal mercoledì al venerdì, dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 19. Sabato e domenica, dalle 10.30 alle 19.00 (orario continuato).
👉 Possiamo darvi un consiglio spassionato? Programmate la visita nel tardo pomeriggio, così da potervi godere il tramonto passeggiando nell’orto.
Visitare il complesso di Sant’Agostino
Lasciandosi alle spalle l’area del borgo “dedicata” a Giacomo Leopardi, ci si dirige verso il centro del paese, facendo una breve sosta al complesso di Sant’Agostino. Chiesa e chiostro risalgono al 1270, mentre l’interno presenta una rifacitura seicentesca. Entrando nel chiostro si nota la torre campanaria, detta Torre del Passero Solitario. Questa torre, sulla cui sommità in passato nidificavano diverse specie di volatili, fu di ispirazione al Leopardi per la celebre poesia “Il passero solitario”. Perché? Beh, vi basterà leggere la poesia, fare una bella perifrasi e scoprirete cosa poteva ammirare il passero “d’in su la vetta della torre antica”.
Visitare il Museo Beniamino Gigli
Proseguendo verso il centro, a pochi metri dal complesso di Sant’Agostino, sulla sinistra troverete il teatro Giuseppe Persiani. Prendete via Cavour sulla sinistra e troverete il museo dedicato al tenore di fama internazionale Beniamino Gigli, nato proprio a Recanati.
Grazie agli eredi del tenore, oggi è possibile ammirare i costumi di scena, diversi cimeli, fotografie e documenti a lui appartenuti, nonché una ricostruzione del suo camerino e diverse testimonianze della sua vita e carriera negli Stati Uniti.
Piazza Giacomo Leopardi e la Torre del Borgo
Eccoci arrivare nella piazza principale del borgo, dedicata al poeta Leopardi, dove si trovano il palazzo comunale e la Torre del Borgo. Alta ben 36 metri e probabilmente costruita nel 1160 quale simbolo di fusione di tre castelli che dominavano sul colle recanatese, oggi ospita al suo interno il MUREC – Museo di Recanati.
Per arrivare in cima alla torre e godersi un panorama del borgo dentro e fuori le mura dovrete salire ben 153 scalini e salire un’ultima rampa un po’ stretta.
Visitare la chiesa di Sant’Anna
Questa piccola chiesa, precedentemente dedicata a Sant’Angelo, risale al XV secolo ma subì un rifacimento nel 1800. Ciò che la caratterizza dalle altre chiese del borgo è la presenza, all’interno, di una copia del 1613 della Santa Casa di Loreto e un’icona votiva della Madonna.
Visitare la cattedrale di San Flaviano
Dopo aver attraversato via Falleroni, passando davanti alla loggia dei Mercanti, si arriva alla cattedrale di San Flaviano, o duomo di Recanati. Della cattedrale del Mille restano oggi solo alcune tracce nella cripta, quella odierna risale alla fine del ‘300. Impossibile non restare affascinati dal seicentesco soffitto a cassettoni e dagli affreschi dell’abside dello stesso periodo.
Visitare il Museo Civico Villa Colloredo Mels e il MEMA – Museo dell’Emigrazione Marchigiana
Siamo arrivati alla fine del nostro itinerario a piedi nel borgo di Recanati e possiamo affermare con assoluta certezza che concluderemo con il botto. Uscendo dalla cattedrale, sulla vostra destra troverete una imponente villa nobiliare il cui nome, Villa Colloredo Mels, deriva dai suoi proprietari terrieri che ne presero possesso nel ‘700.
Al suo interno è possibile visitare il Museo Civico che si sviluppa su tre piani. Non si tratta del solito museo che troviamo in qualunque città perché qui troviamo un’intera sezione dedicata a Giacomo Leopardi. Tra i documenti di maggior pregio si annoverano i materiali preparatori all’edizione delle Opere complete del poeta, la sua maschera funeraria e una prova di stampa dello Zibaldone.
Altre ale del museo sono quelle archeologica e storica, quella moderna con la collezione di ceramiche di Rodolfo Ceccaroni, quelle dedicate al Medioevo e al Rinascimento. In quest’ultima, in particolare, sono custodite quattro opere di Lorenzo Lotto. Le più interessanti? Sicuramente la “Trasfigurazione, l'”Annunciazione” e il “Polittico di Recanati”.
Dal 2013, nelle ex cantine della villa si trova il MEMA – Museo dell’Emigrazione Marchigiana. Si tratta di un museo molto interattivo dedicato a tutti circa 700.000 marchigiani che emigrarono tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 per trovare fortuna.
Il percorso di visita ripercorre le motivazioni che hanno spinto tutte queste persone a lasciare la propria terra, talvolta le proprie famiglie, nella speranza di una vita migliore. Un vero e proprio salto nel passato attraverso gli usi, i costumi e le tradizioni di questa terra e che hanno accomunato tanti altri italiani.
Personalmente, il MEMA rientra di diritto nella top 3 delle cose da vedere a Recanati: il materiale recuperato, tra foto, video e pannelli descrittivi, fanno compiere al visitatore un commovente viaggio nel tempo.
Informazioni utili: il circuito museale “Infinito Recanati”
- Il Museo Civico Villa Colloredo Mels, il MEMA, la Torre del Borgo e il Museo Beniamino Gigli fanno parte del circuito museale “Infinito Recanati”. Il biglietto cumulativo costa €9,00 (ridotto €7,99) ed è acquistabile anche online sulla piattaforma ufficiale.
- Tutti e 4 i musei sono aperti dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Chiusi la lunedì.
Consigli utili
- Dove mangiare a Recanati: se vi interessa una pausa pranzo veloce ma super gustosa, fermatevi in piazza Giacomo Leopardi alla Macelleria “Il giovane favoloso”. Un panino con la porchetta, un bel piatto di vincisgrassi, o un altro tra i tanti piatti tipici della tradizione recanatese e marchigiana vi aspettano.
- Dove parcheggiare in centro a Recanati: il centro di Recanati è zona a traffico limitato e le strade proprio a ridosso delle mura prevedono sosta a pagamento. Noi siamo riusciti a trovare un posto gratuito in una delle stradine nelle vicinanze di porta Marina ma ci sono dei parcheggi a pagamento appena fuori le mura da cui raggiungere facilmente il centro storico. I principali (di cui vi forniamo la posizione su Maps) sono: parcheggio Centro Città 2.0, parcheggio Recanati via Venieri, parcheggio Recanati viale Giosuè Carducci e il parcheggio Recanati Cimitero (gratuito ma più lontano dal centro).
Cosa vedere nei dintorni di Recanati
Recanati si trova a pochi chilometri dalla costa adriatica e da numerosi luoghi delle Marche che potranno completare perfettamente un weekend con i fiocchi. Ecco alcuni spunti:
- una giornata a Montecassiano, la patria dei sughitti;
- visita a Loreto, la città mariana;
- una giornata di mare a Sirolo, riviera del Conero;
- se vi sentite particolarmente in vena di sport, una giornata in e-bike al lago di Cingoli è ciò che fa per voi;
- con qualche chilometro in più potete visitare la zona tra Serra San Quirico, le grotte di Frasassi e Genga;
- a meno di un’ora in auto sarete anche nel cuore dei Monti Sibillini, quindi perché non farsi un giro al lago di Fiastra?
2 commenti
Il giovane favoloso promette bene, mi piace 😛
Quanto vorrei visitare questi luoghi oggi, e pensare che a scuola come sentivo “Leopardi” mi afferrava un attacco di allergia! E ti dirò di più, quasi mi stupisco nel constatare che il costo del biglietto per entrare nel suo mondo, sia così basso 😉
Buone Festività appena concluse Erica! :*
Ti capisco Dani, anche per me Giacomino era come una ghigliottina sul collo…e devo dire che grazie alla visita della città l’ho rivalutato molto. Prossimo recupero? Manzoni 😂
Buone feste (finite) anche a te 😉