Perché conseguire il CELTA (e perché no)

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Da quando ho scritto il post sulla mia esperienza sul conseguimento della certificazione Cambridge Celta ho ricevuto una quantità indefinita di messaggi sia sul blog che privatamente per avere informazioni e chiarimenti. Sono e stanno diventando così tanti che ho deciso di rispondere ad alcune delle domande più frequenti che mi vengono poste.

Quanto costa e quanto dura?

Se credete che il corso Celta vi costi come uno di quei corsi online per ottenere i famosi 24CFU per accedere al concorso docenti, vi state sbagliando di grosso. Ovviamente i costi dipendono dal singolo centro d’esame autorizzato che organizza il corso ma raramente li vedrete scendere sotto i 1.700/1.800€.

A causa della pandemia, Cambridge ha autorizzato anche i corsi online e blended. In tal caso, troverete anche prezzi intorno ai 1.500€. Personalmente, avendolo fatto in presenza, non posso esprimermi sull’efficacia o meno di quello online ma, proprio perché si parla di Cambridge, tenderei a fidarmi 😜. Ad ogni modo, non stiamo parlando di una serata in pizzeria ma di un investimento che va ben ponderato.

Quanto alla durata, da sempre esistono due tipologie di corsi: quello intensivo (4 o 5 settimane) e quello semi-intensivo o part-time (indicativamente 11 o 12 settimane).

Una volta ottenuta la certificazione, questa sarà vostra per sempre. Il Celta non ha scadenza ma, come tutte le professioni, se lo ottenete adesso e nei prossimi 10 anni non vedrete mai una cattedra, direi che potrete lasciarlo nel cassetto a prendere la polvere e rimuginare su cosa avreste potuto fare con i soldi spesi.

Dove si svolgono i corsi?

I centri d’esame autorizzati che organizzano i corsi CELTA si trovano ovunque nel mondo. Io l’ho frequentato a Roma, presso l’International House Manzoni ma potrete trovare l’elenco dei centri sul sito ufficiale. Qualunque sia il centro e la tipologia di corso, ricordatevi che le ore certificate dovranno essere 120.

Requisiti necessari

Sono solo 3 i requisiti richiesti per accedere al corso:

  • avere almeno 18 anni;
  • avere almeno un livello C1/C2 o superiore di inglese (che comunque sarà testato prima dell’iscrizione – non ve ne uscite con un C1 preso nel 1995 e un inglese mai più praticato da allora);
  • essere in possesso di un titolo di studio equivalente a quello richiesto per accedere a corsi di istruzione superiore/universitaria.

Non è necessario avere esperienza pregressa nell’insegnamento. Ciò che invece ritengo sia fondamentale è un altro requisito: il voler insegnare inglese.

Con il CELTA posso insegnare nella scuola pubblica italiana?

Prima di rispondere a questa domanda, è necessaria una breve premessa. Negli ultimi anni si sta assistendo, in Italia, al ritorno in auge del mestiere di insegnante. Un exploit di vocazioni? No, semplicemente lo Stato ha organizzato nuovi concorsi.

Ecco quindi che una miriade di gente ha improvvisamente realizzato che nella vita non c’è nulla di meglio dell’insegnamento della lingua inglese (o di altre materie, ça va sans dire). Non che ci sia niente di male in questo, se il Vaticano adottasse la stessa tecnica probabilmente non ci sarebbe la crisi delle vocazioni, ma il problema nasce quando si cercano le scappatoie per raggiungere il risultato.

Che nessuno si offenda, tutto ciò che scrivo è basato su mie esperienze personali e mi limiterò a questo. Tuttavia, l’ho precisato perché, prima di imbarcarvi in questa avventura tutta Brit, dovete sapere che:

  • con il CELTA non si può accedere automaticamente ai concorsi docenti in Italia;
  • il CELTA NON vi darà alcun punteggio o credito extra: il MIUR sa cos’è, vi darà una bella pacca sulla spalla come a dirvi well done ma a conti fatti, quando sarà il momento di presentare le “sudate carte”, verrà scartato in favore, chessò, del corso sull’utilizzo della LIM (serve davvero un corso? Davvero?).

Ripetiamo insieme per l’ultima volta: se la vostra intenzione è esclusivamente quella di insegnare nella scuola pubblica italiana e state pensando al CELTA come un mezzo per raggiungere questo risultato, risparmiate i soldi.

Con il CELTA si trova lavoro?

Ecco la domanda che chiunque, e dico chiunque, mi abbia contattata mi ha posto. In linea teorica direi di sì MA molto dipende da DOVE si vuole lavorare. Purtroppo, in Italia ma non solo, la discriminazione tra native e non-native è ancora molto presente. Si tende ancora a credere che si possa imparare una lingua SOLO se l’insegnante è madrelingua. Questa convinzione, sulla cui fondatezza non intendo assolutamente soffermarmi, porta spesso le scuole di lingua e le accademie a scegliere il personale sulla base dell’esperienza, sì, ma anche del passaporto.

Per chi come me non è native, questo aspetto va sempre considerato. Per quel che mi riguarda, quando ho cercato lavoro all’estero non ho avuto problemi a trovarlo con il mio CELTA in mano e i miei anni di esperienza ma, con tutta probabilità, di CV ne dovrò inviare sempre più io di un insegnante di Manchester. Giusto? Sbagliato? Qui mi limito a presentare i fatti per quelli che sono. Chissà, con la Brexit ci saranno più opportunità per noi Europei? 😜

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Credit: Blank76 (Pixabay)

Perché prendere la certificazione CELTA (e perché no)

Se tutto ciò che ho scritto finora non vi ha ancora chiarito le idee, ecco perché, secondo me, dovreste prendere il CELTA. Se:

  • siete interessati ad un metodo di insegnamento completamente diverso da quello che conoscete o avete conosciuto finora;
  • non vi preoccupa l’idea di lavorare senza la certezza del posto pubblico;
  • insegnate già e volete migliorarvi professionalmente;
  • lavorare all’estero come insegnante può rientrare nei vostri piani;
  • vi piace l’idea di lavorare anche con studenti da tutto il mondo (nei summer camp raramente si viene assunti come insegnanti senza CELTA o equivalenti)

allora go for it!

Se, al contrario:

  • non sapete ancora cosa volete fare, intanto prendete la certificazione poi si vedrà (quindi perché fare tutta questa fatica? Se non sapete cosa fare, non è meglio buttarsi in qualcosa di meno impegnativo?);
  • volete entrare nella scuola pubblica italiana, volete il posto fisso (non che il CELTA vi faccia male ma ho già spiegato che a livello burocratico non serve a nulla)

abbandonate l’idea e spendete quei soldi in altro.

Avete altri dubbi, altre domande? Vi aspetto nei commenti per leggere anche le vostre esperienze!

(Foto di copertina Pixabay)

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2 commenti

  1. Grazie per questo post! Io sto valutando di prendere il celta per insegnare online e magari un giorno anche all’estero, tu insegni nella scuola pubblica oppure in una scuola di lingua? Perché come hai scritto spesso le scuole di lingua preferiscono i native…anche senza nessuna conoscenza di metodologie etc

    1. Ciao! Sono contenta che il post ti sia piaciuto e ti abbia dato qualche spunto di riflessione. Con il CELTA non si può insegnare nella pubblica, nel senso che il titolo non dà alcun punteggio (non ha senso, lo so, ma ad oggi è ancora così), quindi io lavoro come free lance e fino allo scorso anno, in una scuola di lingua.
      Se hai ancora dei dubbi, hai già letto il mio secondo post sull’argomento? https://rivogliolabarbie.com/2021/09/02/perche-conseguire-il-celta-perche-no/

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