Cosa vedere a Parma in 36 ore: itinerario a piedi nel centro storico

Parma, la patria dell’omonimo prosciutto crudo e del Parmigiano Reggiano, una città ricca di cultura, di storia e che strizza l’occhio alla musica. Una città accogliente, elegante come una bella donna alla prima della Scala, anzi del Teatro Regio, che acquisisce genere a seconda che ci si riferisca al fiume (la Parma) o alla squadra di calcio (il Parma).

La città di Parma, nel cuore dell’Emilia, è sicuramente una meta da prendere in considerazione se state organizzando una gita fuori porta o un weekend in Emilia Romagna per tre motivi:

  • tutte le attrazioni principali sono raggiungibili a piedi (o in bicicletta) e molte di queste sono ad ingresso gratuito;
  • la sua cucina è eccezionale: salumi, formaggi, tortelli, torta fritta. Dobbiamo continuare?
  • A Parma, arte, musica e il buon vivere convivono in perfetta armonia.

Per visitare Parma ci vogliono almeno due giorni ma possiamo garantirvi che anche in un giorno e mezzo si riescono a vedere le cose principali. Tutto sta, ovviamente, a scegliere ciò che ci interessa maggiormente vedere, ciò che rispecchia le nostre preferenze. In questo nostro weekend breve a Parma, abbiamo preferito unire i classici della città a luoghi che non sempre vengono inseriti a causa della mancanza di tempo. Ecco cosa fare e vedere a Parma a piedi in 36 ore:

  • passeggiare nel centro storico e lungo vie come Borgo Tommasini;
  • visitare la chiesa di San Vitale;
  • riempirsi gli occhi di bellezza all’Oratorio di San Tiburzio;
  • prendere un caffè da O’ Bistrot in Piazza Garibaldi, a due passi dal Palazzo del Governatore;
  • restare a bocca aperta entrando nella chiesa di Santa Maria della Steccata;
  • ammirare il capolavoro del Correggio nella Camera di San Paolo;
  • tornare bambini al Castello dei Burattini;
  • fare tappa alla chiesa di San Francesco del Prato, un gioiello;
  • immergersi nell’opera e nella tradizione musicale della città nei musei della Musica;
  • visitare il Complesso della Pilotta, con lo splendido Teatro Farnese;
  • fare una passeggiata a Parco Ducale;
  • visitare il Duomo e il Battistero;
  • godersi una lezione magistrale di storia e arte nella Biblioteca Monumentale del Monastero di San Giovanni Evangelista.

Se credete che tutto questo sia troppo per un viaggio di 36 ore credeteci, non lo è affatto. In un giorno e mezzo siamo riusciti con tutta calma a goderci ogni singolo luogo. Il centro storico di Parma, inteso come area turistica, è piuttosto raccolto, quindi non farete alcuna fatica a raggiungere i diversi punti della città. Basta solo organizzarsi in base agli orari e giorni di apertura dei vari siti e gli incastri saranno un gioco da ragazzi.

Vi racconteremo le tappe del nostro itinerario nell’ordine in cui le abbiamo fatte e vi sveleremo quelle che avremmo voluto inserire ma che, per mancanza di tempo, non sono rientrate nel nostro primo viaggio a Parma. Ma prima, le informazioni utili.

Dove parcheggiare gratuitamente a Parma

Parcheggiare gratuitamente a Parma non è un’utopia, diciamolo. Le soluzioni a disposizione sono principalmente due:

  • utilizzare i parcheggi scambiatori gratuiti fuori dal centro storico e prendere la navetta al costo di €2,50 a persona per tutta la giornata;
  • optare per i parcheggi righe blu (ovviamente fuori dalle zone ZTL), gratuiti la domenica e nei giorni festivi.

Avendo visitato Parma in giorni festivi, abbiamo lasciato l’auto a due passi dal varco ZTL meridionale della città, lungo viale Solferino e nelle vie laterali (zona 7). In meno di 10 minuti a piedi raggiungerete Piazza del Duomo.

Ovviamente ci sono anche 10 parcheggi a pagamento coperti, con tariffe orarie differenti, a partire da 1,20/h. Sul sito infomobility trovate una mappa interattiva e un elenco dettagliato di tariffe e parcheggi molto utili per orientarvi e decidere in quale zona parcheggiare.

Passeggiare nel centro storico – Borgo Tommasini

Dopo aver parcheggiato l’auto, abbiamo imboccato Strada Farini, una delle vie del quartiere degli antiquari dove si trovano ancora laboratori di restauro, artigianali e negozi dove acquistare – o anche solo curiosare – gioielli d’epoca, mobili o, perché no, anche un antico manoscritto o un antico tappeto persiano!

Lasciatevi tentare dalle mostre temporanee di Palazzo Tarasconi, poi imboccate Borgo Antini sulla destra e Borgo Tommasini sulla sinistra. Si tratta di una via punteggiata di piccoli negozi e locali, famosa per i tanti specchi che ne creano un soffitto, ideale per divertirsi con la macchina fotografica.

Chiesa di San Vitale

Alla fine di Borgo Tommasini, girate a sinistra e, dopo pochi metri, prima di raggiungere Piazza Garibaldi, entrate dentro la chiesa di San Vitale. Non è una delle chiese più blasonate di Parma, noi stessi siamo entrati per puro caso, ma merita una sosta.

La tradizione vuole che sia stata fondata da re Pipino di Francia e all’interno custodisce il corpo del santo, qui trasferito a metà del 1600. Ciò che la rende affascinante è l’arredo in stucco: si tratta, infatti, di uno degli esempi di decorazione plastica barocca più imponenti dell’Emilia Romagna.

Florilegium all’Oratorio di San Tiburzio

Usciti dalla chiesa, tornate a gironzolare nei vicoli più o meno stretti della città, come Borgo San Vitale e via Nazario Sauro, con i loro edifici storici e dai colori pastello, dove bar a tratti dall’atmosfera parigina spuntano negli angoli più inaspettati.

Proprio in una delle traverse di via N. Sauro si trova, sulla sinistra, l’Oratorio di San Tiburzio. Questa chiesa sconsacrata, esempio di barocco parmense, secondo la tradizione si trova sul luogo in cui fu edificata la prima chiesa cristiana della città la quale, a sua volta, prese il posto di un tempio pagano dedicato a Marte o a Giunone. Nei secoli, fu officina di un maniscalco, deposito della biblioteca Palatina, una cappella universitaria e persino prima chiesa ortodossa di Parma.

Oggi ospita l’installazione permanente Florilegium, dell’artista britannica Rebecca Louise Law, famosa per le sue opere floreali. Si tratta di un’installazione inizialmente composta da 200.000 fiori, rappresentanti i cittadini di Parma, essiccati naturalmente secondo un’antica tecnica irlandese, inseriti ad uno ad uno lungo fili di rame. Cinquanta specie di fiori in grado di creare un collegamento tra uomo e natura, un’esperienza immersiva che non lascia affatto indifferenti. Un luogo in cui si respira una pace quasi paradossale, circondati da questi fiori i cui colori brillanti risaltano e variano grazie alla luce che penetra dai pochi punti luce della chiesa, dalle quattro statue rappresentanti le virtù cardinali e la cupola affrescata. Un dialogo tra fiori e arte, una vera e propria connessione tra la natura e il luogo che la ospita.

▶︎ Florilegium è aperta il sabato e la domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. L’installazione resterà fruibile al pubblico fino a quando tutti i fiori non saranno caduti. Donazione di €2 a persona.

Piazza Garibaldi

Il nostro itinerario prosegue su Strada G. Silvestro per raggiungere Piazza Garibaldi, dove si affaccia Palazzo del Governatore, oggi sede di mostre di arte moderna e contemporanea, con la sua torre barocca della seconda metà del ‘700. .

La piazza, riconoscibile ovviamente dalla presenza di un monumento dedicato all'”eroe dei due mondi”, è sicuramente uno dei luoghi simbolo della città, il salotto cittadino. Qui, infatti, oltre a negozi e boutique, si trovano diversi locali e bar dove gustarsi un caffè con vista sulla storia.

▶︎ Per una pausa caffè e/o aperitivo, fate tappa da O’ Bistrot, il locale vi stupirà.

Chiesa di Santa Maria della Steccata

Dopo un’ottima pausa caffè, dirigetevi verso Strada G. Garibaldi (a destra) e raggiungete una delle chiese più belle di Parma, la chiesa di Santa Maria della Steccata.

Se nella chiesa di San Vitale abbiamo ammirato il barocco, qui a trionfare è il Rinascimento parmense. Costruita nella prima metà del ‘500, presenta una struttura che ricorda molto quella di San Pietro ad opera del Bramante. D’altronde, se Vasari afferma che la chiesa fu fatta “con disegno ed ordine di Bramante”, beh, non so voi ma io tenderei a credergli!

Al suo interno, la chiesa custodisce l’ultima opera del Parmigianino. Nel sottarco sovrastante l’altare maggiore, infatti, si può ammirare l’opera “Tre vergini savie e tre vergini stolte”.

▶︎ Curiosità: i continui ritardi – e conseguenti rinvii del termine dei lavori – causarono al Parmigianino la prigione per due mesi, al termine dei quali decise di lasciare Parma, rifugiandosi a Casalmaggiore, dove morì.

Impressionante anche l’Assunzione di Maria affrescata nella cupola e l’Incoronazione della Vergine nel catino absidale. Entrando, sulla destra, si trova un pregevole gruppo scultoreo rappresentante la Pietà, dedicato a Maria Luigia d’Austria.

▶︎ La chiesa è aperta tutti i giorni dalle 7.30 alle 12 e dalle 15 alle 18.30. Nel piazzale omonimo si trova la statua dedicata al Parmigianino.

chiesa santa maria della steccata parma
L’opera del Parmigianino

La Camera di San Paolo

Proseguendo su Strada G. Garibaldi arriverete al Complesso della Pilotta (sulla vostra sinistra). Girate a destra su Strada Macedonio Melloni e raggiungete la Camera di San Paolo. All’interno dell’antico monastero delle suore benedettine è stato creato un percorso museale che vi porterà ad ammirare opere di Alessandro Araldi, pittore parmense, e del Correggio.

Il monastero fu fondato nel 985 dall’allora vescovo di Parma, Sigefredo II, e ospitò prevalentemente le giovani nobili che non riuscivano a concludere un matrimonio all’altezza del loro status sociale. Il periodo di maggior splendore per il monastero si ebbe in concomitanza con la reggenza di due badesse in particolare, Cecilia Bergonzi e Giovanna da Piacenza. Quest’ultima, in particolare, è la protagonista dell’attuale percorso museale poiché gli ambienti oggi visitabili erano quelli del suo appartamento privato.

La visita inizia con una copia del Cenacolo di Leonardo ad opera di Alessandro Araldi, per poi proseguire attraversando l’antico refettorio (in seguito trasformato in cappella) e raggiungere la Camera dell’Araldi. Entrerete in una stanza quadrata il cui soffitto l’Araldi ha affrescato con scene sacre e profane, con la volta decorata su sfondo blu e rappresentazioni di scene sia del Vecchio che del Nuovo Testamento. La ricchezza di dettagli è sbalorditiva, il contrasto di colori esalta la tecnica dell’artista che nei riquadri e nelle lunette crea una vera e propria storia da leggere ed interpretare.

Aspettate, tuttavia, di entrare nella stanza successiva se volete rimanere letteralmente a bocca aperta. Ciò che vi aspetta è un capolavoro del Rinascimento, una stanza quasi cubica affrescata solo sulla cupola, la Camera di San Paolo decorata dal Correggio.

Con la sua maestria, Correggio riuscì a creare un luogo dove il verde scuro avvolge i putti che sembrano affacciarsi nella stanza intenti a giocare, dove vimini e ghirlande di frutta e verdura si intrecciano magistralmente per nascondere la struttura goticheggiante originale, dove Diana, la dea della castità raffigurata sul camino e rappresentante la badessa Giovanna da Piacenza, è in compagnia di altre figure mitologiche e di oggetti – come pietre preziose e brocche – che fanno pensare che, all’interno della stanza, vi fosse un’atmosfera più conviviale che spirituale… La Badessa, infatti, era figlia di aristocratici e diventò badessa a soli 28 anni. Donna di grande cultura, non interpretò la clausura in modo troppo stringente, bensì permise ad artisti e letterati di lavorare al suo interno, garantendo al monastero stabilità economica e il vanto di essere il migliore della città. Sin dalla sua elezione si capì di che stoffa fosse fatta e l’iscrizione sul camino “Ignem gladio ne fodias” (Non stuzzicare il fuoco con la spada) ne è la dimostrazione: una donna che intendeva rendere il convento autonomo dall’autorità ecclesiastica.

  • Orari e giorni di apertura: tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30 (18.30 fine settimana e festivi). Chiusa il martedì e il mercoledì.
  • Biglietti: intero €5 (ridotto €3). Ingresso gratuito la prima domenica del mese.
  • Se volete partecipare a una visita guidata gratuita (pagando solo il biglietto di ingresso), potete farlo il giovedì alle 15.30, prenotandosi obbligatoriamente (scrivete a cameradisanpaolo@comune.parma.it
  • Dove acquistare i biglietti: direttamente presso la biglietteria o online.
  • Per qualunque informazione ulteriore e/o aggiornamenti su orari e giorni di apertura, consultate sempre il sito ufficiale.

Il Castello dei Burattini

Dopo aver fatto il pieno di bellezza rinascimentale, è il momento di tornare bambini. Vi basterà fare dieci passi (letteralmente) ed entrare all’interno del Castello dei Burattini, o Museo Giordano Ferrari. Preparatevi a fare un salto indietro nel tempo, o perlomeno è quello che noi abbiamo fatto, quando da piccoli assistevamo agli spettacoli itineranti dei burattinai o quando a Carnevale era solito travestirsi da Arlecchino, Pantalone, Dottor Balanzone e Pulcinella.

Questo museo, inaugurato nel 2018, è il sogno trasformatosi in realtà di Giordano Ferrari, burattinaio parmigiano che lasciò al comune di Parma tutta la sua collezione, poi integrata con altre donazioni, al fine di tramandare la storia e l’opera dei burattinai. Giordano non fece altro che proseguire l’opera del padre, Italo Ferrari, appassionato di burattini tanto da volerne apprendere tecniche e storia per poi trasformare questo amore in un vero e proprio lavoro.

Le sale del museo ospitano oltre 2.800 marionette, burattini, pupi e pupazzi, numerosi copioni e pezzi di scenografie, una collezione unica al mondo nel suo genere. Al centro delle sale troverete le marionette, mentre alle pareti i burattini. Dai pezzi più antichi della fine del XIX secolo al pupazzo Uan (e chi era bambino negli anni ’90 sa di cosa stiamo parlando), dai burattini in stoffa a quelli in cartapesta, farete un viaggio nel tempo nella storia di questi straordinari personaggi protagonisti della tradizione del nostro paese.

  • Orari e giorni di apertura: tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30 (18.30 fine settimana e festivi). Chiusa il martedì.
  • Ingresso gratuito
  • Per tutti gli aggiornamenti, controllate il sito ufficiale.

Chiesa di San Francesco del Prato

Dopo una meritatissima pausa pranzo, abbiamo ripreso il nostro itinerario alla scoperta di Parma da una chiesa dalla storia a dir poco affascinante, la chiesa di San Francesco del Prato. Ci troviamo a soli 400m dalla Camera di San Paolo, alle spalle della Cattedrale. Qui, dopo due anni di restauro, oggi è possibile tornare ad ammirare questo gioiello che gridava di voler tornare a risplendere da oltre due secoli.

San Francesco del Prato, infatti, vide l’inizio della costruzione a metà del 1200. Si tratta di un complesso molto imponente, in pieno stile gotico-francescano, terminato solo nel 1462 (il campanile fu aggiunto nel 1500). La sua architettonica è straordinaria e la sua storia decisamente inusuale. Pensate che da chiesa, nel 1804 fu trasformata in prigione dalle truppe napoleoniche, le quali cacciarono i frati francescani e stravolsero la struttura per adattarla alle esigenze carcerarie. Ora, provate solo ad immaginare cosa possano aver fatto e quintuplicate il danno: altare maggiore e altari delle cappelle distrutti, chiuse le arcate gotiche, soppalcate quelle centrali per creare le celle dei detenuti, affreschi intonacati e tamponate le finestre del ‘300. Insomma, un disastro (guardate le foto prima del restauro per rendervi conto dei danni).

Per fortuna, grazie al massiccio restauro, questo patrimonio è tornato alla luce e la chiesa è stata riconsacrata nel 2021. Una volta entrati in questa chiesa ci è sembrato di trovarci in un mondo parallelo, tale è la bellezza e la potenza che riesce a sprigionare.

A destra dell’altare si trova l’oratorio della Concezione, una cappella dedicata alla preghiera.

▶︎ La chiesa è aperta tutti i giorni fino alle 20 (controllate qui gli orari delle messe così da organizzarvi). Ingresso gratuito

La Casa del Suono e il Museo dell’Opera

Parma non è solo la città del buon cibo, ma anche della musica e del teatro e, in quanto tale, ne va valorizzato il patrimonio. Sull’omonimo piazzale dove si affaccia la chiesa di San Francesco del Prato, si trovano il Museo dell’Opera e la Casa del Suono.

Il Museo dell’Opera è ospitato all’interno della Casa della Musica, a Palazzo Cusani, residenza aristocratica del XV secolo. Il museo ripercorre 400 anni di storia del teatro dell’opera a Parma attraverso oggetti, manifesti, video e foto. Ovviamente non può non esserci una sezione dedicata a Giuseppe Verdi!

La Casa del Suono, all’interno della ex chiesa di Santa Elisabetta, è un viaggio nel tempo attraverso il modo di ascoltare la musica. Dai fonografi agli iPod all’orchestra di archi di Renato Scrollavezza (un’orchestra da camera di 11 elementi progettati e creati per essere suonati unicamente insieme) fino alle moderne installazioni sonore come il Lampadario sonoro e la Sala Bianca. Quest’ultima, in particolare, è da provare e, se possiamo darvi un consiglio, fatelo ad occhi chiusi. Poi ci racconterete com’è andata!

▶︎ Entrambi i musei sono gratuiti e aperti dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 18.

Il Complesso monumentale della Pilotta

Con le note verdiane in testa, torniamo parzialmente sui nostri passi per raggiungere uno dei must della città di Parma, il Complesso monumentale della Pilotta.

Questo immenso complesso di edifici, utilizzato in origine dalla corte dei Farnese, oggi ospita:

  • la Galleria Nazionale di Parma;
  • il Teatro Farnese;
  • il Museo Archeologico Nazionale;
  • la Biblioteca Palatina;
  • il Museo Bodoniano.

Facciamo una piccola premessa: il giorno della nostra visita, non ci è stato possibile visitare la Biblioteca Palatina poiché chiusa per lavori (non vi era alcun avviso sul sito) e abbiamo scelto noi di non visitare il museo archeologico (di cui è fruibile solo la sezione egizia e la sala delle ceramiche) perché la stanchezza iniziava a farsi sentire.

Il percorso di visita inizia obbligatoriamente dal Teatro Farnese. Voluto da Ranuccio I Farnese nel 1618 per celebrare con sfarzo la sosta a Parma di Cosimo II de’ Medici, fu costruito in poco tempo, utilizzando legno e stucco dipinti. Peccato che la visita saltò, causando l’inaugurazione del teatro solo dieci anni dopo in occasione del matrimonio tra Margherita de’ medici e il duca Odoardo. Già varcando il suo portone in legno dipinto rende l’idea della spettacolarità che attende chi lo visita. Pensare poi che artisti e letterati del calibro di Montesquieu e Dickens abbiano calpestato il suo pavimento lo rende ancor più prezioso e straordinario.

In stato di abbandono fino alla metà del 1800, a causa anche degli elevati costi, venne quasi completamente distrutto da un bombardamento nel 1944 e restaurato negli anni Sessanta.

Teatro Farnese è un eccezionale esempio di teatro seicentesco, profondo ben 40 metri, dove si può giocare ad immaginare come potesse essere assistere ad un’opera teatrale ai tempi dei Farnese, quanto spettacolare potesse essere il suo soffitto ligneo, purtroppo vittima del tempo e dell’abbandono.

teatro farnese complesso della Pilotta

Una volta terminata la visita al teatro, si prosegue all’interno delle sale della Galleria Nazionale. Voluta da Don Filippo e Don Ferdinando di Borbone, Maria Luigia d’Austria ne arricchì la collezione. Non perdetevi la statua di Maria Luigia d’Austria di Canova, la Scapigliata di Leonardo da Vinci e diverse opere sia del Parmigianino che del Correggio. La galleria presenta opere che vanno principalmente dal XV al XIX secolo di artisti emiliani ma anche fiamminghi, napoletani, veneti e francesi.

▶︎ Nota personale: a livello di percorso di visita, galleria nazionale ci è sembrata piuttosto confusionaria. Poche le indicazioni su dove andare e, considerata la mole e la quantità di sale, sebbene si tratti di un percorso a senso unico, in alcuni punti non è sempre stato facilissimo orientarsi.

Informazioni utili

  • Orari e giorni di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 10.30 alle 19. Sito ufficiale
  • Biglietti: intero €12 (ridotto €2 dai 18 ai 25 anni).
  • Dove acquistare i biglietti: i biglietti si possono acquistare direttamente in biglietteria e online (con una maggiorazione di 0,20€).
  • La visita al museo archeologico deve essere prenotata separatamente. Chi acquista i biglietti online devono dunque presentarsi personalmente in biglietteria per farlo, un disagio non da poco considerato il flusso di persone che c’è sopratutto nei fine settimana.
  • Il Museo Bodoni è fisicamente situato all’interno del complesso ma l’ingresso NON è incluso nel biglietto dell’area monumentale. Se intendete visitare solo questo, il costo del biglietto è di €4 (intero), diversamente occorrerà acquistare un biglietto integrato di €2.
  • La prima domenica del mese l’ingresso è gratuito ma la visita al museo archeologico deve essere comunque prenotata presso la biglietteria.

Passeggiata a Parco Ducale

Una volta usciti dal Palazzo della Pilotta penso che come noi avrete bisogno di una pausa. E il luogo ideale per fare questa pausa è Parco Ducale. Sarà sufficiente attraversare Ponte Verdi per ritrovarvi subito all’ingresso di questo immenso parco dagli alberi secolari dove i parmigiani amano trascorrere momenti di relax e fare un picnic nelle giornate di sole.

Parco Ducale è perfetto per ricaricare le energie per un’ultima visita prima di cena. Per noi lo è stato, ci siamo rilassati comodamente seduti su una panchina, abbiamo fatto una passeggiata e voilà, batterie ricaricate!

Visitare la Cattedrale e il Battistero

Visto che avremmo cenato in centro, dopo la sosta a Parco Ducale siamo tornati in Piazza Duomo. Qui si trovano sia la Cattedrale sia il Battistero.

La Cattedrale di Parma, dedicata all’Assunta, risale alla seconda metà dell’XI secolo ed è un perfetto connubio di stile romanico e rinascimentale. Al suo interno, infatti, il Correggio dipinse la cupola, rappresentando l’Assunzione della Vergine, gli apostoli sul tamburo della cupola, i santi e le figure monocrome nei sottarchi. Di una certa imponenza anche il ciclo di affreschi lungo la navata centrale che, anche se non è mosaicato, ci ha riportato alla mente Sant’Apollinare in Classe a Ravenna.

▶︎ La cattedrale è aperta tutti i giorni dalle 7.30 alle 12 e dalle 15 alle 19.30. L’ingresso è gratuito (solo per i gruppi è previsto un ingresso di €2)

cattedrale di parma
Cattedrale

Il Battistero, accanto alla Cattedrale, è elegantemente rivestito di marmo rosa e ha forma ottagonale. Per costruirlo ci sono voluti quasi due secoli: iniziato nel 1196, fu concluso solo nel 1307.

L’interno (perfettamente descritto qui) presenta uno stile gotico, con sedici costoloni che si irradiano verso la volta ad ogiva divisa, a sua volta, in sei fasce orizzontali concentriche, ognuna raffigurante personaggi e scene delle Sacre Scritture.

▶︎ Il Battistero è aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 18. L’ingresso costa €12 (ridotto €10) e comprende anche il Museo Diocesano.

Il Monastero di San Giovanni Evangelista

Le nostre prime 24 ore a Parma si sono concluse con la visita alla Cattedrale e un’ottima cena in centro storico. Ammettiamo che si è trattata di una giornata intensa ma non devastante come può sembrare perché, come vi abbiamo anticipato all’inizio, avevamo organizzato l’itinerario incastrando i siti in base a distanza e orari di apertura.

Per concludere in bellezza le nostre 36 ore a Parma, abbiamo deciso di dedicare la mattinata al Monastero di San Giovanni Evangelista, a due passi – anzi letteralmente alle spalle – della Cattedrale e dal Battistero.

Questo monastero benedettino è costituito dalla chiesa omonima, dai chiostri, dalla biblioteca di San Giovanni e dall’antica spezieria (questa l’ultima attualmente chiusa per restauro).

La chiesa presenta un impianto romanico, a croce latina e, al suo interno, il Correggio ci ha “messo lo zampino”. Si inizia dal disegno del fregio lungo la navata centrale, le decorazioni della cupola con il Transito di San Giovanni e nella quinta cappella. Nella navata sinistra anche un giovane Parmigianino ha apportato il proprio contributo.

Se anche i chiostri meritano di essere ammirati, la punta di diamante del monastero resta la biblioteca. Al di là della bellezza indescrivibile di questa biblioteca monumentale (anche se funse da biblioteca solo per 150 anni), quello a cui non si è preparati è una vera e propria lezione magistrale di storia, arte, filosofia e geografia da parte di volontari senza i quali questa meraviglia resterebbe chiusa al pubblico. Silvano, che non dimenticheremo mai, ci ha accompagnati in un viaggio nel tempo di un’ora attraverso gli affreschi, le iscrizioni, la storia e gli avvenimenti rappresentati in questi ambienti del ‘500. Non sono solita emozionarmi per cose di questo genere ma questa volta mi è venuta la pelle d’oca. Possiamo garantirvi che, senza il supporto di Silvano, non avremmo apprezzato che un millesimo di questo gioiello, un libro di storia affrescato, una fotografia di come scienza e religione siano da sempre state intrecciate, di come la cultura fosse, soprattutto in passato, strumento di potere e di controllo, del clima politico e religioso del tempo, alla vigilia della Riforma Protestante. Un luogo unico nel suo genere, dove la conoscenza, in tutte le sue forme, regna sovrana. Potremmo descrivervi per filo e per segno ciò che abbiamo visto ma la verità è che dovete sentirlo, vederlo e viverlo con i vostri occhi. Siamo certi che vi emozionerete e penderete dalle labbra di Silvano anche voi!

▶︎ Informazioni utili. Chiostri e biblioteca sono aperti tutti i giorni, tranne il giovedì e la domenica, dalle 9 alle 12. La chiesa è aperta tutti i giorni, dalle 8.30 alle 12 e dalle 16 alle 19. Durante le funzioni liturgiche non è possibile effettuare visite. L’ingresso è gratuito (è consigliata una donazione e anche noi la raccomandiamo data la portata della visita guidata della biblioteca).

Cosa avremmo voluto vedere a Parma

Il nostro itinerario di un giorno e mezzo a Parma si è concluso e speriamo vi possa essere utile per un futuro viaggio o gita fuori porta in questa città che ti spinge a vedere quanto più possibile e che ti accoglie come poche altre città sono in grado di fare. A noi è rimasto, tuttavia, qualche piccolo rimpianto, dovuto esclusivamente alla mancanza di tempo. Se avessimo avuto due giorni pieni, sicuramente avremmo incluso anche la visita a:

  • Teatro Regio;
  • la casa di Arturo Toscanini;
  • il Museo CSAC;
  • la Certosa (in questo caso una missione quasi impossibile perché viene aperta al pubblico solo in occasioni particolari).

Dove mangiare a Parma

Già che ci siamo, vi lasciamo anche i locali dove abbiamo pranzato e cenato a Parma:

  • Trattoria del Grillo, cucina tradizionale (ottimi affettati e torta fritta – si trova fuori dal centro storico di Parma);
  • La Gatta Matta, a due passi dalla Casa del Suono (il locale è una bomboniera e i piatti ricercati);
  • Osteria del Tribunale (antipasti buoni, non male per essere un locale in pieno centro storico).

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4 commenti

  1. Ah,the post! I’ve been to Parma twice, and I completely agree with your itinerary. The Duomo is a must-see, and the Piazza del Comune is so picturesque. I also enjoyed the Camera di San Gimignano, it was incredibly insightful. Your post has brought back some lovely memories of my time in Parma. Grazie!

    1. I’m glad you liked our post and brought back lovely memories 😉 Parma really is a must-see! Wish you to come back and see it again, especially the surrounding area with its beautiful castles.

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