Cosa vedere nei dintorni di Bagno di Romagna: una giornata all’insegna dell’acqua

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Mai come quest’anno sentiamo il bisogno di stare in contatto con la natura ed è arrivato il momento di capire – anche se noi lo sosteniamo da anni – che la Romagna non è solo Rimini e i suoi km di spiagge. La Romagna ha un patrimonio naturale che non ha nulla da invidiare a tante altre realtà più blasonate e che sta piano piano facendosi spazio nel panorama turistico della nostra zona.

Dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e dagli splendidi paesaggi e borghi dell’Appennino Romagnolo fino al Montefeltro, gli amanti della montagna e del trekking, che siano esperti escursionisti o “giovani marmotte” come noi hanno di che sbizzarrirsi per trascorrere una giornata o un fine settimana all’insegna della natura.

Una delle zone maggiormente note dell’Appennino romagnolo è senza alcun dubbio Bagno di Romagna, località nota per le sue acque termali. Quello che vi proponiamo oggi è un itinerario nei dintorni di Bagno di Romagna con l’acqua a fare da filo conduttore della giornata. Pronti a partire con noi?

Trekking alla cascata dell’Alferello

Chiamata anche “cascata delle trote” per la presenza di questa specie ittica nel fiume, la cascata dell’Alferello è completamente incorniciata nel verde e sta diventando una meta sempre più gettonata per le gite fuori porta dei romagnoli (e non solo).

Il suo aspetto monumentale è dato in primis dalla sua altezza, un salto di ben 32mt. Dopo la cascata, il torrente scorre fino a scendere attraverso alcune marmitte di erosione, la più famosa delle quali è chiamata dagli abitanti del luogo, per la sua profondità, “il pozzo”.

L’acqua è fredda, molto fredda, ma vale comunque la pena farsi un bagno (che poi i medici non dicono sempre che fa bene alla circolazione?)

cascata dell'alferello forlì cesena
La cascata dell’Alferello

Qui l’Alferello incide la “formazione marnoso-arenacea romagnola”, caratterizzata da alternanze o strati di arenaria, dura all’erosione, e di marna più friabile: prima di precipitare, le sue acque scorrono sopra un grosso banco di calcare arenaceo, alto circa 2,30 mt, compatto e duro, più resistente all’erosione rispetto alla parte sottostante, creando così il “salto”. La cascata è caratterizzata dalla presenza di strati rocciosi. La roccia è di natura arenaria o marna. La prima è una roccia molto dura, mentre la seconda è più friabile. Lo strato superiore, sul quale scorre il fiume, presenta a sua volta uno strato di calcare arenaceo. Questo si differenzia dallo strato inferiore per la sua resistenza e perché si concede difficilmente alla corrosione.

Come raggiungere la cascata dell’Alferello e informazioni utili

  • Uscita E45 Bagno di Romagna. Da San Piero in Bagno si prosegue per la SP43 per circa 13km fino ad Alfero. Si prosegue seguendo la strada per Mazzi fino a raggiungere, dopo circa 1,5km, un ampio spazio dove potrete parcheggiare l’auto. Da lì, solo 500m a piedi ben segnalati vi separano dalla cascata.
  • Il sentiero per raggiungere la cascata è piuttosto agevole nel primo tratto, per poi diventare più ripido nell’ultimo tratto (può risultare scivoloso se percorso a seguito di una giornata di pioggia). Per questo motivo vi consigliamo di indossare sempre scarpe da trekking (abbiamo visto persone in infradito sollecitare i tendini delle loro gambe in modo inumano).
  • Se volete raggiungere la cascata a piedi da Alfero, saranno sufficienti 20-25 minuti.
  • Durante il fine settimana, la cascata è particolarmente affollata sia da locali sia da escursionisti. Se potete, prediligete una visita la mattina presto o nel tardo pomeriggio.
  • Se intendete fare il bagno, portatevi delle scarpe da scoglio: noi le abbiamo dimenticate, avevamo delle infradito da spiaggia e abbiamo rischiato di scivolare diverse volte.

Il lago di Acquapartita

Situato alle pendici del monte Comero, a pochi chilometri dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, il lago di Acquapartita deve il suo nome ad una storia molto particolare. Nonostante esistesse l’usanza di affittare il lago ad una persona che ne sorvegliasse le acque per evitarne il prosciugamento, agli inizi del ‘700 questo rimase in secca. Malgrado si dovesse fare in modo, come si diceva una volta, “che l’acqua non partisse”, l’acqua partì.

lago di Acquapartita Bagno di Romagna
Lago di Acquapartita

Ripristinato nell’Ottocento, oggi è un luogo molto frequentato dagli amanti della pesca sportiva, da chi vuole organizzare un picnic in famiglia e tra amici (ci sono zone attrezzate anche per barbecue), chi vuole rilassarsi un po’ su un’amaca dopo una bella passeggiata (o una grigliata 😂) e chi ama il trekking. A tal proposito, 4 sentieri ad anello di diversa difficoltà vi aspettano per farvi scoprire le bellezze del lago e della natura circostante. Ecco il link con la descrizione e le mappe.

Per noi la sosta al lago di Acquapartita è stata un’ottima scelta, e non vediamo l’ora di tornarci in inverno per godercelo completamente ghiacciato.

Consigli utili

  • Raggiungere il lago di Acquapartita con i mezzi pubblici: da Bagno di Romagna e S. Piero in Bagno, prendete la linea 218.
  • Come già anticipato, sulle rive del lago è possibile organizzare barbecue e picnic: le zone attrezzate sono ben visibili ma i posti si esauriscono in fretta, soprattutto nel fine settimana. In alternativa, è presente un chiosco/ristorantino proprio all’ingresso (con posti a sedere) o, come abbiamo fatto noi, potete fare un salto nel piccolo alimentari a pochi metri o nella macelleria che vi preparerà panini squisiti. Diversi anche i ristoranti che propongono specialità locali come carne alla brace, funghi e pasta fatta in casa.
  • Cosa vedere nei dintorni del lago di Acquapartita – a 5 minuti in auto (circa 3km) dal lago si trova Castello di Selvapiana, un antico borgo nato alle pendici di un castello fatto distruggere dalla Signoria di Firenze intorno al 1430. Oggi, dove sorgeva l’antica rocca, resta solo un piccolo oratorio conservante un ritratto della Madonna delle Lacrime la quale, secondo la tradizione, sarebbe stata vista lacrimare. Il punto di partenza per raggiungere l’oratorio è riconoscibile grazie a una piccola edicola sulla sinistra: parcheggiate lungo la strada e percorrete una breve salita.
oratorio castello di Selvapiana
L’oratorio

Poggio alla Lastra e le sue piscine naturali

L’ultima tappa di questo itinerario a tema acqua è rappresentata dalle piscine naturali di Poggio alla Lastra. Ci sono diversi punti di ingresso che vi porteranno a diverse piscine naturali e cascatelle. Uno vi porterà al ponte di Pietrapazza, raggiungibile in meno di 10 minuti seguendo il sentiero CAI 217 che parte dalla località Il Poggiolo.

Il sentiero che abbiamo scelto noi purtroppo non è segnalato, diciamo che abbiamo visto un pertugio e ci siamo spudoratamente infilati. Superato Poggio alla Lastra, proseguite lungo l'(unica) strada per circa un paio di km e inizierete a notare le macchine parcheggiate lungo la carreggiata. Una volta parcheggiata l’auto, troverete sulla vostra sinistra un paio di sentieri. Noi abbiamo intrapreso il secondo e ci è andata bene perché dopo nemmeno 5 minuti di camminata siamo arrivati alle cascatelle e alle piscine naturali. Visto l’orario, c’erano già parecchie persone che si erano sistemate per trascorrere la giornata con tanto di barbecue e picnic ma siamo comunque riusciti a ritagliarci uno spazietto per riposarci e godere delle acque belle fresche del fiume.

Una delle due splendide piscine naturali è più piccola ed è perfetta per sentirsi in una spa: la forza dell’acqua che compie un salto di circa 3 metri è un bel massaggio per le vostre spalle, provare per credere!

Consigli utili

  • Come per la cascata dell’Alferello, è sempre bene dotarsi di scarpe da scoglio: il fondo del fiume è scivoloso e si rischia facilmente di cadere.
  • Cosa vedere nei dintorni: Poggio alla Lastra dista appena 15 minuti dallo splendido borgo di Santa Sofia e circa 45 minuti dalla diga di Ridracoli dove potrete anche fare un giro in canoa.
  • A circa 5km da Poggio alla Lastra si trova l’agriturismo Mulino di Culmolle dove fermarsi per fare un tuffo nel laghetto creatosi grazie alla cascata del fiume Bidente.

Ora tocca a voi dirci quale di queste tre tappe vi hanno colpito di più!

(Foto di copertina – Canva)

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4 commenti

  1. Ciao Erica!

    La tua regione mi manca ancora da scoprire tutta. E devo dire che la Cascata dell’Alferello sembra davvero una chicca. Da tenere a mente per quando dovrò scoprire la tua regione. 🙂

    1. La zona di Alfero e il vicino parco delle foreste casentinesi sono una continua scoperta anche per noi, siamo contenti ti abbiano stuzzicato!

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