Museo del Tartufo di Acqualagna – Truffle Esperience

museo tartufo acqualagna

Di musei ne esistono tanti, dedicati anche alle cose più assurde. Quindi, perché non dedicarne uno al tartufo, il diamante della cucina italiana? E perché non farlo proprio ad Acqualagna, la capitale del tartufo? Grazie al premio vinto al contest fotografico del photowalk ad Acqualagna, siamo tornati in questa cittadina in occasione della Fiera nazionale del Tartufo Bianco, un evento che si tiene sin dal 1966.

tartufo nero acqualagna
Sua maestà il tartufo

Lo ammettiamo, non siamo dei grandi esperti di tartufo, anzi! Di conseguenza, visitare il Museo del tartufo di Acqualagna è stato non solo interessante, ma anche molto utile per capire le origini di questo prodotto d’eccellenza della terra. Un frutto della terra fragile, delicato, utilizzato in passato come mezzo di pagamento per servizi medici e veterinari e, in Umbria, ai tempi dello Stato Pontificio, al quale veniva concesso il “diritto di cava” in cambio della cancellazione di tasse e imposte locali (hai capito il Papa?).

Visitare il Museo del tartufo di Acqualagna – Truffle experience

Il museo di sviluppa su tre piani attraverso i quali scoprire origini, usi e filiera del tartufo, oltre a conoscerne i protagonisti, i cavatori, con i loro fidati cani. Tre le sezioni create: Scoperta, Iniziazione e Rarità.

La Scoperta

Nella prima sezione, oltre a scoprire il mestiere dei cavatori, sono esposte le quattro varietà di tartufo del territorio di Acqualagna (Bianco Alba di Acqualagna, Nero di Norcia o Spoleto o del Périgold, Marzullo o Bianchetto e Scorzone) ed è possibile, attraverso l’analisi sensoriale, riconoscerne i vari profumi. Guardate manager come si è dato allo sniffo!

L’iniziazione

La sezione dedicata all’iniziazione è quella che abbiamo preferito. È quella dedicata alle radici del tartufo, alle credenze popolari, alla sua presenza nell’arte e nella letteratura. Prodotto di origine divina per Sumeri e Babilonesi, per i Greci era generato per mano del padre degli dei che, scagliando il suo fulmine, contribuiva al crearsi del tartufo insieme ad acqua e calore. Il ruolo del re degli dei era fondamentale anche per i Romani, secondo i quali la terra e le abbondanti piogge autunnali non erano sufficienti. Nel Medioevo, al tartufo vennero attribuite doti magiche e afrodisiache. In quanto Medioevo, tuttavia, non potevano mancare risvolti legati al mistero e alla magia nera. Si pensava, infatti, che fosse il cibo di streghe, diavoli ed esseri maligni, un richiamo a “tane di animali velenosi e fosse di corpi in decontaminazione”. Altri, come il medico e filosofo persiano Avicenna, credevano causasse malattie quali la paralisi.

Un radicale cambio di rotta si ebbe nel ‘300 quando Petrarca, nel nono sonetto de “Il Canzoniere”, arrivò ad utilizzare il tartufo quale metafora per il suo amore per Laura.

[…] E non pur quel che s’apre a noi di fore, / Le rive e i colli di fioretti adorna; / Ma dentro, dove già mai non s’aggiorna, / Gravido fa di sè il terrestro umore, / Onde tal frutto, e simile si colga: / Così costei, ch’è tra le donne un Sole, / In me movendo de’ begli occhi i rai / Cria d’amor penseri,  atti, e parole; / Ma come ch’ella gli governi, o volga, / Primavera per me pur non è mai.

Nel Rinascimento, il tartufo diventa il frutto che favorisce l’accoppiamento. Diciamo che perde la sua aurea celeste 😅 a favore di proprietà erotiche ed afrodisiache. Anche il mio adorato Bardo, con mia grande sorpresa, ne parla in “The Tempest” (atto II, scena II)

[…] I prithee, let me bring thee where crabs grow; / And I with my long nails will dig thee pignuts”.

Rossini e Dumas, entrambi grandi amanti della buona cucina, si contesero addirittura la ricetta dei maccheroni al tartufo ma, se volete assistere alla loro discussione, dovrete necessariamente visitare il museo.

museo del tartufo acqualagna

Insomma, il tartufo è da sempre presente sia in letteratura, in pittura e al cinema e oggi, sebbene con i vari studi scientifici la sua “nomea” di prodotto demoniaco o afrodisiaco sia andata scomparendo, le credenze legate ai temporali sono giunte fino ai giorni nostri.

Informazioni utili

  • Il Museo del tartufo di Acqualagna – Truffle Experience è aperto il venerdì (dalle 16:30 alle 19:00), il sabato (dalle 15:00 alle 19:00) e la domenica (11:00-13:00 e 15:00-19:00)
  • Costo del biglietto – 5€ intero, 3€ ridotto (gratuito per i minori di 10 anni)
  • Dove abbiamo soggiornato: Casale degli Ulivi (gentilmente ospitati da Marche Holiday)

(Foto di copertina Canva)

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9 commenti

  1. Io ammetto di non capirci molto. Ma mi ha affascinato molto leggere soprattutto delle credenze popolari legata alla magia nera. Incredibile che qualcosa che un tempo veniva demonizzato sia oggi invece un prodotto ricercato e di grande qualità!

  2. Non avevo idea che esistesse un museo dedicato a questi lingotti d’oro che crescono sotto terra! 😍 Interessante come esperienza, mi piacerebbe saperne di più circa l’aspetto leggende e credenze popolari! Dopo che esci da li non puoi non andare in trattoria e mangiare dal primo al dolce tutto a base di tartufi! I Papi tze…tutti furbacchioni! 😁

    1. Sai che le leggende legate al cibo sono una mia fissa? Se è vero che si viaggia anche attraverso il cibo, saperne di più anche sul passato di un prodotto lo rende sicuramente più interessante. E comunque sì, la tappa successiva è stata la trattoria 😂 per la serie “anche oggi dimagrisco domani”

  3. Ho lavorato per qualche tempo in una boutique italiana (all’estero) che vendeva prodotti “chic”… era pieno di alimenti al tartufo, e ho imparato lì ad amarlo! Il formaggio al tartufo… aahh! 🙂 Ti ringrazio per questo post interessantissimo, mi piacerebbe un sacco riuscire a visitare il museo prima o poi!

    1. Noi non siamo appassionati di tartufo, diciamo che quando lo troviamo nei ristoranti a volte lo prendiamo. Poter visitare un museo ad esso dedicato ce ne ha fatto apprezzare ancor di più la qualità e il prestigio, oltre ad averci aperto un mondo che prima ignoravamo completamente. Se riesci ad andare facci sapere 😉
      Un abbraccio
      Erica

  4. Pur trovandomi spesso ad Acqualagna per motivi di cuore non ho ancora mai visitato questo museo! Ora sono ancora più curiosa di vederlo!

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