All’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel comune di Acquasanta Terme, nel sud delle Marche, non solo si può godere delle terme sulfuree all’aperto de Lu Vurghe ma anche fare escursioni a piedi molto particolari in una natura incontaminata fatta di montagne, boschi, cascate e gole. Una tra queste è senza alcun dubbio quella che porta alla scoperta delle Gole del Rio Garrafo.
Accesso al sentiero
Per raggiungere il punto di inizio del sentiero, imboccate la strada sulla sinistra, in discesa, prima del ponte che conduce a Vallecchia M.A. e Matera. Deviate subito a sinistra e seguite una strada sterrata pianeggiante che vi porterà, costeggiando il fosso, nei pressi di una casa con cancello. Parcheggiate l’auto nello spiazzo sulla destra pochi metri prima dell’abitazione (link Maps).
👉 Lo spiazzo è piccolo e può ospitare 3-4 auto. In alternativa, lasciate l’auto nel parcheggio dove si trova attualmente il municipio e raggiungete a piedi la piazzola. Si tratta di nemmeno 1km.
L’inizio del sentiero è di fronte alla casa ed è chiaramente segnalato dall’indicazione “Vallecchia M.A. – ML 1500”.
Dati tecnici e consigli utili
- Dislivello complessivo: < 200 m
- Difficoltà: EE
- Lunghezza: A/R 4Km circa
- Tempi di percorrenza: dipende dalla stagione ma indicativamente almeno 3 ore (andata e ritorno senza pause)
- Segnaletica: praticamente assente.
Le gole si snodano per circa 2km, attorniate da alte pareti rocciose che, a tratti, sembra quasi si tocchino. Un vero canyon naturale dove è un attimo sentirsi Harrison Ford in Indiana Jones. Proprio per questo motivo, ecco alcuni accorgimenti ed indicazioni per godere pienamente di questa esperienza:
- gran parte del sentiero prevede l’ausilio di corde e cavi in acciaio che, a tratti, vi serviranno per passare da un lato all’altro delle pareti rocciose. Di conseguenza, anche se non parliamo di altezze dolomitiche, se soffrite di vertigini o il massimo del vostro esercizio fisico consiste nel sollevare il telecomando della TV, forse questa esperienza non fa per voi.
- Noi abbiamo percorso il sentiero in ottobre e il rio Garrafo era asciutto, soprattutto nella parte iniziale. Questo ci ha semplificato non poco la vita perché di fare acquatrekking non ne avevamo proprio voglia. Quando la portata del fiume è massima, non si rischia solo di bagnarsi il fondo delle scarpe: l’acqua può arrivare fino al ginocchio, quindi valutate bene il periodo in modo da non ritrovarvi a fare il bagno prima del previsto 😂 (estate e autunno – in assenza di piogge recenti – sono senza dubbio i momenti migliori). Se siete in vena di bagno, non dimenticate le scarpe da scoglio.
- Scarpe da trekking obbligatorie: anche se doveste trovare il letto del fiume asciutto, spesso le rocce sono bagnate e scivolose e il rischio di cadere e farsi male è alto.
- Lungo il sentiero incontrerete delle grotte: una di queste è la grotta Fredda che, nel 2007, “ospitò” lo speleologo Montalbini per 235 giorni per condurre i suoi studi ed effettuare un esperimento di isolamento spazio-temporale. Per visitarle, rivolgetevi alla sede dell’Asa Speleoclub vicino alle sorgenti de Lu Vurghe.
Gola del Rio Garrafo: il sentiero
Dal cartello sopracitato, seguite il sentiero a destra che scende lungo il costone fino a raggiungere un ponte in legno. Proseguite e, al bivio successivo, tenete la sinistra scendendo fino all’alveo del fiume. Qui incontrerete la prima corda che vi servirà per raggiungere il letto del fiume.
Proseguite lungo il fiume, in una continua alternanza di passaggi a destra e a sinistra e costeggiate le rocce aiutandovi con i cavi metallici e le corde. L’escursione è, in pratica, tutto un saliscendi sulle pareti di roccia, circondati da un verde rigoglioso e accompagnati dallo scorrere dell’acqua del Rio Garrafo che, avanzando verso la gola, inizia a farsi vedere e sentire. Il colore trasparente dell’acqua, i suoi riflessi azzurri e verdi stuzzicano non poco la voglia di tuffarsi.
Tutto il percorso si snoda lungo il fiume e, tra una corda, una cavo e una scala in acciaio, sentirete nelle orecchie risuonare la colonna sonora di Indiana Jones. Si tratta di una zona piuttosto selvaggia, dove la roccia calcarea ha permesso il formarsi di numerose cavità, creando scenari davvero suggestivi. La prima grotta che si incontra è la Grotta Fredda, riconoscibile dal gelido vento che si fa sentire sin dall’ingresso e per tutta la tratta che la costeggia.
Proseguite fino ad arrivare a raggiungere, dopo circa 1h30 le prime piscine naturali. A questo punto vi consigliamo di tornare indietro. Anche noi ci siamo fermati qui.
Il percorso continua dopo aver guadato per l’ennesima volta il fiume, seguendo un tracciato in ripida salita che si allontana dal rio e presenta numerosi tratti esposti. Se intendete procedere, dovrete attraversare prima la frazione abbandonata di Gaglierto per poi raggiungere Vallecchia. Da lì inizierà la discesa che vi ricondurrà, percorrendo una sterrata, al parcheggio dell’auto.
Le alte faglie che costeggiano il Garrafo sono una vera meraviglia, la natura si esprime al massimo del suo splendore e si perde facilmente il conto degli scorci che lasciano a bocca aperta. Godere di un simile spettacolo è una grande fortuna, rigenera corpo e mente, è un’esperienza incredibile. Tuttavia, non smetteremo mai di ripeterlo: ognuno di noi conosce i propri limiti e ci sono momenti giusti per provare a superarli e altri no. Questo non è un percorso in cui “far vedere i muscoli”, non va affrontato con superficialità. Solo così sarà possibile gustarsi un sentiero così particolare.