Trekking in Valmarecchia: la rocca di Maioletto

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La nostra Romagna è da sempre stata terra di castelli, rocche e fortezze: basti pensare, solo per citarne un paio, al castello di Montefiore Conca nella Valconca e alla Rocca Malatestiana a Santarcangelo di Romagna. Molti di questi siti sono visitabili e contengono al loro interno testimonianze del dominio dei Malatesta e dei Montefeltro. Di altri, purtroppo, restano solo antiche rovine che possono diventare, data la loro posizione, mete di trekking molto suggestivi. Una di quelle più affascinanti è la Rocca di Maioletto, nell’Alta Valmarecchia.

La rocca di Maioletto e la leggenda del ballo angelico

Considerata una tra le più difficili da espugnare dell’intera Valmarecchia e Montefeltro, della rocca di Maioletto, oggi, restano solo dei ruderi. Il perché non sia arrivata intatta ad oggi è avvolto da una leggenda. Si narra, infatti, che gli abitanti del castello, in spregio al mese mariano, decisero di svagarsi per tre notti consecutive a suon di “ballo angelico“, pratica al tempo considerata piuttosto “trasgressiva”. Al ballo angelico, difatti, partecipavano sia giovani che anziani, donne e uomini, come mamma li aveva fatti, senza alcuna vergogna, in pratica esibendo la stessa ingenuità degli angeli.

Nella notte tra il 29 e il 30 maggio 1700, mentre fuori infuriava da giorni una tempesta eccezionale, un fulmine si scagliò sul monte e la frana che ne derivò distrusse sia la rocca che le abitazioni circostanti. I due segni premonitori che dovevano mettere in guardia “gli ospiti” non furono colti: a nulla valsero i sinistri stridii di una civetta posatasi su una finestra e la presunta apparizione di un angelo che intervenne per ammonire ed esortare i partecipanti della “festicciola” a smetterla. L’atmosfera era decisamente troppo piacevole per interromperla 😆. Punizione divina, la chiamano.

Ora, che un fulmine possa causare una frana è fatto noto ma in questo caso diede solo “il colpo di grazia” alla roccia. Nel 1644, infatti, un altro fulmine fece saltare in aria la polveriera della fortezza e distrusse parte della muraglia, indebolendo così le fondamenta della rocca. Un danno che 50 anni dopo risultò fatale.

Trekking alla rocca di Maioletto

Che crediate o meno alla leggenda, raggiungere la rocca di Maioletto è un’esperienza da non perdere per gli amanti del trekking. La rupe franata e i resti della rocca sono circondati da calanchi e boschi: un paesaggio unico, da godersi dalla cima di questo “cucuzzolo conico dalla sagoma martoriata”. Della rocca di Maioletto, infatti, oggi sono visibili alcuni tratti delle mura di cortina e due torrioni.

rocca di maioletto
Mancano pochi metri…

Due i sentieri che è possibile percorrere per raggiungerla. Non si tratta di un giro ad anello. Nonostante questo, noi abbiamo deciso di percorrerli entrambi così da gustarci paesaggi molto diversi tra loro: da una parte boschi fitti e punteggiati dai colori autunnali, dall’altra i calanchi, riconosciuti dall’UE zona protetta BioItaly, con oltre 600 piante censite.

rocca di maioletto
Vista sulla zona franata

Sentiero più breve: partenza dalla chiesa di Maioletto

  • Tempo di percorrenza: 45 minuti circa (sola andata e soste escluse)
  • Difficoltà: E (media)
  • Percorso: quasi esclusivamente in salita, a tratti dei tronchi bloccano il passaggio.
  • Punto di partenza: chiesa di Maioletto

Lasciate l’auto alla chiesa di Maioletto e seguite la strada asfaltata che circonda l’edificio. Dopo poco vi ritroverete su un sentiero di montagna e, dopo appena 10 minuti di cammino, raggiungerete un punto panoramico, con una piccola area di sosta: da lì è visibile buona parte della zona colpita dalla frana. Proseguite lungo il sentiero fino a raggiungere una “scalinata” creata sulle rocce: sebbene sembra che la strada prosegua a sinistra, continuate sempre dritto.

scalinata rocca di maioletto
Le scale in pietra

Dopo poco arriverete al nostro punto preferito, quello che si congiunge con l’altro sentiero e che vi costringerà a salire fino alla rocca con l’ausilio di una corda! Non stiamo scherzando, qui la salita si fa ripida, non ci sono tanti alberi e arbusti a cui aggrapparsi e se il terreno dovesse presentarsi fangoso sarebbe impossibile proseguire. Possiamo garantirvi che è un’esperienza molto divertente.

salita con la corda
Tratto con la corda

Si tratta dell’unico tratto in comune dei due sentieri. Una volta terminata la performance in stile Indiana Jones, vi ritroverete a sollevare gli occhi al cielo e godervi la rocca dal basso. Pochi metri, un foro nella fortezza e una scaletta metallica vi separano dalla cima dove godervi il pranzo con vista sui territori in passato appartenenti alla Chiesa, ai Malatesta e ai Montefeltro, tra cui San Leo.

calanchi
I calanchi

Sentiero più lungo: partenza dalla chiesa di Sant’Apollinare

  • Tempo di percorrenza: 50 minuti-1 ora (sola andata e soste escluse)
  • Difficoltà: T fino all’oratorio di San Rocco, poi E (media).
  • Punto di partenza: chiesa di Sant’Apollinare
  • Percorso su Wikiloc

Dalla medievale chiesa di Sant’Apollinare, attraversate il piccolo borgo di Poggio seguendo una strada asfaltata e che ben presto diventerà sterrata. Da qui inizia il tratto paesaggisticamente più interessante poiché si attraversa un incredibile crinale argilloso caratterizzato da enormi calanchi. Ovunque volgiate lo sguardo, i panorami non vi deluderanno: San Leo, la Valmarecchia e, ovviamente, davanti a voi la rocca di Maioletto.

rocca di maioletto
Sentiero che attraversa i calanchi

Arrivati ai piedi della rocca troverete un bivio: a sinistra potrete seguire il cammino di San Francesco che da Rimini porta a La Verna, mentre proseguendo dritto, dopo pochi metri, raggiungerete l’oratorio di San Rocco. Si tratta dell’unico edificio sopravvissuto alla frana del 1700 e conserva al suo interno un affresco della Madonna col Bambino del 1500. Peccato non sia stato possibile vederlo, al nostro arrivo la chiesetta era chiusa.

Si segue il sentiero tenendo la sinistra, raggiungendo, con alcuni piccoli saliscendi, una scala a pioli. La scala è alta circa una decina di metri, non è esattamente una goduria per chi soffre di vertigini ma sembra peggio di quello che è in realtà.

scala rocca di maioletto
La scala

Subito dopo la scala, ecco ripresentarsi la famigerata corda: non si tratta dello stesso tratto di prima, bensì di un tratto più lungo e ripido che precede proprio quello in comune con il primo sentiero. Mangiate un po’ di spinaci, vi serviranno i muscoli alla Braccio di Ferro.

Una volta risalito questo tratto, vi troverete al punto di incontro dei due sentieri: ultima salita con la corda e sarete arrivati.

Quale sentiero scegliere?

Entrambi i sentieri sono adatti a chi è abituato a camminare. Non è necessario essere escursionisti esperti, è vero che non c’è fretta e ognuno deve rispettare i propri tempi ma i tratti un po’ impegnativi qui non mancano. Se soffrite di vertigini al punto da stare male con altezze di pochi metri, salire o scendere la scala potrebbe essere un problema ed essendo l’unica via per proseguire, vi impedirebbe di raggiungere la cima (se partite dalla chiesa di Sant’Apollinare).

Fatte queste premesse, ci sentiamo di consigliare entrambi i percorsi perché vi permettono di esplorare questa zona in modo diverso. La rocca, che vista dal basso può sembrare inarrivabile e impenetrabile, sembrerà volervi accogliere man mano che vi avvicinerete.

Dall’esterno vi incuterà un certo timore, una rocca a cui mostrare riverenza e rispetto per essere sopravvissuta (addirittura) a una punizione divina. A differenza di altre roccaforti, non abbiamo avuto la sensazione di averla espugnata (ecco, forse ci siamo fatti prendere un attimo da un certo pathos romanzesco). Al contrario, quella solitudine che abbiamo provato una volta in cima ce l’ha fatta apprezzare ancor di più. Che ci sono emozioni che solo in cima a rocche selvagge, dove lo sguardo si perde tra pietre provate dal tempo e creste si possono godere.

(Foto di copertina Canva)

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1 commento

  1. Accidenti, ma questo trekking è quasi una scalata!! Davvero impegnativo, ma la fatica credo verrà ripagata alla fine. Bella anche la leggenda del Ballo angelico.

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