Varsavia e la sua elegante malinconia – parte II

varsavia post cover

Nella prima parte del nostro weekend polacco vi abbiamo portato nella Città Vecchia e Nuova e al Parco Lazienki. Oggi vi porteremo al Castello Reale, al Palazzo della Cultura e della Scienza e al Ghetto Ebraico.

Visitare il Castello Reale di Varsavia

Cosa dire del castello se non che anch’esso, come la Città Vecchia, è stato quasi completamente ricostruito dopo essere stato distrutto durante la seconda guerra mondiale e, visto l’eccellente lavoro fatto proprio nella Città Vecchia, anche questo palazzo è stato riprodotto piuttosto fedelmente. I lavori di ricostruzione iniziati nel 1971 e terminati con l’inaugurazione ufficiale nel dicembre 2011 hanno permesso al castello di presentarsi in tutta la sua imponenza sul lato destro di Piazza Zamkowy e merita una visita di circa 1h30 (o almeno questo è quanto ci abbiamo impiegato noi).

castello reale Varsavia
Castello Reale

Il castello di per sé non è uno dei castelli reali più belli che abbiate mai visto ma la storia è piuttosto interessante e alcune sale, come quella degli specchi, è talmente dorata da abbagliarvi.

Se venite presi da un attacco di fame tale da non poter resistere per nemmeno 5 minuti, alla fine del percorso troverete un delizioso café dove potrete gustarvi torte e panini nell’atmosfera “reale” del castello. Ecco infine alcune informazioni utili per la visita.

  • Biglietti di ingresso (aggiornato al 2020): 40pln (circa 9€). A differenza di quando lo abbiamo visitato noi, ora il giorno ad ingresso gratuito è il mercoledì. Sul sito ufficiale sono indicati i percorsi attualmente aperti al pubblico ed è possibile prenotare i biglietti online.
  • Orari di apertura: da martedì a venerdì e domenica dalle 10 alle 17, sabato dalle 10 alle 18. Chiuso il lunedì.

Il Palazzo della Cultura e della Scienza

E’ senza alcun dubbio il simbolo della città. Sarà per la sua altezza (è il palazzo più alto di tutto il paese), sarà perché è stato un dono dell’Unione Sovietica – Stalin – alla Polonia, sarà per il suo mix di barocco/gotico e skyscraper americani, o sarà per il fatto che dal suo 30° piano si può ammirare tutta la città, fatto sta che raramente chi visita Varsavia può esimersi dal farci una capatina. È stata la prima cosa che abbiamo visto appena arrivati in città con lo shuttle dall’aeroporto e dobbiamo ammettere che – da un punto di vista puramente estetico – rispetto al resto della città la prima sensazione è “non c’azzecca niente!”. Vi dirò che vederlo di sera ci ha fatto sentire a Gotham City.

👉 Per accedere al 30° piano e godersi il panorama, il biglietto costa 20pln (poco meno di 5€).

Visitare il ghetto ebraico

Dimenticate i ghetti ebraici che avrete forse visitato in giro per l’Europa perché qui rimarrete a bocca asciutta. Causa bombardamenti durante la guerra, del ghetto ebraico è rimasto ben poco, anzi quasi nulla. L’atmosfera che si respira è del tutto asettica e considerata la cura che è stata messa nel riportare agli antichi splendori le altre zone della città, forse qualche sforzo in più poteva essere fatto anche qui. Va da sé che non si possa (e non avrebbe gran senso) ricostruire il muro del ghetto, ma è ciò che si può trovare nel quartiere oggi che stona molto con il suo passato.

Per dovere di cronaca, questo “quartiere” si trova alle spalle del Palazzo della Cultura e della Scienza e dovete armarvi di una buona cartina perché non è stato facile trovare i due resti del muro dal momento che non sono affatto ben segnalati.

resti ghetto ebraico Varsavia
Resti del muro

È rimasta una piccola testimonianza anche a pochi metri dalla sinagoga ma la mancanza di documentazione in loco e il non sapere della sua esistenza prima di partire hanno fatto sì che non capissimo a cosa corrispondesse. Peccato!

Alla fine della nostra breve visita nel ghetto ebraico abbiamo fatto una passeggiata nei Giardini Sassoni, un delizioso parco che, siamo sicuri, dia il meglio di sé in primavera e che, a febbraio, si presentava ancora un po’ in letargo. Tuttavia, se non volete allontanarvi troppo dal centro o non avete tempo, è un’ottima alternativa per farvi un giretto a piedi, magari gustandovi una bella tazza di tè.

giardini sassoni Varsavia
Giardini Sassoni

Bene, signore e signori, questo è stato il nostro itinerario a Varsavia di 3 giorni. Pensate manchi qualcosa? Sì. Siamo stati anche al Museo della Rivolta, un luogo che ci ha colpito talmente tanto che abbiamo deciso di dedicargli un post a parte.

“Unico” rimpianto? Non aver avuto il tempo di visitare il Palazzo Wilanow.

(foto di copertina Canva)

Ti potrebbero anche interessare

16 commenti

  1. I muri – o quello che ne resta – fanno sempre non poca impressione. Anche se ora sono rimasti solo come mezzo per evitare che certe cose succedano di nuovo.
    Bellissimi i giardini e ti dirò che anche il Palazzo della Cultura e della Scienza ha un suo fascino. Spero di riuscire a vedere il “fratello maggiore” a Mosca che, se non sbaglio, dovrebbe essere la sede dell’Università Statale.
    Buon weekend 🙂

    1. L’impatto è sempre forte e il significato….beh, è evidente. Il tutto ci è solo sembrato un po’ “fuori dal contesto”.
      Vai a Mosca? Che meraviglia! ? Non conosco il fratellone del Palazzo di Varsavia e a dir la verità non riesco nemmeno ad immaginarlo, quindi aspetterò le tue foto ?
      Buon weekend
      Erica

      1. In alcuni posti a Berlino ho avuto anche io la sensazione che certi pezzi del muro fossero un po’ fuori dal contesto. Per esempio davanti a un McDonald, dove proprio non so cosa ci azzecchi…
        Sì, vado a Mosca, non vedo l’ora 🙂

  2. Quell’edificio ha molti “fratelli” purtroppo… non conosco quello di Mosca menzionato da Silvia, ma a Praga ce n’è uno quasi identico, che oggi ospita un hotel piuttosto importante.
    E’ un peccato che il ghetto non sia segnalato a dovere, come dicevi tu avrebbero potuto provvedere a recuperare meglio anche quella parte di città… magari in futuro!
    Buon fine settimana 🙂

    1. Chissà, visto che i lavori sono ancora in corso in tutta la città magari ci sarà spazio anche per quella zona!
      Siamo stati a Praga ma al momento non ricordo quale sia l’edificio ?
      Buon weekend anche a te ?

  3. Ciao! Abbiamo seguito un itinerario molto simile 🙂 A me Varsavia è piaciuta molto, mi ha sorpresa! Mi hanno colpita particolarmente il Parco Lazienki con il Palazzo sull’Acqua e il castello di Wilanow, ma sicuramente anche il quartiere ebraico e i tanti simboli legati alla rivolta di Varsavia lasciano il segno. L’Est europeo mi affascina molto, mi piacerebbe visitare altre città polacche in futuro 🙂

    1. Ciao! Purtroppo non siamo riusciti a visitare il castello di Wilanow, è il nostro unico rimpianto del nostro weekend polacco. Dopo aver visto Auschwitz e Varsavia la Polonia ci ha conquistati, quindi la prossima tappa potrebbe essere Cracovia e le saline. ?

    1. In due giorni, almeno secondo noi, dovete eliminare la visita a qualche museo/palazzo. Il Museo della Rivolta (grazie per aver commentato questo post perché mi sono appena ricordata che ho il post da terminare….) merita almeno un paio di ore, il Castello Reale almeno un’ora, il parco anche. Se volete concentrarvi sul centro storico e una di queste opzioni, due giorni possono bastare. Dipende molto dai vostri gusti, dagli orari dei voli 😅 e dal periodo (calcolate che se come noi andate in pieno inverno fa buio molto prima e un giro al parco non avrebbe molto senso nel pomeriggio.
      Chiedi pure se hai bisogno di altre informazioni, speriamo che tu riesca a visitarla, merita davvero tanto!
      Un abbraccio
      Erica

  4. Oltre questo vostro giro noi ci siamo addirittura addentrati nel cimitero ebraico, molto malinconico… Varsavia cmq è una regina dell’Est

    1. Il cimitero ebraico in effetti ce lo siamo persi…quando non si ha troppo tempo qualcosa bisogna lasciarlo per strada….Avete visitato il Museo della Rivolta? A noi ha fatto impazzire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.