Di Garbino, mal di testa & moccoli

Per fortuna che questo garbino sembra essere finito. Cos’è il garbino? I romagnoli come me lo sanno, eccome! Altro non è che il Libeccio che, nei mesi estivi porta una gradevole brezza sul mare, ma se capita in inverno comporta forti raffiche di vento caldo che, per quanto mi riguarda, significano sempre e costantemente una cosa: mal di testa.

Potrei riassumerlo in una perfetta equazione:

GARBINO : ERICA = MAL DI TESTA : OGGI STATEMI LONTANI

Qualunque sia l’ordine degli elementi nell’equazione, la soluzione sarà sempre brutta, brutta giornata.

Non sto parlando di un mal di testa leggero, eh no, sarebbe troppo semplice. Assomiglia più ad un muro di cemento armato che si palesa simpaticamente nel lobo frontale e sta lì, comodo comodo e consapevole delle ore di inferno che ti farà passare.

Se questo “venticello” si presentasse durante il weekend, quando non lavori o sei comunque in stato di pseudo-relax, non ci sarebbe alcun problema; sì, magari tiri due accidenti perché ti rovina un po’ il fine settimana (a meno che non facciate come me e ci beviate su un mojito così, giusto perché se proprio devo stare male, allora tanto vale star male per bene) ma almeno non devi provare a conviverci durante le ore lavorative.

Che quando mi prendono questi mal di testa mentre insegno divento una bestia. Il mio livello di tolleranza (peraltro già non eccelso) verso le persone e/o qualunque essere vivente scende ai minimi storici, il rischio che la mia “storica” diplomazia con gli studenti scompaia sale, al contrario, ai massimi storici e sento sempre un gran caldo (cosa alquanto bizzarra per me in inverno).

Fatte queste premesse, potrete facilmente immaginare il mio umore ieri pomeriggio, quando il garbino ha dato il meglio di sé: il mio istinto da serial killer si è risvegliato, alla The following.

Ieri pomeriggio, nell’ordine, avrei voluto:

  • mandare a quel paese qualcosa come una ventina di persone;
  • riempire di insulti un paio di miei studenti che me le hanno fatte girare più del solito;
  • andarmene a casa a metà pomeriggio;
  • licenziarmi.

Non ho fatto nulla di tutto ciò perché con il tempo il mio self-control si è sviluppato sensibilmente, ma vi giuro che l’intenzione c’era tutta.

Tornata a casa, ho dovuto comunicare a manager che avremmo saltato la serata cinema (ci riproviamo stasera con “Sherlock – l’abominevole sposa”) e dopo cena, mi sono affossata indegnamente nel letto dormendo 11 lunghissime ore! Quando mi sono svegliata alle 9.30 questa mattina, una rosa, rinata! Mal di testa scomparso (garbino compreso) e splendida giornata di sole. Promette bene questo mercoledì, no? Speriamo!

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