Quando il cognome ha un suo perché

Appena pranzato, ti stendi stile balenottera spiaggiata sul divano per gustarti il caffè, manager si guarda quella mezzora di notizie sportive e vedi lui:

Il cognome ha il suo perché

Allora, chiariamo una cosa: non puoi essere di nazionalità inglese, giocare in Premier League nella squadra – cito manager – “rivelazione dell’anno” (nota per gli “ignoranti” come me: si tratta del Leicester) e chiamarti Drinkwater. NO, non puoi.

Ma ve lo immaginate il piccolo Danny, mancuniano di nascita (e per questo degno di stima), ordinare due pinte di birra al pub, dare il proprio cognome al barman e dover subire, diciamocelo, gli scontati sguardi ironici e le battutine? Che gli inglesi non è che lesinino in sfottò, e se consideriamo il loro adorabile humour … beh, tirate le vostre conclusioni.

Comunque, per me che devo spesso subire vagonate di nozioni calcistiche (era una clausola vessatoria che non avevo letto nel registro delle firme quando mi sono sposata), ogni tanto imbattersi in queste cose se non altro ti strappa una sana risata.

Per me oggi ha vinto lui! Cheers!

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