Trekking facile a Cartoceto, Valle del Metauro

Appollaiato su un colle ad appena 235m sul livello del mare, Cartoceto, nella Valle del Metauro, si sviluppò in epoca tardo-medievale grazie alla sua posizione, al suo clima favorevole e alla fertilità del suo suolo.

Cartoceto, infatti, è un paese noto per la sua produzione di olio. Insignito del marchio DOP, l’olio di Cartoceto (o “il Cartoceto” come viene solitamente chiamato) è il prodotto che più lo rappresenta e che ha segnato l’economia locale sin dal XVI secolo.

Grazie a questo panorama caratterizzato da uliveti, Cartoceto offre diversi itinerari escursionistici adatti a tutti, anche a chi non è particolarmente allenato o ha appena iniziato ad approcciarsi al trekking.

Sentiero “La via dell’acqua”

L’escursione che vi proponiamo ha come filo conduttore l’acqua, in particolare quella che alimentava i diversi lavatoi presenti in svariati punti del territorio cartocetano e che, nel corso della storia, sono stati utilizzati prevalentemente dalle donne per lavare i panni e per l’abbeveraggio degli animali.

Lunghezza: 6km (giro ad anello)
Dislivello: 110m
Difficoltà: T
Segnaletica CAI: assente (traccia Komoot gpx)
Durata: circa 2 ore, soste fotografiche incluse.

Il percorso si snoda su strada asfaltata, sterrata e, in alcuni tratti, attraverso i campi. Il dislivello è decisamente basso, elemento che, insieme alla lunghezza, rende il tracciato adatto anche ai bambini (ma non ai passeggini).

Il punto di partenza e di arrivo è piazza Garibaldi, dominata dal trecentesco Palazzo del Popolo e dalla Torretta dell’orologio. La prima tappa si trova a pochi metri dalla piazza. Scendendo in via della Fonte, infatti, si raggiunge il “lavatoio Fonte Vecchia”. Si tratta di un lavatoio coperto, proprio a ridosso delle mura del centro storico, che è stato recuperato e ripulito alcuni anni fa grazie al lavoro dei cartocetani.

Percorrendo via Umberto I e successivamente via Peschiera, si esce dal centro storico e si prosegue lungo via della Pieve, fino a raggiungere il cimitero. Qui, deviando a sinistra, si attraversa un uliveto e si scende fino a raggiungere il “lavatoio di Montefiore”. Lo si riconosce dalla pompa a mano installata e ancora funzionante posizionata al lato della vasca.

Si risale tenendo la destra, accompagnati da ulivi, vigneti e da splendide viste sul borgo di Cartoceto e le verdi colline circostanti, lungo via Montefiore.

Dopo pochi metri imboccate via Sant’Anna (Strada Provinciale 79) e, successivamente, via Valgenga sulla sinistra. Dopo circa 400 metri, prendete il sentiero campestre sulla sinistra. Lungo la strada, sulla vostra sinistra, incontrerete il “lavatoio del Trebbio”, il cui nome deriva dal latino triviun, il luogo in cui fanno capo tre vie. Pensate che si tratta di un lavatoio pubblico su suolo privato. Proseguendo, in pochi minuti vi ricongiungerete con via San Michele e attraverserete il quartiere Molinaccio (come punto di riferimento avrete il Frantoio Serafini).

Camminate fino alla fine di via San Michele fino a ricongiungervi con via Sant’Anna, prima, e via Nettuno, poi. Tenete la destra e percorrete gli ultimi venti minuti che vi separano dall’arrivo su questa strada asfaltata (circa 1,2km), con uliveti centenari che si palesano ai vostri occhi ovunque volgiate lo sguardo. È lungo questo tratto che incontrerete il “lavatoio Noceto”, usato principalmente per abbeverare i cavalli e così chiamato perché, in passato, era circondato da noci.

Una volta all’incrocio con via Umberto I, non vi resta che tenere la destra e tornare in piazza Garibaldi (circa 350m).

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2 commenti

    1. Sarebbe molto interessante riuscire a parlare con le donne che qui si recavano per lavare i panni. Da quello che ci è stato riferito alcune sono ancora in vita. Sai le chiacchiere intorno a quelle vasche!

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