Il Cavallo di Fuoco di Ripatransone

Dal 1682 a Ripatransone – in uno dei borghi più affascinanti della provincia di Ascoli Piceno – si svolge uno degli eventi folkloristici (e pirotecnici) più particolari d’Italia, Patrimonio d’Italia per la tradizione, il Cavallo di Fuoco. Si tratta di una manifestazione unica in Italia, una tradizione tramandata nei secoli ed arrivata ai giorni nostri senza praticamente subire cambiamenti. Un simbolo dell’immutabilità delle tradizioni che si ripete ogni anno, nella serata dell’Ottava di Pasqua. Un vero evento per Ripatransone, a cui partecipa tutta la comunità, dai più grandi ai più piccini, con tanto di merchandising ufficiale!

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Le origini

La prima rievocazione storica risale al 10 maggio 1682. In onore dell’incoronazione del simulacro della Madonna di San Giovanni, patrona del paese, il Comune assunse un abile artificiere di Atri il quale, una volta terminato il proprio lavoro, decise di improvvisare uno spettacolo in sella al proprio cavallo. Fu così che attraversò la piazza sprigionando fuochi d’artificio in ogni direzione, attirando inevitabilmente l’attenzione della gente presente la quale apprezzò molto l’esibizione. Gradirono talmente tanto che l’anno successivo decisero di emulare le gesta dell’artificiere, dando ufficialmente inizio a questa singolare tradizione.

Così il marchese Liberati descrisse per la prima volta ciò che accadde il 10 maggio 1682:

“Poscia (dopo la processione e i fuochi) il maestro che lavorò i fuochi, che fu chiamato da Atri, cavalcò un cavallo, che era tutto ripieno di fuochi artificiali con il quale girò più volte la piazza buttando sempre raggi ed altre bizzarrie composte di bitume ed altre simili materie incendiarie. Pareva giusto un Plutone quando sopra un cavallo di fuoco uscì dal monte Vesuvio a rapire la figlia di Cerere”.

▶︎ Solo a partire dal 1700 si decide di costruire un cavallo in legno che, tuttavia, viene portato a spalle (“a capezza”, come si suol dire in dialetto ripano). Nel 1932 fa il suo ingresso il primo modello in legno su due ruote, seguito da uno in lamiera dal 1994.

Il Cavallo di Fuoco è da sempre un simbolo di Ripatransone che scatena nella popolazione ripana una sorta di sentimento di devozione. Come scriveva Luigi Piergallini, che ebbe l’onore di poter accendere il Cavallo, si tratta di “una creatura santa, tenuta cara quanto la pupilla dell’occhio… se le scintille finiscono sui vestiti, pazienza e tante grazie circa il ritorno di fortuna, giustizia pratica della credenza popolare […]”.

Il Cavallo di Fuoco ai giorni nostri

Che si voglia credere nella fortuna, nel suo potere di guarigione e di allontanamento del malocchio, o semplicemente per spirito di comunità, il Cavallo di Fuoco è un evento che attira a Ripatransone centinaia di curiosi e turisti da ogni parte d’Italia.

La manifestazione pirotecnica ha luogo la sera e segue quella religiosa del pomeriggio in cui si benedice il Cavallo di Fuoco. Alle 21, accompagnato dalla banda del paese e dal rumore dei fischietti e dei campanacci dei giovani euforici, il Cavallo di Fuoco esce dalla sua “casa” per raggiungere il cuore del borgo, dove lo attende una folla e un clima di vera festa.

Dopo aver compiuto un paio di giri tra piazza Matteotti – A. Condividi e il Duomo, l’illuminazione pubblica si spegne e inizia il vero spettacolo, quello pirotecnico.

▶︎ Se non avete paura delle scintille che possono raggiungervi, prendete posto (in piedi) di fronte al portale di ingresso del Duomo. Se preferite “andare sul sicuro”, le scalinate del Museo Vescovile di Arte Sacra sono perfette (e le prime ad essere occupate già dal pomeriggio).

Una volta spente le luci, si accendono le micce. I fuochi artificiali sono a dir poco spettacolari e vengono sparati sia in aria che ad altezza uomo. Questi ultimi sono senza dubbio i più divertenti e, allo stesso tempo, quelli che creano un po’ di scompiglio tra le persone che cercano di proteggersi dalle scintille che potrebbero scottare!

Il clima di festa e di gioia è travolgente, ci si ritrova senza accorgersene ad intonare le canzoni e gli inni legati all’evento. Vedere i fuochi fuoriuscire da ogni lato del cavallo, dai suoi baffi fino alla “girella” posizionata sopra la sua testa è entusiasmante. I boati di sorpresa a “ugna botta” (ogni botta) ti fanno sentire come ad una finale di calcio.

Lo spettacolo dura circa 60 minuti, terminati i quali il Cavallo di Fuoco torna nella sua dimora fino all’anno successivo.

Informazioni utili

  • Dove parcheggiare: lungo la Strada Provinciale Cuprense che costeggia le mura del borgo è possibile parcheggiare la propria auto. Cercate di arrivare nel pomeriggio, non più tardi delle 17-17.30 per sperare di trovare un posto senza dover camminare per dei chilometri.
  • Se avete un giacchetto o felpa con cappuccio per proteggervi dalle scintille tanto meglio.
  • Tenete monitorata la pagina del Comune dedicata alla Settimana del Fuoco, un calendario di eventi a tema a partire da Pasquetta.
  • Non perdetevi l’atmosfera dei preparativi! Prendetevi un bel panino con la porchetta e delle olive ascolane in uno degli stand gastronomici.

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