Organizzare la visita al Parque Minero Riotinto: informazioni e consigli utili

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Il 20 luglio 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin mossero i primi passi sul suolo lunare. Da allora, sia la NASA che le altre agenzie spaziali internazionali hanno alzato l’asticella, fissando come prossimo obiettivo quello di poter far sbarcare l’essere umano su Marte. Sono passati 50 anni dallo sbarco sulla Luna e ancora il pianeta rosso non ha visto alcun astronauta calcare il suo suolo. La NASA, comunque, ha ben pensato di portarsi avanti venendo in Andalusia, più precisamente nella provincia di Huelva, sul versante meridionale della Sierra Morena, per studiare le caratteristiche ambientali della zona attraversata dal Río Tinto.

Un distretto minerario molto antico quello del Río Tinto, talmente antico che si narra che perfino il re Salomone volle far estrarre qui l’oro per il suo tempio. Un terreno così ricco di rame che i sudditi dell’allora regina Vittoria ne approfittarono subito, fondando nel 1873 la Río Tinto Company Limited e trasformando questa zona in uno dei centri di estrazione del rame più importanti al mondo. Oggi, sebbene le attività minerarie siano state praticamente sospese, è possibile fare un’esperienza unica: visitare antiche cave e miniere, percorrere in treno l’antica tratta ferroviaria che collegava il distretto a Huelva, visitare un museo minerario, un piccolo quartiere in perfetto stile coloniale inglese e fare un po’ di trekking. Ah, quasi dimenticavamo! Il tutto avrà un unico denominatore comune: il colore rosso. È questo il colore che, nelle sue mille sfumature, vi accoglierà e riuscirà a tratti quasi a sminuire la nota bellezza della natura andalusa. Anche nelle fresche giornate invernali abbaglia, incanta e a tratti è assordante, anche se il silenzio regna sovrano. È infine il colore che dà il nome al fiume che attraversa questa zona, il Río Tinto. Non ci resta che darvi il benvenuto su Marte!

Visitare il Parque Minero Riotinto

Con l’intento di preservare e promuovere il patrimonio storico e naturalistico della zona, nel 1987 fu creata la Fundación Río Tinto che ancora oggi gestisce il Parque Minero Riotinto, costituito da:

  1. museo Minero “Ernest Lluch” – allestito all’interno dell’ex ospedale della Río Tinto Company Limited, ripercorre in 16 sale quasi 5.000 anni di storia del settore minerario. Merita una menzione speciale la sala con due locomotive a vapore e il vagone del Maharajah, costruito per un viaggio che la regina Vittoria fece in India e che la compagnia acquistò per il trasporto dei suoi dirigenti. Da non perdere la riproduzione di una miniera romana che ci ha fatto rivivere – ma più intensamente anche grazie alla quasi totale assenza di luce – le stesse emozioni provate al museo Sulphur. Infine, la sala 2 in cui vengono descritte le condizioni di lavoro dei minatori e gli eventi del 4 febbraio 1888, giorno in cui l’esercito fece fuoco per placare una protesta dei minatori contro le condizioni pietose di lavoro e uccise un numero ancor oggi indefinito di persone.
  2. Mina Peña de Hierro – la cosiddetta “miniera della montagna di ferro” si può raggiungere – con la guida – percorrendo l’antica galleria della miniera. Una serie di pannelli ripercorre le fasi dell’estrazione del ferro e conduce ad una cava a cielo aperto dove nasce il Río Tinto e dove la NASA conduce i suoi studi.
  3. Ferrocarril turístico minero – senza alcun dubbio l’esperienza che tutti i visitatori attendono, adulti e bambini. Salire su vagoni originali e percorrere quasi 20km lungo l’antica ferrovia che collegava le miniere a Huelva è un vero spettacolo per gli occhi: i binari corrono paralleli al Río Tinto che lungo il percorso assume sfumature di rosso tutte diverse, dall’arancione al granata e al bordeaux.
  4. Casa n. 21 Barrio Inglés de Bella Vista – per cinque minuti vi sembrerà di essere catapultati in uno di quei film sulla colonialismo inglese. Si tratta di un piccolo quartiere creato per ospitare gli ingegneri inglesi che gestivano le miniere, quindi costruito rispettando lo stile vittoriano. Possiamo considerarla la sezione etnografica del museo minero: la casa n. 21 fornisce uno spaccato piuttosto fedele della vita di fine 1800 con mobili originali e, addirittura, il tè Twinings nelle confezioni di metallo nella dispensa!

Trekking nel Río Tinto: il sendero Peña de Hierro

Il Río Tinto attraversa diversi comuni e ci sono tanti punti dove poter lasciare l’auto e fare un po’ di trekking lungo il fiume. Se invece preferite godervi una bella vista su tutta la zona del Río Tinto e della Sierra Morena, nonché osservare la cava dall’alto, allora il sendero Peña de Hierro potrebbe fare al caso vostro. Circa tre ore di trekking lungo un percorso circolare che inizia proprio dal mirador della cava e che circumnaviga la montagna offrendo panorami mozzafiato.

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Il sendero

È una passeggiata molto piacevole, adatta a chiunque ma ci sono alcuni consigli che ci sentiamo di darvi:

  • fotografate la mappa con tutto il percorso: alcune indicazioni sono scomparse e ci sono alcune deviazioni per ammirare la cava dall’alto, quindi conviene averla sempre a portata di mano anche per rendersi conto delle tempistiche e di dove ci si trova;
  • portatevi acqua e qualche cosa da mangiare: al di là della necessità di idratarsi, sappiate che, almeno in inverno, non ci sono chioschi nelle vicinanze. Fossimo in voi, poi, approfitteremmo delle aree picnic create lungo il percorso per una pausa con panorama;
  • sicurezza: speriamo vivamente che con l’arrivo della primavera (e di conseguenza dei turisti) le recinzioni lungo tutto il percorso vengano ripristinate e/o riparate. A gennaio molte erano divelte, un pericolo non indifferente se ci sono bambini.

Informazioni e consigli utili

  • Il biglietto cumulativo per tutti e 4 i siti costa €20 a persona. La visita alla Peña de Hierro è guidata (in spagnolo, eravamo gli unici stranieri) e sul treno, all’andata, una guida racconterà la storia del sito.
  • L’ordine in cui vi consigliamo di visitare i vari siti inizia con il museo, per poi continuare con la Peña de Hierro e il treno panoramico. Dopo pranzo, visitate la casa 21 e, se siete amanti del trekking, tornate alla Peña e dedicate circa 3 ore al percorso che circumnaviga la cava. Se non volete seguire questo ordine, tenete a mente che il treno, fatta eccezione per i mesi estivi, effettua un unico viaggio alle 13.30, quindi organizzatevi in modo tale da arrivare lì almeno 15 minuti prima.
  • Sul treno panoramico, per godere a pieno dell’esperienza (e scattare foto migliori), cercate di accaparrarvi i posti sul lato sinistro all’andata e, di conseguenza, a destra al ritorno (il percorso non è circolare).
  • Ad eccezione del museo, il resto della visita si svolge all’aperto, quindi portatevi scarpe da trekking. Il treno effettuerà una fermata intermedia in cui potrete e raggiungere il fiume, dove il terreno è molto fangoso (le mie scarpe ne sanno qualcosa, cosa non si fa per una foto decente!).
  • Pranzo: alle 15 di domenica, in inverno, l’unico ristorante aperto era quello di un ostello vicino al museo. Siamo certi che in alta stagione ci sia più scelta ma se non volete rischiare, prendetevi un panino e una bibita al bar “della stazione”.

(Immagine di copertina: Dimitris Vetsikas, Pixabay)

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