Cosa vedere a Montecassiano, la patria dei sughitti

Montecassiano

L’ultimo photowalk organizzato da Marche Tourism e Fondazione Marche Cultura ci ha portati nelle colline del maceratese, più precisamente a Montecassiano, uno dei borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione. Un borgo di origine tardomedievale che, complice una guida molto competente e simpatica (aspetto per noi fondamentale), ha saputo regalarci una mattinata davvero interessante e ricca di curiosità. Vi portiamo con noi a scoprire cosa vedere a Montecassiano, siete pronti?

La Chiesa di San Giovanni Battista 

La nostra visita è iniziata dalla Chiesa di San Giovanni Battista, situata nell’omonimo quartiere, in passato una zona molto povera e malfamata. Parte del complesso delle monache clarisse, oggi ospita anche il Museo d’arte e arredi sacri. Pensare che fino ad alcuni anni fa questa chiesa veniva utilizzata come magazzino della città fa cadere un po’ le braccia. Per fortuna chi di dovere si è ravveduto!

Un tempo chiesa privata delle clarisse, quest’ultime, al momento del trasferimento a San Severino e a Camerino, hanno pensato bene di andarsene portando con loro i quadri della chiesa. Li hanno letteralmente rubati e, in alcuni casi, tagliati e posti all’interno delle cellette.

All’interno della chiesa si trova la macchina processionale che ogni 5 anni viene portata a spalla per le vie del borgo in occasione della festa della Madonna del Buon Cuore e due busti di San Cassiano. Ora, sarebbe logico pensare che un paese che si chiama Montecassiano abbia come patrono proprio San Cassiano, no? No. Oltre a scoprire che San Cassiano era un vescovo ed evangelizzatore appartenente alla tradizione romagnola le cui reliquie sono state trovate, secondo la leggenda, nel territorio montecassianese, abbiamo scoperto che il patrono del paese è San Giuseppe.

La Collegiata di S. Maria Assunta

Da Piazza Unità d’Italia si salgono le famose scalette e si arriva alla Collegiata di S. Maria Assunta, un must quando si visita il borgo. Anche in questo caso, non è S. Assunta ad essere venerata dai montecassianesi ma la Madonna del Buon Cuore, alla quale è dedicata una cappellina all’interno della chiesa, a destra dell’altare.

La pala d’altare policroma cinquecentesca realizzata da Mattia della Robbia è senza dubbio il pezzo di maggior pregio. L’altare di San Bastià, come viene chiamato dai montecassianesi, rappresenta appunto San Sebastiano con San Rocco, la Madonna in trono col Bambino, Sant’Antonio e San Pietro martire (anche se non si è certi dell’identità di questi ultimi due santi) e il Padre benedicente. 

pala d'altare
La pala d’altare

La Chiesa di San Marco

A primo acchito, vista la presenza di sedie trasparenti, non sembra nemmeno di essere in una chiesa, ma basta alzare lo sguardo per rendersi subito conto di trovarsi in una chiesa barocca, più precisamente in stile barocchetto marchigiano. I lampadari non passano di certo inosservati e pensate che una volta erano ben 24! Ma perché così tanti? Perché la chiesa di San Marco è la più buia del borgo, con solo tre piccole finestre che permettono l’ingresso della luce naturale. E tutto questo barocco non vogliamo farlo risplendere un po’?

chiesa di san marco montecassiano
Chiesa di San Marco

Due piccole curiosità. La prima riguarda il quadro situato a destra dell’ingresso. Raffigurante la Madonnina del latte, veniva venerata dalle ragazze che volevano avere figli e da quelle che non ne volevano più. La seconda riguarda i fedeli che frequentavano in passato questa chiesa: chi abitava fuori dalle mura, infatti, non poteva andare in Collegiata ma era obbligato ad assistere alle funzioni religiose in questa chiesa.

Palazzo Compagnucci

Di questo palazzo abbiamo visitato il piano nobile che oggi ospita la pinacoteca civica. La pala più importante, anche se non la più bella, è l’opera cinquecentesca di Ioannes Hispanius. Da ricordare un altro “regalino” fatto alla città (un po’ stile clarisse): durante il restauro purtroppo, i restauratori hanno trasformato quello che in origine era un melograno aperto nelle mani del Bambin Gesù in uno chiuso, facendolo oggi sembrare quasi una pallina. Il motivo? Non si sa.

Pala d'altare palazzo compagnucci
“Madonna in trono con Bambino tra i SS.Andrea ed Elena ed angeli musicanti”

In questo palazzo si dice altresì che sia stato allevato in gran segreto per cinque anni Amedeo di Savoia, figlio naturale del duca Emanuele Filiberto. Se vi piacciono gli intrighi a palazzo, non rimarrete delusi!

Cosa fare a Montecassiano: scoprire tradizioni e prodotti tipici

Come ogni photowalk di quest’anno, anche a Montecassiano abbiamo avuto l’opportunità non solo di scoprire le bellezze artistiche e architettoniche del borgo ma anche le sue tradizioni e le specialità enogastronomiche. Montecassiano, infatti, è la patria dei sughitti, un dolce simile alla polenta preparato subito dopo la vendemmia con farina di granoturco, mosto e noci e celebrato ogni anno, il primo weekend di ottobre, con una sagra dedicata o con una poesia come questa:

[…] “O forestié che passi fòri Porta e ll jji “Festa grànne de Sughìtti / ma te vai via ché póco te ne ‘mborta de feste e fiere de ri paisìtti / Sapìssi che te pìrdi a non fermàtte, a nnó ‘lligrià un’ora có’ ‘sta jiende. / Te pìrdi un’occasció ‘mbó de scarcàtte de ri penzié che rbójjie su ra mènde. / Te pìrdi ‘nnanzì tutto ri sughìtti” […]

sughitti montecassiano
I sughitti

Per non farci mancare niente, ci siamo dati alle danze con la compagnia “La Cocolla de Mojià”, gruppo folkloristico che si è esibito nel saltarello, abbiamo testato le nostre (scarse) abilità di giocolieri con la “Compagnia della Zandella”, per poi tornare in Piazza Unità d’Italia per rivivere la vendemmia con gli strumenti di una volta.

Già lo sapevamo, ma i photowalk di quest’anno non hanno fatto altro che confermarci la bellezza e la ricchezza di questa regione, le Marche, che continueremo sicuramente a scoprire in futuro. Abbiamo iniziato con Loreto, proseguendo con Cupra Marittima, Acqualagna e terminare con Montecassiano. È stato un viaggio fantastico in un territorio sorprendente, dalle mille storie da raccontare, dai paesaggi incredibili e, diciamocela tutta, anche dai prodotti tipici squisiti. Che come diciamo sempre noi “belle le chiese, i musei e i palazzi, ma tutta questa cultura fa venire una certa fame!”

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4 commenti

  1. Unire buon cibo e cultura direi che è il top! Che bel giro, ottimi consigli! E sì, anch’io mi sarei messa volentieri a piedi scalzi a pigiare l’uva!!

  2. Mi avevi incuriosita così tanto con i sughitti che non potevo fare a meno di venire a scoprire cosa fossero! Non ne avevo mai sentito parlare, a dire il vero non sapevo neppure si potessero fare dei dolci con il mosto. Ma che gran bella scoperta ragazzi!

    1. Pur non abitando ad enormi distanze da Montecassiano, mai avevo sentito parlare di questo dolce. È proprio vero che in Italia si può fare un vero viaggio nel cibo!

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